Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Petr Arsenevic Romanovskij

9 min read

(Adolivio Capece)
Petr Arsenevic Romanovskji (ma lo si trova spesso traslitterato come ‘Romanovsky’) nacque a San Pietroburgo il 17 luglio del 1892 e morì a Mosca il primo marzo del 1964. L’immagine sotto il titolo mostra la copertina del libro monografico di I.Z. Romanov a lui dedicato.

L’infanzia e il primo torneo

Petr nacque in una famiglia di appassionati di scacchi e imparò a giocare da bambino a San Pietroburgo.
I suoi due fratelli maggiori Alexander (più anziano di 12 anni) ed Eugenio (più anziano di 8) giocavano a quanto pare piuttosto bene, soprattutto Alexander che nel gennaio 1906 (Petr aveva 13 anni) prese parte a San Pietroburgo al ‘Torneo di tutte le Russie’, vinto da Salwe con un punto di vantaggio su Blumenfeld e Rubinstein. Alexander si piazzò 6°-7°.

Il torneo iniziò con 17 giocatori, ma quasi subito in due si ritirarono – uno dei due fu Chigorin che abbandonò il torneo dopo 4 turni con 1 punto (una vinta, tre perse), forse per motivi di salute dovuti a quel diabete che nel gennaio di due anni dopo lo avrebbe portato alla morte -.
Probabilmente fu in questa occasione che, grazie al fratello, Petr conobbe il grande campione russo Chigorin.

A parte gli scacchi, va ricordato che Petr da ragazzino si appassionò anche alla musica.
Imparò a suonare gli strumenti popolari della tradizione russa, fra i quali la ‘balalaica’, come ricordò lui stesso in un suo scritto del 1941: «Amo moltissimo le canzoni popolari russe. Nei miei anni giovanili mi è capitato di dover vivere in un povero paese di campagna, dove lavoravo come garzone. Aiutavo ad arare, accudivo gli animali e di notte, con i vecchi del luogo, andavo a pescare sulle pittoresche rive del lago che si trovava vicino al paese. Fu cantando e suonando insieme ai contadini, ai giovani e alle ragazze, che imparai il valore dell’armonia popolare russa. Quando tornai a San Pietroburgo quella musica e quelle canzoni mi si erano impresse nell’animo e non le ho mai dimenticate».
Prima di parlare della attività scacchistica, ricordiamo che Romanovskij era un impiegato di banca.

Il primo torneo di scacchi ufficiale Petr lo giocò nel 1908, a 15 anni e mezzo.
Accadde per caso. Stando alla testimonianza di Kotov e Yudovich “Petr sostituì all’ultimo momento il fratello Alexander, che si era ammalato, nel torneo al St. Petersburg Chess Club. Era la prima volta che giocava con l’orologio.
Sconfisse il Maestro Sergej Frejman (che alla fine vinse il torneo alla pari con Karl Rosenkrantz) e subito fu promosso alla Prima Categoria”.

Il suo primo torneo importante fu però quello che si svolse a San Pietroburgo, tra febbraio e marzo 1909: era il primo torneo internazionale in memoria di Chigorin.
Furono organizzati un ben noto torneo Principale (vinto da Lasker e Rubinstein) e un meno noto torneo minore definito ‘per amatori’ (Hauptturnier, con 17 giocatori), che fu vinto da Alekhine (+12 =2 -2) con un punto su George Rotlewi e uno e mezzo su Berhnardt Gregory.
Romanovskij giocò in questo torneo e arrivò decimo/undicesimo su 17 (+6 =2 –8), ma ebbe la soddisfazione di infliggere al vincitore una delle due sconfitte (l’altro che sconfisse Alekhine fu Dawid Daniuszewski).

Eccola!

