Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

A cosa pensa un Grande Maestro durante una partita?

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(Tristano Gargiulo)
Nell’immaginario collettivo, un Grande Maestro gioca con grandissima concentrazione e usa ogni secondo del tempo a disposizione per inventare strategie vincenti o per calcolare lunghe varianti complicate. Nella speranza di capire meglio i meccanismi mentali dei campioni, gli appassionati studiano libri come quello di Kotov dal titolo “Pensa come un Grande Maestro”. Ma, come è ovvio che sia, non è sempre così. I pensieri vagano tra ricordi, melodie e… ippopotami in una palude (come raccontò Tal commentando una sua vittoria contro Vasjukov – conoscete la storia, vero?).

Se fosse possible applicare un dispositivo per registrare il processo di pensiero di un giocatore di scacchi, si scoprirebbero storie interessanti, perché a volte il cervello è occupato con cose che non hanno nulla a che fare con il gioco.” scrive Averbakh nel suo “Lecturas de ajedrez” (Ediciones Martínez Roca, 1969), traduzione in spagnolo dell’originale “В поисках истины (Записки гроссмейстера)” del 1967.

Seguiamo gli appunti ironici e divertiti di Averbakh, allora.

Una mossa-chiave

In una partita di torneo, il Bianco aveva usato una grande quantità del suo tempo a pensare su mosse in apertura che si leggono in un qualunque manuale e che nel gioco vivo si vedono decine di volte. Dopo la partita, il suo avversario gli chiese: “Perché hai pensato così tanto in apertura? Stavi cercando di trovare qualcosa di nuovo?”
“Assolutamente no!” rispose l’altro giocatore alquanto alterato “Mi sono accorto che non avevo in tasca le chiavi di casa e ho pensato tutto il tempo a dove avevo potuto dimenticarle!”

Riflessione anticipata!

David Bronstein, probabilmente nei primi anni ’90

Il grande maestro Bronstein è solito pensare molto a lungo per fare la prima mossa; è arrivato addirittura a stabilire un record di quaranta minuti. Spesso gli chiedono il motivo di queste lunghe riflessioni prima ancora di iniziare la partita. Una volta, ha risposto così a un giornalista particolarmente importuno: “Penso a come giocherò il giorno dopo!”

Oops…

Al di fuori della scacchiera

Ma quello che pensano i Grandi Maestri può essere bizzarro anche in situazioni non prettamente agonistiche.

Durante il torneo di Bled del 1961, il GM Petar Trifunović fu coinvolto in un rischioso incidente. Durante un’escursione in montagna giunse in prossimità di alcune cascatelle; cercando un buon punto per scattare fotografie, cominciò a saltare di roccia in roccia, finendo per scivolare in acqua, in un punto dove la corrente minacciava di trascinarlo verso una parete rocciosa. Con uno sforzo sovrumano e grazie alla sua abilità di nuotatore, riuscì a salvarsi e ad uscire dall’acqua. Quando raccontò quello che gli era successo, disse “La cosa più curiosa in quel momento era che continuavo a pensare se si sarebbe giocato il turno successivo del torneo nel caso in cui fossi annegato!”

Petar Trifunović ad Amsterdam nel luglio 1960 (Foto di R. Kroon/ANEFO)

E chissà quanti altri pensieri non scacchistici potrebbe raccontare ciascuno di noi…

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