Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Un ricordo per caso? Porreca!

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Giorgio Porreca in simultanea a Sperlonga negli anni '70

(del MF Pierluigi Passerotti)
Lo scrivo io ma quello che segue su Porreca è frutto di una scacchista, Monica di Mauro.
Una signora gentile che con modestia si è presentata al corso di scacchi on line organizzato dal rinascente circolo di Pisa e condotto da me, con una simpatica conclusione in presenza a metà maggio di quest’anno. Avevo chiesto ai partecipanti come si fossero avvicinati agli scacchi e la risposta che mi ha colpito, commosso, è stata quella di Monica.

Premetto che io ho conosciuto Porreca quando avevo 16 anni circa e l’occasione fu un articolo che lui mi fece pubblicare su “Scacco!”, la rivista che aveva fondato. Per un giovane è gratificante essere considerato da un Maestro Internazionale ed ex campione italiano. Segno anche di una personalità di vero maestro del professore di lettere napoletano Giorgio Porreca, nato nel 1927 e morto nel 1988.

Lo rividi in seguito in qualche rara occasione. Una mattina a Roma fui chiamato dal Maestro Internazionale Alvise Zichichi per andare di corsa a prendere un caffé con un visitatore di eccezione. Mi precipitai fuori dall’ufficio del Banco di Roma dove lavoravo per arrivare a via del Corso e trovare Giorgio con Alvise. Bei piccoli ricordi: loro erano l’equivalente degli odierni Moroni, Brunello, Vocaturo ecc.
Poi fui editore nella Prisma e successivamente in “Torre e Cavallo” che acquisì “Scacco!”: il cerchio si era chiuso, pochi anni dopo che Porreca venne a mancare.

I semi degli scacchi si propagano in tanti modi.

Gentile Maestro Passerotti,
sono qui a raccontarle il motivo per cui molti anni orsono mi avvicinai al gioco degli scacchi. Eravamo intorno alla metà degli anni 70 e mio padre che era un grande appassionato, apprese che al termine di un torneo che si sarebbe svolto nelle sale di un prestigioso hotel di Sperlonga sarebbe arrivato il Maestro Giorgio Porreca a disputare una simultanea contro tutti i partecipanti o gli altri presenti che avessero voluto vivere quell’esperienza.

Mio padre, preso dall’entusiasmo, si affrettò ad insegnare a me e a mio fratello, allora bambini, i fondamentali del gioco. Affrontai in quella sede la prima partita che si concluse con la mia disfatta nel giro di pochissime mosse. Dopo di allora la vita mi condusse per altre vie e non ho più giocato a scacchi finché quest’anno mi sono imbattuta quasi per caso nel corso da lei tenuto per il circolo di Pisa.

Grazie alla sua bravura (non mi riferisco soltanto alle competenze specifiche che restano ovviamente indiscusse ma alle capacità relazionali e motivazionali) è sorto in me un rinnovato entusiasmo. Spero di avere la possibilità di poter usufruire ancora dei suoi insegnamenti e la prego caldamente di tenermi informata su qualsiasi novità al riguardo. Nel frattempo continuerò a giocare.

Saluti
Monica

E non finisce qui! Mi arriva per e-mail la foto di apertura che spero faccia piacere vedere, magari a qualche vecchio scacchista o ai figli e nipoti che hanno imparato come Monica gli scacchi attraverso riviste come “Scacco!” O grazie a Porreca o ai suoi allievi.

E mi commuove vedere la freccia rossa che indica l’allora bambina che ha ricevuto il seme degli scacchi.

Grazie.


Per chi non avesse avuto modo di apprezzare il Giorgio Porreca giocatore, ecco una breve, personale selezione di sue partite di metà degli anni ’50.



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1 thought on “Un ricordo per caso? Porreca!

  1. Un memo bellissimo. Anche io ho uno splendido ricordo del prof. Porreca, ancora vivissimo in me che ho quasi ottant’anni ormai. Ottobre 1962. Mi ero da poco iscritto alla facoltà di medicina alla Federico II di Napoli. Quel giorno emozionatissimo salii per la prima volta le scale del palazzo del circolo degli artisti, dove alcune sale erano occupate dall’accademia scacchistica napoletana. Abitavo a Salerno e per me era un sogno che si realizzava. Giocavo a scacchi per corrispondenza nei tornei organizzati da “L’Italia Scacchistica” di Giovanni Ferrantes e partite dal vivo solo in famiglia e con amici. Ebbene, mi ritrovai in saloni demodè, dove c’era chi leggeva un giornale, chi conversava amabilmente, ma solo in un angolo intravidi un signore, capelli scuri ed occhiali con pesante montatura nera, che sedeva avanti ad una scacchiera con un libro aperto accanto. Mi avvicinai e mi accorsi che era un testo scritto in russo. Lui mi vide ed accennò ad un sorriso. Mi feci ardito e gli chiesi se avesse piacere a giocare una partita con me. Mi rispose sorridendo:” Io gioco bene”. “E va bè” mormorai “non fa nulla, se perderò”. E lui:” Ma io gioco molto bene”, sornione e compiaciuto del fatto che non lo avessi riconosciuto “Comunque, si accomodi. Giochiamo. Le concedo il Bianco!” Impostai una variante del cambio della Spagnola, che credevo di conoscere discretamente. Uscii bene dall’apertura, ma poi fu notte fonda. Mi disse, sempre più divertito:” Le concedo la rivincita. Invertiamo i colori”. Ricordo che entrai in una Philidor, che mi aveva dato tante soddisfazioni in casa con gli amici. Quando la persi, mi disse che avevo giocato bene, ma che era una partita che non dava molte speranze al Nero. Poi mi chiese chi fossi e gli raccontai che ero uno studente di provincia da poco a Napoli. E lui:” Anche io sono alla Federico II, insegno lingua e letteratura russa, mi chiamo Giorgio, Giorgio Porreca”, tendendomi la mano. Volevo morire!!!! La mia “Bibbia” era Il libro completo degli scacchi di Adriano Chicco e Giorgio Porreca !!! Glielo dissi, balbettando ed arrossendo, scusandomi di averlo importunato. Finì che mi offrì un caffè e quando ci salutammo mi abbracciò, augurandomi ogni bene per i miei studi e mi invitò a frequentare con assiduità l’accademia, anche se difficilmente lo avrei ritrovato, perché era prossimo a partire per un viaggio di lavoro in Russia.

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