Mondiale femminile in precario equilibrio. Ora tutti a Vladivostok
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(Uberto D.)
La prima metà del mondiale è alle spalle e il punteggio è sul 3 a 3. Sono state 6 partite combattute anche se non brillanti, con la sfidante che ha spesso optato per lunghi finali tecnici. Il match si sposta adesso a Vladivostok, dove riprenderà giovedì 16 gennaio con la settima partita, nella quale la Campionessa del Mondo avrà il Bianco.
[Nella foto di apertura, il presidente della FIDE Arkady Dvorkovich esegue la mossa inaugurale della sesta partita]
L’incontro valido per il Campionato del Mondo femminile è iniziato il 5 gennaio a Shanghai e, nell’alternanza di due partite e un giorno di riposo, ha completato a Shanghai la sua prima metà. C’era molta curiosità per vedere come la giovane Aleksandra Goryachkina avrebbe gestito l’emozione del suo esordio in un match mondiale e la giovano russa lo ha fatto capire subito: volto inespressivo, come suo solito, e una caparbia pressione in tutte le posizioni, anche quelle più aride. La Campionessa del mondo, dal canto suo, è sembrata abbastanza impacciata, a tratti insicura, anche se è stata la prima a segnare una vittoria.
Uno dei temi più interessanti del match era capire cosa la ventunenne russa aveva preparato per una sfida così importante. Ciò non solo perché negli incontri individuali bisogna giocare contro l’avversario e non solo giocare bene, ma soprattutto perché la Goryachkina non è un “prodotto” della scuola moscovita o pietroburghese, essendo piuttosto un talento cresciuto in una zona periferica della Russia, senza allenatori di fama. Mettendo evidentemente a frutto le esperienze maturate nella preparazione ai tornei a squadre della nazionale femminile russa, della quale fa parte dal 2013 quando aveva 15 anni, e la prima collaborazione “vera” con Konstantin Landa, è riuscita a vincere il Torneo delle Candidate. Quanto e come è migliorata ora che ha avuto a disposizione un vero team di allenatori messole a disposizione dalla Federazione russa?
Da quello che si è visto non è di certo cambiato lo stile, ma intanto ha giocato aperture diverse dal suo solito repertorio, anche rispetto al Torneo delle Candidate. Sarà in parte dovuto alla preparazione specifica per la Ju Wenjun, ma credo che l’impostazione generale del match sia stata studiata a tavolino più in dettaglio di quanto possa trasparire a noi spettatori. Non deve essere un caso se la risposta più frequente data dalla Goryachkina alla tipica domanda “Come ti senti alla vigilia del match?” sia stata “Mi sento combattiva e pronta per la lotta“.
Per quanto riguarda la Campionessa del Mondo, per ora non si è visto molto della sua preparazione, ma in particolare si è visto poco del suo caratteristico atteggiamento aggressivo alla scacchiera. Ha giocato fino ad ora in maniera molto circospetta, come se avesse bisogno di prendere le misure ad un’avversaria poco nota e per di più in rapida e continua evoluzione. Come ha detto ieri il Direttore Generale della FIDE, il GM Emil Sutovsky, “Ju Wenjun sembra giocare al di sotto del suo migliore standard e può solo migliorare nel corso del match, mentre la Goryachkina sta giocando al suo massimo, cercando di vincere senza correre rischi.” Mi sembra un’affermazione dettata più dal cercare di aumentare l’attenzione sul match che su dati oggettivi, ma è vero che la cinese ci aveva abituato a un gioco più dinamico e veloce nello sfruttare gli errori dell’avversario.

Scorriamo velocemente il diario dei primi 8 giorni del match, con brevi frammenti dalle partite.
5 gennaio, Partita 1
Goryachkina-Ju Wenjun ½-½
L’esordio del match vede subito la sfidante mettere la campionessa sotto pressione. In una Partita Catalana apparentemente poco ambiziosa, è la russa a trovare qualche spunto di attività che una inesattezza della cinese trasforma nel vantaggio abbastanza evidente di un Cavallo contro un Alfiere molto limitato nei movimenti dai propri pedoni. Aggiungendo a ciò anche una maggiore attività della’unica Torre rimasta in gioco, tutto lasciava prefigurare una possibile vittoria per la Goryachkina, solitamente molto brava nel giocare i finali tecnici.
Questa la fase critica della partita.
Nonostante le apparenze, il vantaggio del Bianco non è sufficiente per vincere, come la Goryachkina verificherà dopo ben 52 mosse, con la patta siglata alla 97ª mossa.
6 gennaio, Partita 2
Ju Wenjun-Goryachkina ½-½
Per la sua prima partita con il Bianco la Campionessa del Mondo decide di aprire con 1.e4, suppongo più per verificare il repertorio della sfidante che di recente ha spesso usato, con risultati non eccelsi, la Caro-Kann. Mostrando di aver perfezionato nuove armi in apertura per il match, la Goryachkina ha giocato la Berlinese. Questa scelta deve aver colto di sorpresa Ju Wenjun, perchè non ha optato per una variante principale ma per quella con 6.Cxe5, entrando in un mediogioco noto per la sua aridità. Nonostante una piccola imprecisione della russa, la partita è finita patta in 40 mosse, ovvero appena il regolamento consente la proposta di patta.
8 gennaio, Partita 3
Goryachkina-Ju Wenjun ½-½

