Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

La vita e le vittorie di Emanuel Lasker

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Dopo aver trattato ieri della prefazione di Albert Einstein alla biografia di E.Lasker prodotta nel 1952 da J.Hannak, passiamo oggi, sempre in compagnia del nostro Capece, a focalizzarci sul giocatore Lasker e sulla sua splendida carriera (n.d.r.) (Adolivio Capece) Emanuel Lasker nasce il 24 dicembre 1868 a Berlinchen, oggi Barlinek, città del Brandeburgo. Suo padre è ebreo, ministro del culto della locale sinagoga. [Emanuel Lasker con il fratello Berthold, fotografati dall’americano Frank Eugene nel 1910]

Dopo aver trattato ieri della prefazione di Albert Einstein alla biografia di E.Lasker prodotta nel 1952 da J.Hannak, passiamo oggi, sempre in compagnia del nostro Capece, a focalizzarci sul giocatore Lasker e sulla sua splendida carriera (n.d.r.)

(Adolivio Capece)
Emanuel Lasker nasce il 24 dicembre 1868 a Berlinchen, oggi Barlinek, città del Brandeburgo. Suo padre è ebreo, ministro del culto della locale sinagoga.

[Emanuel Lasker con il fratello Berthold, fotografati dall’americano Frank Eugene nel 1910]

A undici anni va a Berlino a trovare il fratello Berthold, di otto anni più grande, che gli insegna le mosse e le regole del gioco: il piccolo Emanuel ne rimane affascinato. Continua comunque a frequentare la scuola, dimostrandosi particolarmente versato in matematica.

Nel 1888 torna a Berlino, si iscrive all’università e comincia a giocare a scacchi più seriamente, tanto che l’anno dopo conquista il titolo di maestro vincendo a Breslavia il torneo sussidiario (il principale viene vinto da Tarrasch).

Tornato a Berlino, sconfigge in match Bardeleben (+2 =1 -1) e Mieses (+5 =3), poi nel 1890 si reca a Londra e batte Bird (+7 =3 -2). Il suo primo importante successo in torneo lo coglie a Londra nel 1892, quando vince un piccolo ma forte torneo mezzo punto avanti a Blackburne.

Ovviamente tra i due viene organizzato un match, che Lasker vince nettamente (+6 =4). A questo punto comincia a pensare alla possibilità di battersi per il titolo mondiale; come primo passo sfida Tarrasch, ma questi declina, dicendo che prima Lasker dovrebbe vincere un torneo veramente importante.

Così Lasker decide di andare in America, dove coglie molti successi, tra i quali una netta vittoria contro il campione nazionale Showalter (+6 =1 -2). Nel 1894 riesce a battersi con Steinitz, titolo in palio, e lo vince, ottenendo 10 vittorie contro 5, mentre 4 furono le patte. Ha 26 anni, Steinitz 58: la differenza di età è da molti considerata la principale ragione del suo successo, per cui è costretto a dare altre prove del suo valore.

Gioca ad Hastings nel 1895, dove è presente tutto l’empireo scacchistico; giunge terzo, dietro Phillsbury e Cigorine, ma davanti a Tarrasch e Steinitz. Poi finalmente dimostra tutta la propria superiorità vincendo quattro grandi tornei uno dietro l’altro: San Pietroburgo 1895-96, davanti a Steinitz, Phillsbury e Cigorine (torneo quadrangolare in cui ciascuno incontra gli altri sei volte); Norimberga 1896, davanti a Maroczy, Phillsbury, Tarrasch, Steinitz e Chigorin; Londra 1899, con una sola sconfitta in 26 partite e 4 punti e mezzo di vantaggio su Janowski, Maroczy e Phillsbury che si classificano secondi ex aequo; Parigi 1900, con 14 vittorie, un pari e una sola sconfitta, davanti a Phillsbury e Maroczy.

Nel frattempo sconfigge Steinitz nel match di rivincita giocato nel 1896-97 (+10 =5 -2), e consegue la laurea con una tesi presentata all’Università di Erlangen nel 1900.

