Matteo Gladig, un campione italiano ufficioso
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(Adolivio Capece)
“Notizie dall’estero. Trieste. Il campionato sociale 1905 è stato vinto da Matteo Gladig, al secondo posto Giovanni Martinolich.”
Devo dire che fa un certo effetto, leggendo le prime annate de ‘L’Italia Scacchistica’, trovare le notizie da Trieste inserite nella sezione ‘Estero’. Ma Trieste divenne ufficialmente italiana solo nel 1918, alla fine della prima Guerra Mondiale. Fino a quel momento la città era stata un possedimento dell’Impero Austro-Ungarico.
Ha scritto Riccardo Moneta in un ‘post’ relativo a Giovanni Martinolich, che vi invito a leggere prima di proseguire [“GM, Giovanni Martinolich (1884-1910)“] :
“Trieste, dopo essere stata a lungo “porto franco”, era, ai tempi di Martinolich (e Gladig), la terza più grande città dell’Impero austro-ungarico e uno dei principali porti europei sul Mediterraneo, certamente il più importante per Vienna. Ed era anche un centro multiculturale di primario rilievo: vi vivevano, ad esempio, nei primi anni del Novecento lo scrittore Aron Hector Schmitz (meglio noto come Italo Svevo) e il poeta irlandese James Joyce, il quale proprio a Trieste ultimò il suo capolavoro “Gente di Dublino”.”
Oggi ci occuperemo di Matteo Gladig, forte giocatore – come vedremo – anche se quasi sconosciuto alla gran parte degli scacchisti, grande amico di Martinolich, e con lui fondatore nel 1904 della Società Scacchistica Triestina. Nell’immagine di apertura Gladig è al centro, fra Foraboschi e Tonetti.
La data di nascita di Gladig non è conosciuta: l’anno dovrebbe essere il 1880 (‘circa’, come recita il ‘Dizionario’ di Chicco e Porreca); non si sa quando e da chi abbia imparato a giocare, ma è possibile che già da ragazzino sia stato allievo di Vincenzo Hruby, insegnante di scuola elementare di origine boema, considerato il primo maestro di scacchi triestino (morirà nel 1917).
E poi è probabile che, insieme a Martinolich che divenne suo grande amico, si sia perfezionato alla “Società Filarmonica” di Trieste, che il problemista Nicolò Sardotsch diresse fino alla morte avvenuta nel 1898; da ricordare che il figlio di Sardotsch, pure appassionato del gioco, successivamente modificò il cognome in Sardos e con questo nome prese parte a vari tornei italiani.
Nel 1903 Martinolich e Gladig inviarono una lettera ufficiale al Governatore Austriaco della città chiedendo l’autorizzazione a costituire il club scacchistico, autorizzazione che a quanto pare venne concessa, dato che nel 1904 si ha notizia del primo campionato sociale vinto da Vincenzo Hruby con Martinolich secondo, e nel 1905 del secondo campionato, vinto, come abbiamo detto, da Gladig con Martinolich ancora secondo.
Ricordiamo che, come si legge nel summenzionato ‘post’ di Riccardo Moneta, nell’ottobre 1906 Martinolich andò a giocare a Milano il 4° torneo della “Unione Scacchistica Italiana”, che può essere considerato alla stregua di un Campionato Italiano. Qui avvenne la sua consacrazione, perché sorprendentemente, ad appena 22 anni, riuscì a mettere in fila i nostri migliori giocatori del tempo: Stefano Rosselli del Turco, Arturo Reggio, Luigi Miliani.
Va detto che nonostante il forte legame d’interessi e dipendenza con l’Austria, il sentimento di appartenenza alla lingua e cultura italiana portò fin dall’inizio i giocatori della Scacchistica Triestina a sentirsi giocatori italiani ed a partecipare dunque ai principali tornei italiani (non ancora ufficialmente ‘campionati italiani’ dato che la Federazione nazionale vera e propria nascerà solo nel 1920, ma sostanzialmente tali) con risultati eccellenti. Del resto quando nel 1910 il governatore austriaco Konrad zu Hohenlohe-Schillingsfurst fece effettuare un censimento ufficiale emerse che il 51% della popolazione totale parlava italiano e nutriva grandi sentimenti di italianità.
