Il Gambetto Frankenstein-Dracula e gli Adams
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(Adolivio Capece)
Adams. O meglio famiglia Adams (attenzione, cognome con una sola ‘d’, mi raccomando!). Weaver Adams, di cui parleremo più avanti, sosteneva che tutti gli Adams – compreso John, presidente degli Stati Uniti a fine 1700 – facevano parte della stessa famiglia originata da un unico capostipite, indipendentemente dal Paese in cui nascessero.
Dal punto di vista scacchistico ci sono almeno tre Adams di cui vale la pena parlare.
Iniziamo da Edwin Ziegler Adams di New Orleans (Louisiana, USA, 1885-1944).
Divenne famoso dopo la pubblicazione sull’American Chess Bulletin del 1925 di una partita che, giocata a New Orleans nel 1920, lo vedeva sconfiggere il messicano Carlos Torre Repetto, allora sedicenne, partita caratterizzata da una combinazione finale, una applicazione pratica dello sfruttamento della debolezza dell’ottava traversa come conseguenza del dominio di una colonna aperta, che ancor oggi appare nei principali manuali per imparare il gioco.
La partita fu inviata alla rivista nel 1925, con note, dallo stesso Torre, che nel frattempo si era fatto un nome nel mondo scacchistico.
Vediamola.
E.Z. Adams – C. Torre
New Orleans, 1920
Presto però, a cominciare dal noto storico Edward Winter, venne messa in dubbio la autenticità della partita.
Non tanto per il fatto di essere stata divulgata 5 anni dopo quella che sarebbe stata la data di effettuazione, cosa abbastanza comprensibile dato che nel 1920 Torre non era ancora famoso mentre nel 1925 lo era (grazie alla vittoria su Lasker proprio nel 1925 a Mosca) quanto per il fatto che apparve strano che nessuno si fosse accorto della combinazione finale; così alla fine apparve chiaro che si trattava di una invenzione.
Il motivo? Beh, Torre era ‘sponsorizzato’ da Edwin Ziegler Adams, che lo finanziava permettendogli di fare lo scacchista professionista, quindi è probabile che Torre abbia elaborato il brillante finale durante una analisi e abbia poi deciso di far credere che fosse stato realmente giocato in partita per dare lustro al suo mecenate (giocatore di livello decisamente basso).
Veniamo ai nostri giorni ed occupiamoci del Grande Maestro inglese Michael Adams, che tra l’altro abbiamo visto in gara qui in Italia nel giugno 2022 in occasione del Mondiale Senior a squadre giocato ad Acqui Terme.
Michael Adams è nato il 17 novembre 1971 a Truro, in Cornovaglia; iniziò a giocare da bambino, a 9 anni vinse il Campionato Britannico nella sua fascia di età. Grande Maestro nel 1989.
Moltissimi i tornei da lui vinti: segnaliamo solo la conquista per diverse volte – 1989, 1997, 2010, 2011, 2016 e 2018 – del titolo di Campionato Britannico assoluto, poi la conquista con la nazionale Inglese della medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Novi Sad del 1990 e di una medaglia di bronzo come miglior risultato individuale di ‘prima scacchiera’ nel 2004.
A livello individuale Adams ottenne probabilmente il risultato più importante della sua carriera ancora nel 2004: nel Campionato del Mondo ad eliminazione diretta svoltosi a Tripoli in Libia, Michael giunse in finale ma fu sconfitto al tie-break dal grande maestro uzbeko Rustam Kasymdzhanov.

Ricordiamo ancora che Adams venne ingaggiato da Obiettivo Risarcimento di Padova per giocare la Coppa dei Campioni per squadre di club a Ulcinj (Montenegro) nel novembre 2019: e la squadra italiana vinse la Coppa! L’ultima sua prestazione è stata la vittoria nel febbraio 2023 al Cambridge International Open con 8 punti su 9.
Al di là di questi risultati, due cose da ricordare.
