Alessandro Sanvito, l’allievo di Adriano Chicco
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Festschrift in Honor of Alessandro Sanvito, Vienna 2010
(Roberto C.)
Alessandro Sanvito, affermato storico degli scacchi di livello mondiale, era sofferente da un paio d’anni ed è deceduto il 19 ottobre 2020 a Bresso (Milano) dove viveva; avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 14 dicembre.
Dedicò la sua vita agli scacchi: già nel 1999 l’Associazione Maestri Italiani di Scacchi (AMIS), presieduta da Alvise Zichichi, gli conferì il premio ‘Gioacchino Greco, una vita per gli scacchi’ e, successivamente, la Federazione Scacchistica Italiana gli conferì il titolo di “Maestro ad honorem” per i suoi meriti nel campo della storia degli scacchi e per la sua attività propagandistica.
Fu l’allievo prediletto di Adriano Chicco, il più grande storico degli scacchi italiano: ‘tanto vasta ed imponente è stata la portata del suo lavoro’ sono parole dello stesso Sanvito, da tutti considerato il suo successore, che lui definiva ‘il mio Maestro’. Da quel loro primo incontro nel 1973 iniziò una intensa e proficua collaborazione tra i due durata diciassette anni, fino alla morte di Chicco avvenuta trentanni fa nel 1990.
Sanvito è stato sicuramente un collezionista ma era piuttosto uno storico degli scacchi, soprattutto del primo periodo fino al 1700. Non sono pochi gli esperti che lo ritengono parte di un ristretto gruppo di eminenti storici e ricercatori del gioco degli scacchi di tutto il mondo. Chi ha avuto il piacere e l’onore di entrare nel suo studiolo ha raccontato che ogni cosa era ordinata con precisione: sia alcuni testi originali di importanti antichi libri di scacchi italiani che le copie degli antichi testi manoscritti degli scacchi che era riuscito a scovare nel suo minuzioso lavoro di ricerca nelle biblioteche italiane ed estere.
Tra le sue pubblicazioni figurano almeno una ventina di libri, alcuni importanti studi editi come supplementi de L’Italia Scacchistica (sulla storia scacchistica lombarda, sulla storia del gioco a quattro giocatori, sugli antichi pezzi medievali di Venafro e di Villa Villoresi e oltre duecento articoli su specializzate riviste italiane ed estere.
Voglio prima di tutto evidenziare questi due libri che hanno indirizzato le mie scelte nel campo del collezionismo scacchistico e, ne sono sicuro, quelle di molti altri italiani:
Figure di Scacchi (Mursia 1992), un libro che mancava nell’editoria italiana, ricco di fotografie a colori nel quale ha raccontato la storia degli scacchi attraverso la forma dei pezzi e presentato delle serie di appartenenza privata o di proprietà museale.
L’arte degli scacchi (Sylvestre Bonnard 2000), il catalogo della grande bellissima mostra scacchistica da lui allestita a Firenze in occasione del IX congresso mondiale CCI e che ho personalmente ammirato con grande stupore.

Non a caso era stato nominato Presidente Onorario della sezione italiana della Chess Collectors International.
Scrisse degli studi approfonditi sugli antichi Scacchi manoscritti (Caissa Italia, 2008) e su I codici scacchistici di Giulio Cesare Polerio e Gioacchino Greco (Messaggerie Scacchistiche, 2008) dedicato alla memoria di Alvise Zichichi.
E anche il Libro del quale si tratta della maniera et modo di giocare a scacchi di Oratio Gianutio. L’inedito manoscritto del più antico libro italiano di scacchi sulla teoria del gioco (Messaggerie Scacchistiche, 2011) che dedicò alla memoria di Kenneth Whyld e I codici scacchistici del Bonus Socius e del Civis Bononiae (Messaggerie Scacchistiche, 2014) che dedicò alla memoria di Enrico Paoli.
Notevole ci pare l’aggettivo giusto per aver curato l’edizione critica del Dilettevole e Giudizioso Giuoco de Scacchi (Sylvestre Bonnard 1998), scritto a quattro mani con l’inglese Kenneth Whyld, per Scacchi e tavole da gioco nella collezione Carrand (Coll. Lo Specchio del Bargello, 47 Firenze 2000), per Antiche e nuove regole: e nel `500 il gioco degli scacchi cambiò concezione (pubblicato in ‘Gli scacchi e il chiostro’ – Convegno nazionale di studi, Brescia 2006), per Il De ludo scachorum di Luca Pacioli scritto appositamente per Evoluzione rinascimentale di un gioco matematico (Aboca Edizioni 2007) e anche per la Bibliografia italiana degli scacchi. Dalle origini al 2015 (Le Due Torri 2015), indispensabile strumento per bibliofili, collezionisti e scacchisti curiosi…

Studioso conosciuto ed apprezzatissimo all’estero tenne conferenze in diverse città europee: Londra 1987, Parigi 1992, Amsterdam 2005 e Vienna 2010 dove ricevette il “Festschrift in Honor of Alessandro Sanvito” ed il primo dei due grossi volumi scritti in suo onore (Refordis Verlag, 2010), contenenti articoli di storici degli scacchi di tutto il mondo.
Con queste parole lo ha ricordato dal Venezuela Uvencio Blanco Hernández: “La sua partenza è una vera perdita per la memoria storica degli scacchi italiani e mondiali. Il suo lavoro rimane un esempio di lavoro, dedizione e passione permanente per la ricerca della verità storica negli scacchi” e Nadja Wittmann, web editor di ChessBase: “Il mondo degli scacchi perde un grande amico”.

A me rimangono molti dei suoi scritti, quelli che sono riuscito a recuperare, qualche lettera ed alcuni ricordi personali: quello del 1992 quando mi inviò una copia, con una sua breve dedica, dell’edizione privata L’Opera scacchistica di Adriano Chicco (contenente circa 500 voci !) e tra quelle poche occasioni ufficiali di incontro quella del 2015, durante il 9° Congresso dei collezionisti italiani di Como, quando dopo il mio intervento (Inedite testimonianze sugli scacchi “Italia”) si alzò dalla sedia dov’era seduto e si avvicinò con un sorriso per dirmi: ‘Bravo, ricerca molto interessante‘; era un uomo di poche parole dette e molte, di altissima qualità, quelle scritte.
Aveva un pensiero ed una buona parola per tutti. Ciao Alessandro, grazie !