Nel 1909 Martinolich si prese la rivincita su Gladig, che nel frattempo era diventato insegnante alle scuole elementari, vincendo il torneo sociale della “Scacchistica Triestina” staccando l’amico e rivale di ben 1,5 punti.
Ma quando nello stesso 1909 passò da Trieste Oldřich Duras, che allora figurava tra i dieci più forti del mondo, fu Gladig ad affrontarlo in un match di 4 partite che finì in parità, con una vittoria per parte e due patte.
Seguiamo il successo di Gladig.
Oldrich Duras – Matteo Gladig
Match, Trieste 1909
(Note tratte da ‘Storia degli scacchi in Italia’ di Chicco e Rosino)
Arriviamo così al 1910. Il 18 luglio Gladig partì per andare a giocare ad Amburgo il 17º Congresso della Federazione Tedesca. Fu ammesso nel Principale B, 16 giocatori, secondo torneo per importanza dopo il Magistrale (che sarà vinto da Schlechter); fu iscritto come giocatore di ‘Austria-Ungheria’. Gladig iniziò con due vittorie (che proponiamo qui di seguito), e due sconfitte. Vinse con con Carls, che poi arriverà secondo nel torneo, e con J.C. Rosenthal (1881-1954) polacco nato nell’impero russo, poi dopo un periodo trascorso in Olanda, scappato negli Stati Uniti proprio subito dopo il torneo di Amburgo: da non confondere con il più celebre Samuel (del resto morto nel 1902).
Perse con Bush e Mayer, che alla fine si piazzarono a metà classifica.
Jacob Carl Rosenthal – Matteo Gladig
Amburgo 1910
Matteo Gladig – Carl Johan Margot Carls
Amburgo 1910
Improvvisamente dopo il 4’ turno si ritirò. Evidentemente il ritiro fu dovuto alla notizia dell’infarto che aveva colpito l’amico Martinolich, che sarebbe infatti morto pochi giorni dopo.
Nel dicembre 1910 giunse a Trieste Karl Schlechter (che, ricordiamo, a febbraio aveva pareggiato il mondiale con Lasker – quello famoso perché per ottenere il titolo lo sfidante avrebbe dovuto concludere con due punti di vantaggio – e in agosto aveva vinto il torneo di Amburgo) che il 7 dicembre si esibì simultanea (su 20 scacchiere), poi in una simultanea alla cieca l’8 (vinse 6 partite su 6) e il 9 giocò una partita proprio con Gladig, una partita che sebbene amichevole fu giocata con grande serietà da entrambi e finì pari dopo 4 ore.
Nel 1911 Matteo Gladig andò a Roma a giocare il 5’ torneo nazionale dell’USI (8-15 ottobre).
In gara nove giocatori, tra i quali Rosselli, Reggio, Marotti e anche Giuseppe Benini padre della celebre Clarice.
A sorpresa Gladig vinse e venne proclamato “campione italiano” (il titolo USI però non fu riconosciuto dalla FSI, la Federazione Scacchistica Italiana, dopo che fu fondata nel 1920).
La classifica di Roma 1911:
Una curiosità: quello di Roma 1911 fu il secondo torneo italiano giocato con l’uso dell’orologio. La cadenza era 2 ore per 30 mosse, poi 15 per ogni ora successiva; ebbene Gladig perse per il tempo con Bonanno!
Dell’Unione Scacchistica Italiana (USI) si hanno già notizie del 1894, quando fu tentato un congresso costitutivo, di cui diede notizia la Nuova Rivista degli Scacchi. Tuttavia l’Unione Scacchistica, risulta ufficialmente fondata solo nel 1898, dopo varie vicissitudini e contrasti, da Augusto Guglielmetti (Roma 1864-1936).