Il match di rivincita con Steinitz viene giocato a Mosca a partire dal 6 novembre 1896; in palio una borsa di 1000 marchi, aumentata dal circolo di Mosca con 4000 franchi al vincitore e 2000 al perdente; l’ex campione esce da una malattia nervosa, per guarire dalla quale ha fatto una cura presso il celebre dottor Kneipp. Lasker domina sin dall’inizio, ottenendo 7 vittorie e 5 patte nelle prime partite; Steinitz vince a questo punto due incontri, ma poi Lasker s’impone nelle tre partite successive, confermandosi campione del mondo.

Dopo il vittorioso match, Lasker effettua una lunga serie di esibizioni. A Londra gioca per esempio una simultanea gigante contro 152 avversari, con il risultato di 143 vinte, 7 pari e 2 perse.

Nell’aprile del 1897 Lasker arriva a Milano, dove si ferma dal 22 al 25, ospite della Società Scacchistica Milanese e della Società Patriottica, che gli tributano i dovuti onori, regalandogli per ricordo un portasigarette d’argento; Lasker gioca una sola partita, la sera del 24, dopo un banchetto in suo onore, contro il conte Castelbarco.

L’avvenimento è di tale risonanza da coinvolgere anche i non scacchisti; tra essi, per esempio, il celebre Arrigo Boito, grande appassionato sebbene non giocatore di torneo, che al gioco dedica una sua celebre novella, “L’Alfiere nero“.  Per poter partecipare al banchetto in onore di Lasker, Boito è costretto a disdire un precedente impegno con l’editore Giulio Ricordi, cui scrive questo biglietto:

È arrivato Lasker! O Giulio, quest’oggi dovevo pranzare a casa tua e, fatalità, arriva Lasker! Il campione del mondo di scacchi, sì, proprio lui. E mi è fatta violenza estrema per farmi desinare ad un desco dove lui, Lasker, sarà festeggiato. Lasker, il grande, parte domani e sarei vituperato se non pranzassi con lui. Pardon, perdono, perdonami. Mi inviterò a casa tua un altro giorno, o Giulio. Oggi, ahimè, non attendermi. Pensa che c’è il Lasker a Milano!”

Dopo quattro anni di quasi totale inattività, almeno dal punto di vista dei tornei e delle sfide, ritroviamo Lasker a Cambridge Springs nel 1904: giunge secondo alla pari con Janowski, due punti dietro a Marshall. Trascorre gli anni successivi in America; nel 1907 difende il titolo contro lo stesso Marshall e lo batte facilmente (+8 =7); l’anno dopo torna in Germania e batte Tarrasch (+8 =5 -3).

Nel 1908 Lasker si sposa con Martha. Singolare emerge l’apporto della moglie, che gli sarà spirituale e comprensiva compagna nella maggior parte della carriera.

Martha Cohn, scrittrice di origine tedesca, è una presenza gentile, che allieta con aneddoti le situazioni e vicende, aggiungendo un caldo senso di umanità alla persona del campione. Lo accompagna quasi sempre e lo assiste nelle gare, suo portafortuna, cosa insolita tra le mogli. Martha, nata Bamberger e rimasta vedova del primo marito, ha già una figlia, Charlotte, è già nonna ed è più anziana di Lasker (ha 41 anni), tanto che lui stesso scriverà di essere diventato, a 40 anni, marito, padre e nonno insieme. E’ anche ricca e potrebbe mantenere tranquillamente entrambi, ma il senso di orgoglio di Lasker prevale e fa sì che lui continui a guadagnarsi da vivere con gli scacchi.

Nel 1909 vince alla pari con Rubinstein il torneo di San Pietroburgo, poi gioca due incontri di esibizione con Janowski, pareggiando il primo (+2 -2) ma vincendo nettamente il secondo (+7 =2 -1). All’inizio del 1910 corre un grosso rischio contro il viennese Schlechter: i due dovrebbero giocare un match valido per il titolo mondiale sulla distanza delle 30 partite; ma per mancanza di fondi le partite vengono ridotte a dieci; dopo nove incontri Schlechter è in vantaggio per una vittoria a zero, con otto patte. Lasker riesce a vincere la decima partita e a pareggiare il match: l’arbitro lo conferma campione, anche se il pubblico non condivide il verdetto.