Petr nel 1909

Poche settimane dopo, ancora a San Pietroburgo ci fu un altro torneo (con 14 giocatori): Romanovskij arrivò terzo, tre punti dietro al vincitore Levenfish e uno dietro Rikhard Plats, secondo.
Apro una breve parentesi su Plats (che era nato un anno prima di Petr): in seguito i due si ritroveranno più volte nei tornei, inoltre nei libri sui finali di Van Perlo e di A. Avni risultano su ciascuno due diverse partite tra loro giocate nel 1916 (non è specificato se in una sfida, in un torneo o in un incontro a squadre), con Romanovskij che in entrambe sciupa la posizione (perde un finale patto e patta un finale vinto).

Maestro Nazionale: nel 1914 oppure 6 anni dopo, nel 1920?

Non è chiaro quando Romanovskij abbia ottenuto il titolo di Maestro Nazionale. Ci sono due versioni: 1914 e 1920. Vediamole.

Tra luglio e agosto 1914 venne organizzato un grande evento scacchistico a Mannheim, il 19° Congresso della Federazione Tedesca, con un torneo principale (torneo A) e vari tornei secondari (tornei B – Hauptturnier).
Dopo 11 turni il torneo principale (torneo A) viene interrotto per lo scoppio della Guerra e la vittoria assegnata ad Alekhine, che in quel momento era in testa con 9 vittorie, una patta e una persa e un punto di vantaggio su Vidmar, ma la decisione suscitò molte proteste: Vidmar infatti aveva incontrato quasi tutti i primi in classifica ed era imbattuto, mentre Alekhine aveva perso con Janowski; non era però ancora stato giocato l’incontro diretto.
Se il Principale fu interrotto, fecero però in tempo a svolgersi i vari tornei secondari a 10 giocatori. Romanovskij giocò nel torneo contrassegnato con il numero 4 e vinse (+5 =2 -2) con mezzo punto di vantaggio su 4 giocatori classificati al secondo posto ex aequo.

Secondo alcune fonti questo risultato dovrebbe essere valso per lui il titolo di Maestro. In realtà fonti più autorevoli dicono che il titolo magistrale lo conquistò nel 1920. Ma prima di passare al 1920 vediamo cosa accadde alla fine del torneo di Mannheim.

A causa dello scoppio della guerra, Alekhine e tutti gli altri giocatori russi furono presi come prigionieri di guerra e portati a Rastatt in Germania.
Alekhine nelle sue memorie dirà che per lui fu l’occasione per perfezionarsi nel gioco alla cieca. Però organizzò anche un torneo, a Baden-Baden, ovvero il Primo torneo dei Maestri russi prigionieri (7 giocatori, girone doppio): vinse Flamberg davanti a Bogoljubov; Romanovskij si piazzò 4°-5° ex aequo.
Poco tempo dopo (1914-15) a Triberg fu giocato il Secondo torneo Maestri russi prigionieri (6 giocatori, girone doppio): vinse Bogoljubov con 7.5 su 10, secondo Rabinovitsch con 6 punti, terzo Romanovskij a 5.5.

Finalmente arriviamo al 1920: a Mosca si svolse il Torneo Panfederale (equiparato a 1° Campionato sovietico). Vinse Alekhine (+9 =6), Romanovskji si piazzò al secondo posto a un punto (+10 =2 -3). Fu patta tra i due in 9 mosse.

E secondo alcune autorevoli fonti, e in particolare la nota pubblicata sul testo italiano de “Il centro partita” alla fine della ‘presentazione’ firmata da Giorgio Porreca, fu in questa occasione che Romanovskij conquistò il titolo di Maestro.

Lo meritava ampiamente, come dimostra questa partita contro Nikolay Zubarev:

Poi nel 1934 fu il primo giocatore sovietico a ricevere il titolo di Maestro onorario dello Sport. 

Il Centro Partita

Romanovskji scrisse diversi libri sugli scacchi.
I testi principali: What everybody should know about the openings,
Chess Ideas in practice, The creative spirit in chess e Voprosy schachmatnoj metodiki (problemi di metodica scacchistica).
Commentò con Levenfisch il match Alekhine-Capablanca del 1927 e realizzò anche una raccolta autobiografica di partite, formalmente nel 1945, ovvero, come vedremo, solo nel 1954 stando al Porreca.

