Mikhail Steinberg e Mark Stolberg
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(Riccardo M.)
Il maestro Paolo Bagnoli è tra i pochi scrittori/storici/articolisti italiani che abbia meritoriamente dedicato spazio a giocatori cosiddetti “minori” del secolo scorso.
Uno di questi è l’ucraino Mikhail Maksimovich Steinberg. Bagnoli ne scrisse sul blog “Soloscacchi” il 10 marzo del 2014 in un articolo intitolato “Così giocava Mikhail Steinberg”. Un ricordo di Steinberg lo stese anche nella sua patria Alexander Roshal, precisamente sulla rivista sovietica “64” in un numero del 1977.
Paolo riportava, tra le altre cose, un commento al gioco di Steinberg che venne rilasciato nel corso di una conferenza stampa nel 1968 da Mikhail Botvinnik e di cui la rivista Chess trascrisse un sunto nel numero di ottobre di quell’anno. Botvinnik diceva: “Tra i nostri giovani promettenti soltanto due emergono: Anatoli Karpov di Tula e Mikhail Steinberg di Kharkov. Non è ancora certo che essi possano divenire Grandi Maestri del calibro di Spasski e Tal”.
A quell’epoca Karpov aveva 17 anni, Steinberg uno di meno. Botvinnik, come sempre, aveva visto bene. Con Karpov era facile. Ma Steinberg non fu fortunato, sconfitto da un terribile male a soli 24 anni dopo che in realtà aveva diradato le sue apparizioni in grandi tornei perché aveva preferito dedicarsi agli studi universitari (studiò prima a Dnepropetrovsk e poi a Kharkov) ed ottenere la laurea in matematica.
Steinberg era nato il 15 gennaio del 1952 a Kharkov (o Charkiv), in Ucraina, e imparò il gioco al Palazzo dei Pionieri di Kharkov, dove insegnava Alexander Matskevich. Era già maestro a 14 anni, roba insolita nella vecchia URSS, nessuno ci era mai riuscito prima di lui. Non aveva ancora 15 anni (dicembre 1966) quando giocò e vinse il campionato europeo juniores a Groningen. Vi batté il forte olandese Jan Timman nello scontro diretto. E sempre nel 1966 fu primo, pari merito con Anatoly Karpov, nel campionato studentesco sovietico. Quindi fu buon 8°-17° (su 126 partecipanti) nel 35° Campionato dell’URSS.

Nel 1969, nei play-off del Campionato sovietico “under 18”, perse da Karpov per 2 a 4 (+1, =2, -3). Dopo il conseguimento della laurea, riprese a giocare in qualche torneo juniores, con discreti risultati ma non più così esaltanti come fu a Groningen 1966.
Qui potete vedere alcuni suoi successi, contro Romanishin, Karpov e Timman, partite che dimostrano come Botvinnik avesse fondate ragioni nell’apprezzarlo e come Mikhail Steinberg non temesse nessuno fra i suoi coetanei negli anni 1966-1969, prima di alzare il piede dall’acceleratore e di buttarsi sulla sua amata matematica.
Nel 1972 il suo punteggio Elo è ancora valutato 2620, ma in seguito non giocherà quasi più. La verità amara è che gli avversari sulla scacchiera si possono sconfiggere sempre, il male non sempre. Scriveva Voltaire: “Le bugie sono in vantaggio sulla verità, perché appaiono sotto innumerevoli forme, mentre la verità ne ha una sola”.
E la triste verità è che Mikhail Steinberg morì nel 1976, ad appena 24 anni, sconfitto dalla leucemia e quasi da tutti dimenticato (forse anche da Botvinnik) al punto che da nessuna parte si legge il giorno preciso della sua scomparsa.
La sfortuna pose Steinberg quasi sullo stesso piano di un altro promettentissimo giovane sovietico di alcuni decenni prima, dal cognome curiosamente simile al suo: Mark Moiseevich Stolberg (1922-1942).

Stolberg, che era di Rostov sul Don, aveva conquistato nel 1939 il titolo di “Master of Sports” sovietico e nel 1940 vinse a Kiev la semifinale del campionato assoluto sovietico. Nel 1940 vinse la semifinale di campionato e partecipò quindi alla finale del 12° campionato di scacchi dell’URSS, in settembre a Mosca.
Era il giocatore più giovane. Forse lui si attendeva più del 13° posto (su 20), ma il campo dei partecipanti era di prim’ordine: Botvinnik, Bondarevsky, Smyslov, Lilienthal, Keres, Veresov, Boleslavsky, Ragozin, Mikenas, Petrov, Panov, Kotov ed altri nomi che hanno fatto la storia dello scacchismo sovietico; pensate che Botvinnik finì solo 5°/6°. Vinsero Lilienthal e Bondarevsky, però intatte erano le promesse lasciate dal gioco del dicioottenne Stolberg. Yuri Averbach disse che Mark Stolberg era “il giocatore più talentuoso” della sua generazione.
Ma quello di Mosca sarebbe stato il suo ultimo torneo.

Anche di Stolberg eccovi alcune partite, tutte contro avversari di primissimo rango:
Purtroppo lui era un militare, nonostante avesse una cattiva vista e portasse di conseguenza gli occhiali: era arruolato nella 157^ divisione fucilieri dell’Armata Rossa. Il 16 maggio del 1942 il ventenne maestro Mark Stolberg fu ucciso dalle truppe tedesche nella battaglia di Malaya Zemlya, sulla costa russa del Mar Nero, nei pressi di Novorossiysk.
La dea Caissa, forse, non voleva né Steinberg né Stolberg fra i campioni del mondo di scacchi. E, contro gli dei, noi mortali perdiamo sempre, esattamente com’è successo ai bravi, ma sfortunatissimi, Mikhail Steinberg e Mark Stolberg.