La terza partita ha visto di nuovo la sfidante mettere sotto pressione la Campionessa in carica, senza però riuscire ad andare oltre la patta. In una Semi-Tarrasch, la Goryachkina ha mantenuto un piccolo vantaggio, ma, alla 23ª ha rischiato di compromettere tutto a causa di un particolare tattico che di fatto impediva l’esecuzione del suo piano strategico.
La maggioranza del Nero sul lato di Donna è bloccata e il pedone b6 è un chiaro obiettivo, mentre il pedone d4 del Bianco è ben sostenibile e la minaccia di spinta in d5 sarà una continua preoccupazione per il Nero. E’ quindi corretta l’idea del Bianco di spostare l’alfiere sulla diagonale f1-a6, ma… c’è un piccolo particolare.
Di nuovo una mezza occasione persa dalla sfidante, che comunque decide, per strategia di match, di giocare tutti i finali ad oltranza.
9 gennaio, Partita 4
Ju Wenjun-Goryachkina 1-0
Nella quarta partita la Campionessa del Mondo decide di vedere cosa ha scelto di giocare la sfidante contro 1. d4. La partita inizia come una Slava, che la Goryachkina decide di sterzare verso una tipica struttura di Pedone Isolato con una spinta ritardata in c5.
Tutto sembra andare liscio, con il Bianco che decide di spingere subito in d5 e giocare solo per leggero vantaggio grazie alla maggior mobilità dei pezzi. La partita è andata avanti apparentemente senza scossoni, con Ju Wenjun sempre in controllo e la Goryachkina che sembrava essere in grado di resistere nel finale di Donne e Alfiere che si era venuto a creare. Poi il primo vero errore della russa nel match.
Il Bianco gode di maggiore spazio e di una posizione più sicura del Re, ma nulla fa pensare che ci siano rischi per il Nero.
La situazione si è sbloccata e la Goryachkina ha davanti a sé un compito difficilissimo: ristabilire rapidamente la parità battendo, per la prima volta in carriera, la Ju Wenjun.
11 gennaio, Partita 5
Goryachkina-Ju Wenjun 1-0
Quando tutto sembrava essersi messo al meglio per la Campionessa del Mondo, ecco che la sfidante ribatte il colpo immediatamente. In una variante dell’Inglese sicuramente preparata da entrambe, vista la rapidità con la quale hanno giocato la prima decina di mosse, la Goryachkina gioca un paio di mosse non ottimali che confondono la Ju Wenjun. Basta la decisione errata di optare per il cambio delle Donne in una posizione in cui il dinamismo dei pezzi compensa solo parzialmente il sacrificio di un pedone, perché la sfidante cominci a macinare gioco. La cinese concede la qualità in cerca di controgioco e ci sarebbe anche riuscita se un’ultima indecisione non le facesse perdere l’ultima opportunità per rientrare in partita. Da lì in poi la russa prosegue facilmente verso la vittoria.

Un botta e risposta micidiale, del quale Ju Wenjun risentirà anche nella partita numero 6.
12 gennaio, Partita 6
Ju Wenjun-Goryachkina ½-½
La Campionessa del Mondo torna alla partita Spagnola e alla variante 6.Cxe5 della berlinese, probabilmente con l’idea di sterilizzare la partita e arrivare senza troppa fatica alla pausa di metà match sul 3 a 3 ed evitare ulteriori danni. Non ha però fatto i conti con uno stato di forma opaco e si è ritrovata in un mediogioco veramente difficile, nel quale la sfidante ha avuto ottime possibilità di vincere ancora. Di nuovo la Goryachkina è entrata troppo presto in un finale superiore ma solo apparentemente vincente. La Ju Wenjun ha costruito una fortezza impenetrabile e la partita si è trascinata fino alla mossa numero 105 (due mosse prima della patta per la regola delle 50 mosse) solo per la strategia generale del match, decisa dai russi, di cui ho parlato prima.
Non ci vuole molto a riconoscere il diverso valore degli Alfieri, né è difficile capire che l’apparente posizione passiva della Torre nera è solo temporanea, visto che il Bianco non può mantenere la Donna bloccata ad attaccare il pedone b7. Insomma il Nero ha tutto il tempo e il modo di prendere l’iniziativa sul lato di Re, sapendo che qualsiasi finale di pezzi leggeri si verrà a creare sarà a suo vantaggio. O meglio, quasi tutti, come vedremo.
Da qui fino alla mossa 105 la Goryachkina ha cercato di manovrare Cavallo e Re per creare le condizioni per l’ingresso del Re via h4, senza però riuscirci. Un’altra patta che va stretta alla sfidante, che fino ad ora ha sprecato qualcosa.
Ecco la situazione complessiva del match.
Come detto, adesso tutto “il circo” si trasferisce a Vladivostok, dove si svolgerà la seconda parte del match. Anche se la qualità del gioco non è stata eccelsa, di sicuro le due ragazze stanno dando vita ad un match ricco di sfumature psicologiche e di emozioni.
Non perdetevi le prossime 6 partite, a partire da giovedì 16 gennaio.