La sua opera più imponente fu però un famosissimo libro sul medio gioco:

il “Mitel’ spiel’

considerato il testo base sul quale studiò la generazione che ha aperto il periodo egemonico della scuola sovietica.
Sembra che questo testo sia stato pubblicato per la prima volta nel 1929 a Leningrado.
Nel 1940 Petr Romanovskji revisionò l’opera, che però durante la guerra andò completamente distrutta, per cui a noi sarebbe giunto solo un rifacimento.
Nel 1968 il libro fu edito in italiano da Mursia con il titolo Il centro partita per la traduzione di Giorgio Porreca.

Porreca scrisse così nella ‘presentazione’:

Conobbi Romanovskij al Circolo Centrale di Mosca, mentre teneva una lezione. Il tono pacato e il gesto misurato mi rivelarono lo stile e la capacità del pedagogo prima che dello scacchista.
L’Autore rivide la sua opera nel 1940, ma il manoscritto andò completamente perduto durante la guerra.
Successivamente Romanovskij pubblicò un’opera con lo stesso titolo, che però non regge il confronto con l’opera originaria, non tanto per diminuito rigore logico e per minore freschezza discorsiva, quanto per i motivi innaturali che lo costrinsero a disconoscere la prima opera.
Infatti si imputò a Romanovskij di essere incorso nel dogmatismo e di aver ignorato completamente la sacra figura di Chigorin, il padre della scuola scacchistica russa.
Lo stesso Romanovskij nella raccolta delle sue partite (Mosca 1954) pubblicò una precisa autocritica, confermando però che l’influsso del suo lavoro sulla gioventù scacchistica del tempo era stato sensibile”.

Nella recensione apparsa su L’Italia Scacchistica (settembre 1968) leggiamo:

Questo interessante libro si innesta tempestivamente nella tendenza che va sempre più diffondendosi a riesumare le opere del passato.
Si tratta di un libro che aiuta a sviluppare la logica scacchistica del medio giocatore, lo conduce per mano nel dedalo strategico del centro-partita e lo aiuta a scegliere il piano esatto, dopo aver decifrato la posizione.
Presentare e plasmare una materia così difficile poteva essere l’opera solo di un vero maestro.
E maestro fu infatti Romanovskij se dal suo insegnamento nacque e si formò la generazione scacchistica di Botvinnik.
Gli argomenti trattati sono una miscellanea che si mantiene sempre compatta e fresca per il tono discorsivo con cui l’Autore ha esposto la materia e che il traduttore ha adeguatamente conservato.
La copertina (Torre bianca e Cavallo nero al centro di cerchi concentrici bicolori) è felicemente riuscita con il suo sottile richiamo al titolo dell’opera
”.

Gli ultimi anni

Durante l’assedio di Leningrado, nell’inverno 1941-42 una squadra di militari raggiunse la sua casa: lo trovarono semi-assiderato, fu salvato quasi per caso.
Intanto tutti i suoi familiari erano morti, comprese le figlie con le quali viveva: Kira (17 anni), Svetlana (16 anni), Neda (14 anni), Anja (5 anni).
Psicologicamente distrutto dalla morte della sua famiglia, nel dopoguerra, dopo un ultimo torneo cui prese parte nel 1945 (il 14° Campionato dell’Urss, giocato a Mosca e vinto da Botvinnik, in cui si piazzo 15° su 18) si ritirò dal gioco attivo, ma poi divenne membro della presidenza della Federazione Scacchistica Sovietica.
Nel 1950 la FIDE gli attribuì il titolo di Maestro Internazionale, ma non gli riconobbe il titolo di Grande Maestro. Nel 1951 divenne anche Arbitro Internazionale.


