[R] John Cage scacchista
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R I S T A M P A
(Adolivio Capece)
Il 5 settembre 2012 il mondo celebrò il centenario della nascita di John Cage, musicista di avanguardia, per noi importante poiché era anche un grande appassionato di scacchi (giocò tra gli altri con Marcel Duchamp, prese anche lezioni dal Grande Maestro inglese Raymond Keene).
Radio3 RAI gli dedicò l’intera giornata, ma in precedenza, il 25 giugno, la Accademia Filarmonica Romana aveva dedicato a Cage le prime due giornate della stagione 2012, organizzando in quella inaugurale anche una manifestazione scacchistica, ovvero una esibizione in ‘simultanea’ tenuta da Stefano Mensurati, giornalista di Radio Rai 1 (e anche Candidato-Maestro). Nella simultanea giocarono varie personalità, tra le quali va segnalato il cantautore Mimmo Locasciulli (discreto giocatore).
Intervennero anche la giovane campionessa Daniela Movileanu e altri giovani scacchisti di Frascati Scacchi accompagnati da Rosario Lucio Ragonese.
Inoltre, erano presenti come ospiti d’onore i fratelli Marina e Sabino Brunello (invitati a Roma da Piero Angela per la registrazione di un ‘pezzo’ per Superquark il giorno successivo).
L’inaugurazione ufficiale avvenne alla presenza del Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti (che come è noto è il fratello di Luca, l’attore che interpreta la serie del commissario Montalbano), che nell’occasione giocò “la prima mossa” della simultanea.
A me fu dato il compito di realizzare una relazione su John Cage, che qui ripropongo.
John Cage ‘scacchista’
John Cage, musicista, compositore, artista d’avanguardia, imparò a giocare a scacchi (forse solo a muovere i pezzi) probabilmente nel 1927, a 15 anni, sugli echi del campionato del mondo tra Capablanca e Alekhine a Buenos Aires (che ebbe una risonanza che può essere paragonata a quello che accadrà poi nel 1972 con il mondiale tra Bobby Fischer e Boris Spassky a Reykjavik).
Dopo il college Cage viaggiò per l’Europa interessandosi alla musica e alla pittura: imparò a scrivere musica (le prime composizioni, brevi e basate su formule matematiche le compose prima dei 20 anni) e iniziò, come scrisse lui stesso, “a far visita ogni tanto alla pittura”.
E frequentando l’ambiente dei musicisti e degli artisti specialmente mentre studiava musica a Parigi ebbe modo di giocare a scacchi. Gli scacchi erano allora molto diffusi tra i più grandi musicisti e compositori dell’epoca (i più noti Ravel, Prokofief, Stravinski, Oistrach, e poi Delage, Casella, de Falla, Roussel, Vignore, Lavagne, Hönle, Jolivet, Ferchault, ecc.).
In questo periodo conobbe anche molti pittori tra i quali Marcel Duchamp. Scrisse “Poi ho sempre ammirato Duchamp … gli chiesi di insegnarmi a giocare a scacchi … gli scacchi agiscono da elemento equilibratore al mio interesse per il caso.”
E Duchamp quando nel 1944-45 organizzò a New York la mostra “The imagery of chess” insieme a Max Ernst e Man Ray, per la Galleria Julien Levy (gallerista mecenate e accanito scacchista) con l’idea di ‘ridisegnare’ la scacchiera e i pezzi e creare opere che esplorassero le immagini e i simboli degli scacchi, lo invitò a partecipare: Cage presentò “Chess pieces”, una partitura per pianoforte che dipinse (inchiostro e acquerello, abbinando il nuovo interesse per la grafica alle rudimentali conoscenze giovanili di pittura) su una scacchiera di carta, distribuendo le note sulla 64 caselle.

La musica, della durata di poco più di 7 minuti (7 e 48 secondi), era stata suonata al pianoforte da Margaret Leng Tan, che in una intervista aveva detto “In questo brano ci sono dei gruppi di note che ricordano ciascuno un pezzo degli scacchi”.
Negli anni della stretta vicinanza con l’artista francese, Cage indaga sull’universo pianistico: un periodo che Cage definirà “Cage & Duchamp”. Dall’influsso scacchistico (il silenzio negli scacchi) nasce per esempio la famosa e celebrata “4’33’’” del 1952, praticamente il silenzio prima del suono, i preliminari, la preparazione, che infatti può essere messa in atto da musicisti e non, davanti a qualsiasi strumento, prima dell’approccio allo strumento: arte concettuale in purezza, lavoro emblematico che fa riflettere sull’atto di fare musica.
Pur essendo molto appassionato, Cage non giocava molto bene né era esperto di storia degli scacchi; per questo quando nel 1959, grazie a Luciano Berio, partecipò alla trasmissione ‘Lascia o Raddoppia’ di Mike Bongiorno, di fronte alla alternativa se presentarsi sugli scacchi, la sua passione, o sui funghi, scelse la seconda materia (anche perché sembra che a Mike allora gli scacchi non interessassero molto***) sulla quale era sicuramente assai più preparato.

