Magnus Carlsen campeòn
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(Riccardo M.)
Insomma, rieccoci. Abbiamo visto come Carlsen abbia battuto Nakamura in finale, vincendo anche il Magnus Carlsen Chess Tour on-line: ben 38 partite in 7 set (1.5-2.5, 3.5-2.5, 2.5-3.5, 2.5-1.5, 3-4, 3-1 e 3,5-3.5) in una settimana. Una maratona tanto massacrante quanto emozionante per i protagonisti stessi e per gli spettatori di ogni parte del globo.
[La foto di Carlsen in apertura Carlsen è di Lennart Ootes]
Carlsen ha guadagnato $ 140.000 per la vittoria e l’onore di essere il primo vincitore del suo omonimo Tour di scacchi online, Nakamura $ 80.000 per il secondo posto. La dotazione complessiva delle finali del Tour era di $ 300.000.
C’è poco in verità da aggiungere dopo il ricco e bell’articolo di Uberto di sabato scorso. Lasciate però che da questo post io riprenda una sua osservazione sull’ “Armageddon” che condivido in pieno: “ … vincere un match di questa durata solo pattando con il Nero non può essere la soluzione migliore”. Eh, sì, questo appunto mira ad essere un suggerimento anche per la FIDE e per il suo presidente Dvorkovich, non crediamo sia impossibile andare alla ricerca di una formula diversa e più equa!
C’è qui da ribadire che, per l’interesse enorme che il match ha suscitato ovunque (appassionati e stampa, coinvolti -si deve sottolinearlo- da una organizzazione ottimale), pare proprio che esso abbia sancito la riconferma del “campeòn” norvegese sul gradino più alto del mondo e che in contemporanea abbia consacrato definitivamente il campione americano nella ristrettissima élite dei migliori giocatori di questi anni. E’ stato un match che certamente verrà ricordato a lungo, al di là degli aspetti strettamente tecnici chiaramente condizionati dal gioco veloce.
“Ero in salute, ma senza energie” –così Carlsen- “non vedevo l’ora che tutto finisse perché è stato un match difficilissimo, con alti e bassi e molto stress. Nakamura ha combattuto incredibilmente bene ed io spesso non sono riuscito a sfruttare appieno alcune sue debolezze”.
Ricordo, a proposito di debolezze, che prima dell’inizio del sesto set Carlsen ha subito un piccolo infortunio alla schiena mentre faceva un po’ di atletica, ma anche Nakamura ha avuto un inconveniente quando durante il secondo set gli si è guastata la webcam e ciò ha accelerato una sua sconfitta.
Qualcosa in più di tutti Carlsen indubbiamente l’ha, e forse anche “qualcosa in più di qualcosa in più”, pure quando vince soltanto all’Armageddon del settimo set e per di più grazie ad una patta di nero (Armageddon: cinque minuti per il bianco, costretto a vincere, e quattro per il nero, senza incrementi aggiuntivi).
Oggi vorrei soltanto fare una breve panoramica sui “media” mondiali, ricavando qua e là alcuni commenti e spunti, senza altro fine che mettere in evidenza qualche aspetto del match della scorsa settimana. E’ anche un omaggio (titolo compreso) ai nostri numerosi lettori che ogni giorno ci seguono all’estero, dall’Argentina alla Germania, dagli Stati Uniti alla (appunto) Spagna, dall’Albania al Sudafrica eccetera. Perfino dalla Russia e dalla Cina.
Nakamura ha perso la sesta partita della serie decisiva del Gran Finale del Torneo online Magnus Carlsen Chess Tour “incapace di resistere alla forte pressione del campione del mondo norvegese Magnus Carlsen e commettendo diversi errori” ha detto a Ria Novosti Sport il vicepresidente della Federazione scacchistica di Mosca, il G.M. Sergey Smagin, che in Italia ricordiamo per aver vinto nel 1993 il Festival di Amantea.
Intervistato da Oleg Bolatov, Smagin ha detto che durante la partita decisiva del settimo set Nakamura gli era parso molto nervoso: “Ha capito di essere sotto una pressione più forte e ha fatto troppi errori, non giocando più in maniera pulita come nelle partite precedenti. Ha avuto delle opportunità che non è stato completamente in grado di concretizzare. È difficile sapere a cosa ciò sia collegato, ma il fattore psicologico può essere stato determinante. Non si può dire che Magnus sia cresciuto, ha solo giocato meglio di Nakamura questa fondamentale partita. Certamente si può dire che quando Carlsen è sull’orlo dell’abisso, trova quasi sempre la forza per risollevarsi. Nell’Armageddon lo vedo favorito con il 55% contro il 45%”. Ci ha azzeccato.