L’anno dopo Lasker viene sfidato sia dal cubano Capablanca sia da Rubinstein, ma non vi è alcun match. Nel 1914 gioca di nuovo a San Pietroburgo e per la prima volta incontra Capablanca in torneo. Il cubano vince la prima parte della gara, un girone semplice a undici giocatori, concludendo con 8 punti contro i 6 e mezzo di Lasker. Ma nella seconda parte, una specie di play-off a girone doppio tra i primi cinque, in cui giocano anche Alekhine, Marshall e Tarrasch, Lasker ottiene 6 vittorie e 2 patte, vincendo il torneo con mezzo punto di vantaggio su Capablanca.

Il match tra i due sembra inevitabile, ma sopraggiunge la Prima Guerra Mondiale.  Passano sei anni prima che l’atteso scontro possa aver luogo, nel 1921 a L’Avana; Lasker accetta di giocare nell’isola, dove il clima non gli è gradito, probabilmente allettato dalla notevole borsa di 11.000 dollari. Il match è previsto sulla distanza delle 24 partite, ma Lasker abbandona dopo 14 (=10 -4).

Dopo la sconfitta continua a giocare e vince imbattuto ad Ostrawa nel 1923 e poi a New York nel 1924 (+13 =6 -1) davanti a Capablanca e Alekhine: ha 56 anni!

Poi gioca ancora cinque tornei: Mosca 1925, secondo dietro Bogoljubov ma davanti a Capablanca. Zurigo 1934, quinto; Mosca 1935, terzo imbattuto dietro Botvinnik e Flohr, ma ancora davanti a Capablanca; Mosca 1936, sesto, e Nottingham ancora nel 1936, settimo.

Gli ultimi quattro tornei è costretto a giocarli per guadagnarsi da vivere, poiché nel 1933 i tedeschi gli confiscano tutti i beni, cacciandolo dalla Germania con la moglie.

Nel 1937 si trasferisce in America, dove muore quattro anni dopo, a New York, l’11 gennaio del 1941. La moglie Martha morirà a Chicago nell’ottobre del 1942.

Tra il 1895 e il 1924 Lasker ha giocato i suoi dieci più importanti tornei, vincendo da solo o alla pari otto volte, giungendo una volta secondo e una volta terzo. Ha stabilito un record eccezionale per l’epoca, ottenendo il 78% dei punti, con 119 vittorie, 46 patte e solo 18 sconfitte.

Lasker ha scritto numerosi testi filosofici, una ‘Enciclopedia dei giochi’ ed un libro sui giochi da tavoliere. Negli ultimi anni di vita ha progettato una serie di riforme sociali in un’opera intitolata “The community of the future“, completata nel 1940.

Una volta gli è stato chiesto cosa fossero per lui gli scacchi. E ha risposto: “Sono scoperta e lotta“. E’ uno dei pochi campioni mondiali la cui effigie sia stata riprodotta su francobolli commemorativi, validi per la normale affrancatura postale.

Ha scritto di lui Reuben Fine: “Lasker sapeva sorridere dei propri errori sulla scacchiera, conscio che la perfezione non è di questo mondo.”

Questo è invece il pensiero di Sergej Prokofiev, il grande musicista ucraino: “Per il suo gioco complesso e profondo, Lasker mi ricorda la musica grandiosa di Bach.”

(n.d.r.: Da ultimo vediamo alcune tra le migliori partite di Emanuel Lasker, scegliendo fra quelle che Adolivio Capece scelse per il citato suo bell’articolo del 1991 per “L’Italia Scacchistica”, articolo che qui abbiamo avuto il piacere, in pratica, di ripresentare) 




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