Stando ad un articolo, pubblicato anni dopo da ‘Repubblica’, scritto da Umberto Eco, che all’epoca lo frequentava insieme a Luciano Berio, Cage si fermò alla penultima domanda rinunciando al raddoppio finale, e vincendo due milioni e mezzo di lire; va sottolineato che questa testimonianza contraddice quanto scritto quasi ovunque dove si dice che vinse i 5 milioni finali, cosa che lo stesso Cage ha affermato in una intervista concessa oltre trent’anni dopo, nel 1991.
La passione di Cage restavano comunque gli scacchi. Anzi ci teneva tanto a migliorare a scacchi (e avrebbe voluto battere Duchamp, che aveva conquistato il titolo di maestro nazionale francese) che per questo prese lezioni da Raymond Keene, il celebre Grande Maestro inglese, tra l’altro nominato baronetto proprio per meriti scacchistici. Ma fu inutile.
Il top scacchistico venne raggiunto nel 1968 al Ryerson Polytechnic di Toronto nella performance ‘Reunion’, che Cage organizzò invitando Duchamp e la moglie Teeny.

Cage fece preparare (da Lowell Cross) una scacchiera tipo quelle da viaggio, con le caselle con un buco al centro ed i pezzi sostenuti da un supporto da inserire nei buchi, che fu appoggiata sopra ad una tastiera elettronica. Da un lato alcuni musicisti (tra i quali David Tudor, Gordon Mumma e David Behrman) suonavano e vari faretti illuminavano la scena. Effettuando le mosse, ovvero inserendo il pezzo in una casella, si creava un collegamento (tramite fotocellule) con la tastiera sottostante che lasciava passare, oppure bloccava, la musica ovvero faceva accendere e spegnere i faretti, creando così una serie di effetti sinfonici e visivi. L’esibizione (e quindi la partita) durò un paio d’ore e sembra che già prima della fine tutti gli spettatori fossero andati via….

Quella partita secondo Cage aveva portato la vita nell’arte o l’arte nella vita… per questo la aveva denominata ‘Reunion’.
Il ricorso al caso si fonde significativamente con l’interesse per il rumore e le situazioni sonore inconsuete (già provato da Cage in ‘Imaginary lanscape’ del 1951, con 12 apparecchi radiofonici)
Cage continuò a giocare a scacchi anche dopo la morte di Duchamp (1969) e anzi ebbe a dire “sono molto migliorato, Duchamp ne sarebbe contento”.
Da ricordare che Cage conobbe anche Yoko Ono, come noto pure grande appassionata di scacchi, ma non si sa se i due abbiano mai giocato insieme.
Di Cage nei database risulta trascritta solo una partita giocata quando aveva quasi 80 anni, ma non è detto che sia autentica.
Cage John – Scala Eduardo [Apertura Reti, A09] 1991
1.g3 d5 2.Cf3 c5 3.Ag2 Cc6 4.d3 Cf6 5.c4 d4 6.0-0 e5 7.Cbd2 Ae7 8.Ce4 Cxe4 9.dxe4 0-0 10.e3 Ag4 11.exd4 Cxd4 12.Ae3 f5 13.Axd4 exd4 14.Dd3 Dc7 15.h3 Axf3 16.Axf3 f4 17.Ag4 Ad6 18.Tae1 fxg3 19.f3 Af4 20.Rg2 De5 patta.
Nel 1978 il ‘treno musicale di J.Cage’ lo portò a suonare in tre piccole stazioni dell’Emilia-Romagna.
Alla realizzazione dell’evento “Il treno di John Cage” parteciparono personalità del calibro di Walter Marchetti, Juan Hidalgo, Demetrio Stratos, Daniel Charles, 1978 (Archivio nazionale del cinema d’impresa, Fondo Ferrovie dello Stato)
John Cage morì, alla soglia degli 80 anni, a New York il 12 agosto del 1992.
Ricordiamo tra parentesi che Mike Bongiorno cambierà idea, diciamo così, nel 1972 sull’onda degli echi del match Fischer-Spassky, quando nella trasmissione televisiva “Rischiatutto” vennero proposti gli scacchi con il milanese Angelo Cillo, che per qualche settimana rimase campione.