Lo stesso giornalista il giorno dopo, ancora su Ria Novosti Sport, riportava le dichiarazioni del G.M. Evgeny Tomashevsky, campione europeo nel 2009 e campione russo nel 2015 e 2019: “Devo dire che bisogna togliersi il cappello davanti a Nakamura: sia per la partita di ieri sia per l’intero torneo. Prima della finale ritenevo che sì, Magnus potesse avere qualche problema, ma non potevo immaginare che la lotta sarebbe stata assolutamente alla pari. E’ simbolico e giusto che il destino del match sia stato deciso soltanto in Armageddon. E dobbiamo ammirare la compostezza e la forza dimostrata da Carlsen quando nell’Armageddon si era venuta a creare una posizione per lui pericolosa fra la mossa 35 e la 40: in quel frangente non ha perso la testa, non è caduto in affanno come avrebbero fatto in molti, ma ha saputo trovare, da campione, una variante con sacrificio di regina che lo ha portato forzatamente ad una posizione di patta”.
“Ma Carlsen ha giocato come Nakamura o Nakamura ha giocato come Carlsen?” -è stato chiesto a Tomashevsky, che si è così espresso- : ”Per ora non ho una risposta, dovremmo analizzare bene tutte le partite per capire se c’è stato un piccolo indebolimento nel gioco di Carlsen o se Nakamura negli scacchi on-line è cresciuto fino al livello del norvegese. Forse il loro gioco si è ritrovato convergente ad un livello medio abbastanza alto. In ogni caso non solo io, ma la più parte degli esperti avevano dato a Nakamura pochissime possibilità in questa finale”.
Su Chess.com Peter Doggers non ha esitato a definire “memorabile” la lotta fra Carlsen e Nakamura ed ha riportato alcune dichiarazioni dei due.
Magnus Carlsen: “Non è stato questo il torneo in cui ho giocato meglio. Questa finale, come la semifinale, è stata solo una lunga lotta e un’altalena di emozioni tra gioia e nervosismo. Incredibilmente stressante e con tanti colpi di scena. Ma tutto in qualche maniera doveva pur finire”.
Hikaru Nakamura: “Non è stata proprio una sconfitta per me. Di solito nelle partite con Magnus ad un certo punto crollavo, mentre l’essere rimasto oggi sempre al suo livello è per me motivo di soddisfazione. Penso di aver giocato molto bene. Mi è stato chiesto come mai improvvisamente gioco meglio di prima contro Magnus. Beh, probabilmente Magnus non si è espresso al suo meglio mentre io sono molto sensibile al supporto dei miei sostenitori, il che non mi ha fatto sentire da solo nell’affrontare Magnus. Ecco, questo ha fatto una grande differenza”.
Apro una parentesi per ricordare che nelle partite classiche, a tempi regolari, Carlsen è fin qui in vantaggio su Nakamura per 14 vittorie (se non vado errato, altri scrivono 12) contro una sola sconfitta (con una ventina di patte), e che la sconfitta del campione del mondo risale al 2009.
Su chessbase.com Carlos Colodro (filologo spagnolo di origine boliviana) si sofferma più sugli aspetti tecnici e vede il momento cruciale del match nella sesta partita del settimo set, che Carlsen doveva assolutamente vincere, quando alla mossa n. 34 l’americano poteva pareggiare il gioco con …Ad1!, anziché Tdxf3?! In verità di momenti critici ce ne sono stati fin troppi … Curioso, qui su chessbase, il commento di un lettore: “se Magnus Carlsen si fosse offerto di condividere il premio in denaro, avrebbe acquistato tante altre simpatie in tutto il mondo!”. Beh, adesso cominciamo a pretendere un po’ troppo da Carlsen, forse!
Sul sito britannico di news “The Guardian” Leonard Barden ha titolato così: “Carlsen fights back from brink to overcome Nakamura in 38-game epic”, con sottotitolo: “Oltre 100.000 spettatori online hanno assistito alla maratona di sette giorni tra il campione del mondo e il campione degli Stati Uniti”.
