La “Primavera di Praga” di Vladimir Simagin (dedicato a Kavalek)
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(Claudio S.)
“…. Quando la piazza fermò la sua vita sudava sangue la folla ferita,
quando la fiamma col suo fumo nero lasciò la terra e si alzò verso il cielo ….” (da “Primavera di Praga” di Francesco Guccini)
Una notizia triste è giunta ieri mattina da Reston (Virginia), dove viveva il Grande Maestro Lubomir Kavalek, venuto improvvisamente a mancare il 18 di gennaio. Kavalek era nato il 9 agosto del 1943 a Praga. A lui UnoScacchista vuole dedicare questo post di Claudio Sericano, preparato il mese scorso, post di cui Kavalek è attore principale insieme a Simagin e del quale a tale scopo anticipiamo l’uscita. Riposa in pace, Lubomir. (nota della Redazione)
Il 21 agosto del 1968 si chiudeva la Primavera di Praga, schiacciata da 160.000 uomini e 5.000 carri armati. In quei giorni si stava disputando un forte torneo a Polanica Zdroj (Bassa Slesia, monti Sudeti Occidentali, Polonia), il “Memorial Rubinstein”, la cui prima edizione risale al 1963. La cittadina si trova a meno di 30 km dal confine con l’attuale Repubblica Ceca, sulla strada per Praga. Questa fu la classifica finale del torneo del 1968:
1°Smyslov 11,5/15, 2°Kavalek 10,5, 3°-5°Doda, Padevsky e Simagin 9, 6°Jansa 8,5, 7°-8°Adamski J., Schmidt 8, 9°Pietzsch 7,5, 10°-11°Kostro e Soos 7, 12°-13°Bilek e Forintos 6,5, 14°Golz 5, 15°Grabczewski 4, 16°Bednarski 3.
Il Memorial vide il successo dell’ex campione mondiale Vasilij Smyslov, il quale, nonostante la sconfitta patita per mano del tedesco Wolfgang Pietzsch, staccò di un punto l’imbattuto Kavalek. Il bravo polacco Zbigniew Doda giunse terzo insieme al bulgaro Padevsky e a Simagin.
Al penultimo turno s’incontrarono il sovietico Vladimir Simagin e il cecoslovacco Lubomir Kavalek, in seguito statunitense.
Kavalek (Praga 9.8.1943-Reston 18.1.2021) era allora un venticinquenne ambizioso e in forte crescita. Il gioco di Simagin era insieme delicato e deciso, fantasioso e artistico, un po’ come il personaggio, semplice e umile ma alieno da compromessi, quasi somigliava a certe incantevoli “danze” del suo illustre musicista conterraneo (anche lui era di Mosca) Aleksandr Skrjabin.
Prima della partita piombò improvvisa la notizia che decine di carri armati sovietici erano entrati in Praga a soffocare la breve “Primavera” di Alexander Dubček e di Jan Palach. Era il 21 agosto del 1968. Quel momento ed episodi successivi vennero dopo tanti anni ricordati dallo stesso Lubomir Kavalek (che non fece più ritorno in patria) in un articolo dal titolo “Chess in the time war” pubblicato nel 2014 su “Huffington Post” e che qui in parte riprendo:
““Svegliati! Siamo in guerra!”, mi aveva gridato mia moglie.
Poco dopo ho visto Simagin camminare avanti e indietro nella hall dell’albergo polacco, ripetendo: “Gente stupida!, gente stupida!”. Cosa fanno gli scacchisti in questi casi? Alzano la voce o tacciono? A Polanica si seguitava a giocare e Smyslov, col quale lottavo per il primato, pareva imperturbabile, del tutto tranquillo.
Simagin invece, che di Smyslov era stato allenatore nel mondiale del 1950, era “exhausted and distressed”. Lui pensava che nella vita non ci dovesse esser posto per la guerra se non fra le 64 caselle. Giocammo nervosamente e alla fine rimasi con la Torre contro un suo Cavallo. Avevo la sensazione che la mia torre stesse lottando contro centinaia di carri armati. Ci accordammo per la patta.
Ma la guerra stava finendo di spezzare il suo cuore. Appena un mese dopo, il 25 settembre, a 49 anni, Vladimir Pavlovich Simagin moriva per un attacco cardiaco durante il torneo di Kislovodsk”…
Io ho lasciato la Cecoslovacchia il 1° settembre 1968 e ho potuto farvi ritorno solo dopo 21 anni. Ci sono voluti 23 anni prima che l’occupazione sovietica della Cecoslovacchia finisse nel 1991…
… Alle Olimpiadi di Lugano dell’ottobre 1968 (appena 45 giorni dopo) Jan Smejkal chiese ai suoi compagni cechi di giocare contro i sovietici indossando un nastro nero al bavero e la maggior parte di loro lo fece. Boris Spassky fu sincero: “Anche i cechi combattono per noi”, disse Boris in presenza della squadra sovietica e di un informatore del KGB”.
Vladimir Simagin, del quale in passato si è già parlato in questo Blog, fu soprattutto un eccellente teorico, che diede un notevole contributo alla teoria delle aperture e all’analisi del mediogioco.
Una volta fecero osservare a Simagin che le più belle partite di scacchi presentano per lo più delle lunghe combinazioni con una prima mossa inattesa. Lui giustamente replicò che ciò che dovremmo ammirare di più non è quella “prima mossa inattesa”, ma “la capacità di creare una posizione dove si renda possibile la prima mossa di una combinazione”.
Un esempio del gioco di Simagin e dei suoi preferiti e originali trattamenti delle aperture lo si ha in questa partita, giocata appunto a Polanica Zdroj nell’agosto del 1968, poche settimane prima della sua morte:
Simagin – Doda
6° Memorial Rubinstein
Polanica-Zdroj (POL), agosto 1968
“ …. quando ciascuno ebbe tinta la mano
quando quel fumo si sparse lontano
Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava
all’orizzonte del cielo di Praga ….”
(F.Guccini)
Hola amigos:
Deseo felicitar la genial idea de haber creado esta página de ” UNOSCACCHISTA ” !!!
Muchas gracias, amigo ajedrecista!