La variante Romanovskji

La Variante Romanovskij si verifica nella Difesa Nimzo-Indiana:

1.d4 Cf6 2.c4 e6 3.Cc3 Ab4 4.a3 Axc3+ 5.bxc3 c5 6.f3 d5 7.cxd5 Cxd5 8.dxc5 e ora  8… f5.


La carriera agonistica (le tappe principali)

Dei tornei tra il 1909 e il 1915 abbiamo detto, così come del torneo del 1920 e dell’ultimo del 1945. Vediamo gli altri.

Romanovskji giocò molte volte nel Campionato dell’Urss.
Secondo nel 1920, vinse nel 1923 a Leningrado (secondo Lowenfisch, terzo Bohatyrtschuk).

Tabella tratta da: https://www.chess.com/blog/simaginfan/peter-arsenyevich-romanovsky

Nel 1924 a Mosca si piazzò al secondo posto dietro a Bogoljubov.

Una lista di celebri nomi che appartengono alla gloriosa storia dello scacchismo sovietico!

Nel 1925 Romanovskij arrivò sesto-ottavo nel campionato di nuovo vinto da Bogoljubov.
Poi ancora tornò a conquistare il titolo nel 1927 a Mosca (alla pari con Bohatyrtschuk).
Giocò di nuovo nel 1933, anno in cui vinse Botvinnik, piazzandosi al 10-11° posto e infine la sua ultima partecipazione fu del 1939, quando arrivò ultimo.

Nel Campionato di Leningrado fu quinto-sesto (su 12) nel 1922 e terzo nel 1924.
Nel 1925 si piazzò 1°-4° con Ilyin-Zhenevski, Levenfish, Rabinovitsch (battè Ilyin-Zhenevski e Rabinovitsch, perse con Levenfish).
Secondo quanto scritto da Soltis, nella partita con Ilyin-Zhenevski Romanovshij arrivò con 75 minuti di ritardo, così ebbe solo 45 minuti per arrivare al controllo che era fissato alla mossa numero 30. Giocò lampo le prime 11 mosse, alla fine vinse.
Poi nel 1929 giunse 2-3°, con Batuev, nel torneo vinto da Botvinnik; e ancora vi giocò nel 1931, quando risulta sia giunto secondo.

Altri tornei:

Nel 1925 a Leningrado arrivò 1°-2°, alla pari con Bogoljubov.
Nel dicembre 1925 fu 7°-8° (con Reti) nel grande torneo di Mosca, vinto da Bogoljubov davanti a Lasker e Capablanca, Marshall, Tartakower e Torre.

Da questo torneo un’altra bella prova, contro Fred Yates:

Nel 1930 vinse ancora a Leningrado (+15 -1) davanti a Ragozin e Myasoedov (contro il quale perse).
Nel 1934 si piazzò al 2° posto, alla pari con Nikolaj Rjumin, nel torneo internazionale di Leningrado, mezzo punto dietro Botvinnik. Vi partecipava anche Euwe che finì sesto.
Nel 1935 ebbe una crisi cardiaca, si riprese e giocò a Mosca: vinsero Botvinnik e Flohr, poi arrivarono Lasker e poi Capablanca, con i quali Romanovskji fece patta. Alla fine si piazzò 8/10° ex aequo con Lilienthal e Ragozin (20 giocatori, c’era anche Vera Menchik che finì ultima).
Nel 1939 giocò il torneo di Leningrado/Mosca; vinse Flohr, Romanovskji si piazzò 16° su 18.
Come sopra abbiamo detto, ancora nel 1939 a Leningrado, nell’11° campionato Urss, arrivò ultimo ma pattando con i primi due classificati: Botvinnik e Kotov.

(Adolivio Capece)

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1 thought on “Petr Arsenevic Romanovskij

  1. Hola, buenos días!

    Mi felicitación a UNO ESCACCHISTA y a todos sus corresponsales, sobre todo al gran experto, Adolivio Capece !

    Cordiales saludos y buen fin de semana.

    José María Gutiérrez Dopino

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