Il novantunenne esperto maestro inglese prova a darci un suo parere sul gioco messo in mostra dai due: “Nakamura è fortissimo nel Rapid di 15 minuti e nel blitz di cinque minuti e ancora di più con un minuto, e in questa partita ha adottato un approccio psicologico che ha dato i suoi frutti. Ha preparato bene la fase iniziale delle partite, quindi ha scelto di giocare mosse ragionevoli che richiedevano poco tempo. Carlsen, che di norma è più veloce dei suoi avversari, in diverse partite è parso sorpreso dalla fiducia dell’avversario ed ha giocato troppo lentamente. Un secondo fattore che ha aiutato l’americano è stata la sua capacità di resistere in posizioni difficili, proprio quella che nel passato era parsa una debolezza nel suo gioco”.

Resta sempre assai diffuso l’interesse per gli scacchi nei paesi di lingua spagnola.
Sul foglio sportivo “Marca” è stato pubblicato un post di Jesus Boyero dal significativo titolo “Magnus Carlsen, campeón en el último segundo”, quasi come se per il norvegese ci fosse stato qui in palio il titolo mondiale. Gli rubiamo la prima parte del titolo per il titolo di questo nostro post, e le sue parole sull’ultimo emozionante blitz: “…. due grandi maestri quasi letteralmente KO, sfiniti come pugili che non smettono di colpire …. qualcosa che ci ha ricordato i mitici duelli Kasparov-Karpov”.
Un nome assai noto, quello di Leontxo Garcia, appare invece su “El Paìs”. Il titolo del suo articolo è stato: “Carlsen derriba a Nakamura en la muerte súbita del día D-day”. Curioso come anche nel corpo dell’articolo Garcia scelga sempre la dicitura “muerte sùbita” (“morte improvvisa”) anziché l’attuale e più comoda “Armageddon”, espressione che dovrebbe essere più un tributo all’ebraico (Har Megiddo è un monte vicino Nazareth dove si combatterono nell’antichità alcune battaglie decisive) che al celebre omonimo film del 1998 di Michael Bay.
Ed è altrettanto drammaticamente teatrale Leontxo nel suo incipit: “Se Magnus Carlsen o Hikaru Nakamura avessero sofferto di una malattia coronarica, sarebbero morti oggi, in questo gran finale”. Quindi accenna ai complimenti che Carlsen ha fatto a Nakamura: “Nakamura ha dimostrato una capacità di recupero impressionante e non sempre sono stato in grado di sfruttare al meglio le sue debolezze”.
Più avanti Leontxo Garcia riferisce un commento di Peter Leko alle scelte di Nakamura, chiaramente condividendo l’osservazione del GM ungherese: “Nakamura ha iniziato sempre di Bianco con 1.e4, pur sapendo che Carlsen lo avrebbe invitato ad entrare in varianti dell’apertura spagnola che portano ad un gioco molto posizionale, dove il norvegese è a dir poco invincibile. E’ vero che Nakamura è migliorato molto in quel campo, ma la sua stessa esperienza avrebbe dovuto suggerirgli che il tentativo migliore per lui contro Carlsen è quello di portare la lotta nel buio, nelle scaramucce tattiche, nel corpo a corpo”. Beh, questo lo avevamo pensato in molti, ma ci vorrebbe la controprova e probabilmente nel gioco veloce Nakamura non se l’è sentita di discostarsi da posizioni più tradizionali.
Leontxo menziona quindi, dopo un’analisi delle varie fasi di gioco, un non trascurabile particolare: “Parte del denaro raccolto da Chess24 e dai giocatori durante il circuito Magnus Carlsen sarà devoluto a Kiva, un’organizzazione che raccoglie fondi per finanziare microcrediti a persone o comunità bisognose in tutto il mondo”. Bravissimi!
E il giornalista spagnolo chiude il suo articolo con un’osservazione che abbracciamo con entusiasmo: “Promuovere massicciamente uno sport che insegna a pensare, quando sembra che tanti nel mondo abbiano smesso di farlo correttamente, non può essere un male”.
Complimenti Sig. Moneta !!! OTTIMO articolo !! Grazie!!
Effettivamente CARLSEN da CHESSGAMES:COM è
in vantaggio a CADENZA CLASSICA 14 a 1 con 25 patte:
Giochi classici: Magnus Carlsen ha battuto Hikaru Nakamura per 14 a 1, con 25 pareggi.
Cordiali Saluti.
Gigiolix, ti ringrazio e ricambio cordialmente i saluti. Alla prossima!