Organizzò vari tornei (tra i quali quello del 1906 vinto da Martinolich) fino al 1911, quando ancora a Roma organizzò un torneo nazionale che avrebbe dovuto celebrare il Cinquantenario dell’Unità d’Italia (ma a questo torneo fu preferito quello di Sanremo): 9 giocatori si affrontarono a girone doppio nell’arco di tre settimane, stando a quanto riporta L’Italia Scacchistica; al vincitore, il triestino Matteo Gladig, fu attribuito ufficialmente per la prima volta il titolo di Campione Italiano. Ma proprio alla fine del 1911 l’USI concluse la sua attività.
Su L’Italia Scacchistica del 1911 furono pubblicate due partite di Gladig del torneo di Roma: la Cenni – Gladig (0:1) commentata da Cenni, e la Gladig – Rosselli (patta) commentata da Rosselli.
Matteo Gladig – Stefano Rosselli del Turco
Roma 1911
Commenti di Stefano Rosselli del Turco
Giovanni Cenni – Matteo Gladig
Roma 1911
Commenti di Giovanni Cenni
Non abbiamo altre notizie di Matteo Gladig fino al 23 maggio 1915.
Recitano i libri di storia: “alla notizia della dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria, a Trieste avvennero degli episodi di violenza. I filoaustriaci incendiarono la Lega Nazionale, il Palazzo Tonello (dove si trovava la redazione del quotidiano irredentista “Il Piccolo”) e l’edificio della Ginnastica Triestina, associazione sportiva irredentista. Un migliaio di triestini non vollero combattere sotto le bandiere austro-ungariche e si arruolarono nel regio esercito.”
Anche Matteo Gladig, sentendosi fortemente italiano, non volle assoggettarsi a combattere nella grande guerra per l’impero Austro-Ungarico, ma fu sfortunato: mentre cercava di raggiungere le truppe italiane fu fermato, arrestato e mandato in carcere a Lubiana dove morì nel 1915. Morì “in circostanze non chiare” si legge su ‘Storia degli scacchi in Italia’ di Chicco e Rosino.
Ma su L’Italia Scacchistica 1915 leggiamo: “Il Maestro Matteo Gladig, secondo quanto riferisce un profugo triestino, tentò di disertare dalle file austriache per passare alle nostre, ma fu sorpreso ed arrestato. Ignorasi la sua sorte ma l’informatore crede che sia stato fucilato.” Purtroppo probabilmente la realtà è peggiore: sembra che Gladig sia stato impiccato, dato che gli austro-ungarici lo consideravano disertore.
Permettetemi di concludere con un mio ricordo di Enrico Paoli, importante personaggio dello scacchismo italiano, nato a Trieste nel 1908.
Una volta mi ha raccontato che aveva imparato a giocare a scacchi in casa verso i 5 anni, si era appassionato ma non trovava nessuno con cui giocare.
Ma un giorno, aveva circa 6 anni, era passato davanti al caffè San Marco e dalle vetrate aveva visto delle persone che giocavano: era la sede della SST, la Scacchistica Triestina. Si era fermato a guardare con il naso appoggiato al vetro: era troppo piccolo e senza soldi per poter entrare.
Ad un certo punto un signore (forse Hruby, forse lo stesso Gladig, entrambi insegnanti elementari, chissà) uscì e gli chiese ‘Sai giocare?’. Alla risposta affermativa lo fece entrare e il piccolo Enrico stupì tutti per la sua bravura.
In seguito Paoli nel periodo tra le due guerre si trasferirà a Reggio Emilia, dove per avere il tempo di poter giocare a scacchi si accontentò di fare l’insegnante elementare e, come noto, diede vita a quello che diventerà il più importante torneo italiano, il Torneo di Capodanno che proseguirà per oltre 50 anni.
E’ morto a Reggio Emilia nel 2005.