Carlsen parla, finalmente, e spiega. Forse.
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(UnoScacchista)
Lo aveva promesso e lo ha fatto. Ieri sera Carlsen ha rilasciato una dichiarazione ufficiale con le sue spiegazioni del perché si è ritirato dalla Sinquefield Cup di inizio settembre ed ha abbandonato alla seconda mossa la sua partita contro Niemann durante la Julius Baer Generation Cup della settimana scorsa. Lo ha fatto con un testo scritto e non in un’intervista, sicuramente perché ogni parola è stata pesata e scelta accuratamente.

Ecco una rapida e, lo sottolineo, non ufficiale traduzione in italiano:
Cari scacchisti,
Alla Sinquefield Cup del 2022 ho preso la decisione professionale senza precedenti di ritirarmi dal torneo dopo la mia partita del terzo round contro Hans Niemann. Una settimana dopo, durante il Champions Chess Tour, mi sono dimesso contro Hans Niemann dopo aver giocato una sola mossa.
So che le mie azioni hanno causato frustrazione nella comunità scacchistica. Anche io sono frustrato. Voglio giocare a scacchi. Voglio continuare a giocare a scacchi ai massimi livelli nei migliori eventi.
Credo che barare negli scacchi sia un grosso problema e una minaccia esistenziale per il gioco. Credo anche che gli organizzatori di scacchi e tutti coloro che hanno a cuore la santità del gioco che amiamo dovrebbero prendere seriamente in considerazione l’aumento delle misure di sicurezza e dei metodi di rilevamento del cheating nel gioco dal vivo. Quando Niemann fu invitato all’ultimo momento alla Sinquefield Cup 2022, pensai seriamente di ritirarmi anche prima dell’inizio. Alla fine ho scelto di giocare.
Credo che Niemann abbia barato più – e più recentemente – di quanto abbia ammesso pubblicamente. I suoi progressi alla scacchiera sono stati insoliti e durante la nostra partita nella Sinquefield Cup ho avuto l’impressione che non fosse teso o addirittura concentrato completamente sul gioco nelle posizioni critiche, mentre mi batteva con il Nero in un modo che penso solo pochi giocatori sanno fare. Questa partita ha contribuito a farmi cambiare opinione.
Dobbiamo fare qualcosa contro il cheating e, da parte mia, non voglio giocare contro persone che hanno imbrogliato ripetutamente in passato, perché non so cosa saranno in grado di fare in futuro.
C’è altro che vorrei dire. Sfortunatamente, in questo momento sono limitato in quello che posso dire senza il permesso esplicito di Niemann di parlare apertamente. Finora sono stato in grado di parlare solo delle mie azioni, e quelle azioni hanno dimostrato chiaramente che non sono disposto a giocare a scacchi con Niemann. Spero che venga fuori la verità su questo argomento, qualunque essa sia.
Cordiali saluti,
Magnus Carlsen – Campione del mondo di scacchi
Le parole di Carlsen sono forti e, in un certo senso, molto chiare: “Quando Niemann fu invitato all’ultimo momento alla Sinquefield Cup 2022, pensai seriamente di ritirarmi anche prima dell’inizio“, “Credo che Niemann abbia barato più – e più recentemente – di quanto abbia ammesso pubblicamente” e “non sono disposto a giocare a scacchi con Niemann“.
“Una dichiarazione molto, molto pesante da parte di Magnus.” (Nakamura)
Per ciò che riguarda i suoi rapporto con Niemann le cose sono evidenti e, diciamo, questa dichiarazione aggiunge molto poco. C’è poi cosa Niemann rappresenta agli occhi di Carlsen: “Credo che barare negli scacchi sia un grosso problema e una minaccia esistenziale per il gioco.” e “Dobbiamo fare qualcosa contro il cheating e, da parte mia, non voglio giocare contro persone che hanno imbrogliato ripetutamente in passato, perché non so cosa saranno in grado di fare in futuro.” Quindi la sua battaglia contro Niemann è in realtà una battaglia contro chiunque bari a scacchi. Va bene, ma come stabilire chi ha barato e bara da chi non lo ha mai fatto e non lo fa?
Carlsen riporta le sue sensazioni durante e dopo la famosa partita di Saint Louis contro Niemann (“durante la nostra partita nella Sinquefield Cup ho avuto l’impressione che non fosse teso o addirittura concentrato completamente sul gioco nelle posizioni critiche“), ma questa non è ovviamente una prova. In questo senso mi sembrano molto più convincenti le analisi pubblicate dalla MF francese Yosha Iglesias su Twitter, dove mostra alcune analisi statistiche su una serie di partite di Niemann.
Fino a qua, comunque, Carlsen non ha fatto altro che riportare con parole più chiare ciò che in molti avevano capito bene e che era già stato oggetto di ulteriori commenti da parte di Caruana, Nepomniachtchi, Nakamura e Giri, solo per citare i nomi più famosi.
E’ però l’ultimo paragrafo che torna ad essere oscuro e, di conseguenza, preoccupante. “C’è altro che vorrei dire. Sfortunatamente, in questo momento sono limitato in quello che posso dire senza il permesso esplicito di Niemann di parlare apertamente.” Difficile capire di quale tipo di permesso abbia bisogno Carlsen, se non per rendere pubblico qualcosa di talmente privato o grave che potrebbe procurargli problemi legali. Preoccupante perché noi tutti vogliamo parlare di scacchi, vogliamo ammirare strategie, combinazioni, finali e non guardare le mosse dei migliori giocatori del mondo chiedendoci “cosa ci sarà dietro?”
E la chiusura è ugualmente preoccupante: “Spero che venga fuori la verità su questo argomento, qualunque essa sia.” Carlsen, ci dice, non conosce la verità e non è in grado di renderla pubblica, potendo solo sperare di conoscerla. Quindi… di cosa abbiamo parlato fino ad oggi?
“Una dichiarazione molto, molto intelligente e a prova di avvocato.” (Gata Kamsky, avvocato)
No, questa dichiarazione sembra solo svelare il pensiero di Carlsen e spiegare le ragioni del suo comportamento, ma non chiarisce le motivazioni oggettive o le azioni che secondo Carlsen dovrebbero essere implementate per affrontare il problema del cheating. Si limita a dire che lui non giocherà più con Niemann, di fatto mettendo un limite pressoché invalicabile allo sviluppo della carriera del giovane americano. Già perché ogni organizzatore di torneo dovrà scegliere se invitare Carlsen o Niemann: secondo voi cosa mai potrà succedere in futuro?
Insomma, Carlsen si erge ad accusatore e giudice, ma non spiega, non può spiegare o non sa spiegare sulla base di quali fatti oggettivi abbia identificato Niemann come il colpevole che rappresenta l’essenza del problema del cheating. La storia non finisce qui e non può finire qui e temo che la prossima puntata non si svolgerà in un’audizione della Commissione per il Fair Play della FIDE, ma in un’aula di tribunale. Spero di sbagliarmi.