La prima è una curiosità, sebbene suffragata dalla prestigiosa rivista British Chess Magazine: nel 1984 Michael vinse sia il campionato britannico giovanile Under 13 sia quello Under 15.
Non ci sarebbe nulla di strano, non fosse che i due tornei si svolgevano contemporaneamente nello stesso giorno e nella stessa sede e il giovane Michael li giocò entrambi, ancora contemporaneamente, passando da una sala all’altra!
La seconda cosa da ricordare è la sfida che Adams sostenne con il computer Hydra nel giugno del 2005.
Hydra è stata definita ‘creatura informatica’: giocava da Abu Dhabi tramite connessioni internet ultraveloci. Una macchina a 32 processori che i suoi autori, una squadra capitanata dal dr. Christian ‘Chrilly’ Donninger, finanziati da un gruppo arabo di Abu Dhabi, ritenevano superasse di almeno cinque volte la potenza di calcolo del celebre Deep Blue.
Adams invece si trovava al Wembley Centre di Londra.
Match sulla distanza delle 6 partite. C’erano in palio ben 145 mila dollari: 10.000 ciascuno in caso di patta, 25.000 al vincitore di ogni singola partita.
Adams fu letteralmente travolto, la macchina vinse per 5 vittorie a zero e una patta (nel secondo incontro); Adams così dovette accontentarsi di incassare soltanto 10 mila dollari, il resto se lo prese Hydra.
Seguiamo la terza partita della sfida, che segnò il crollo di Adams, ma che anche convinse il mondo scacchistico che ormai i match con i computer non avevano più molto senso… e infatti un match che era stato annunciato tra Hydra e Topalov per il 2006 non ebbe seguito.
Hydra Computer – Michael Adams,
Londra, giugno 2005, 3^ del match
Se può consolare ‘gli umani’, sembra che nel 2006 Hydra abbia subito un secco 0-2 da parte del maestro Arno Nickel in una sfida per corrispondenza durata sei mesi!
Uhmm … non so perché ma ho la sensazione che i Lettori che mi hanno seguito sin qui si stiano chiedendo: “Tutto bello, ma … e il Gambetto Frankenstein-Dracula??”
Avete ragione! Ma per parlare di questo forse poco noto ‘gambetto’ dobbiamo occuparci di un altro Adams, cui abbiamo accennato all’inizio di questo ‘post’: Weaver Adams, statunitense (Dedham, Massachusetts, 28 aprile 1901 – Cedar Grove, New Jersey, 6 gennaio 1963).
Era un buon giocatore e il suo più grande successo è stata la vittoria, nel 1948, negli US Open, campionato cui partecipò per un totale di cinque volte. La vittoria nel torneo gli valse nell’agosto 1948 la copertina sul Chess Review Magazine.
Inoltre è stato autore di studi teorici e sostenitore dell’ipotesi del ‘vantaggio del tratto’.
Weaver Adams è infatti noto soprattutto per la sua controversa teoria secondo cui “la prima mossa, 1.e4, conferisce un vantaggio vincente al giocatore con i pezzi bianchi”.
Sostenne continuamente questa teoria in libri e articoli di riviste dal 1939 fino a poco prima della morte.
Weaver Adams iniziò a giocare a scacchi all’età di 12 anni: suoi insegnanti furono il fratello maggiore e un vicino di casa. Frequentò le scuole pubbliche di Dedham, poi il Massachusetts Institute of Technology – facoltà di ingegneria, ma con scarsi risultati. Durante il primo anno di università iniziò a frequentare un club di scacchi a Boston e poco dopo rinunciò praticamente agli studi per dedicarsi al gioco.
Adams divenne noto soprattutto per i suoi libri e i suoi articoli in cui tentava di dimostrare che il vantaggio della prima mossa del Bianco è decisivo, cioè che il Bianco ha una vittoria sicura dalla posizione di partenza.
Il suo primo e più famoso libro su questo argomento, “White to Play and Win”, fu pubblicato nel 1939.
In esso, Adams affermò che 1.e4 era la mossa più forte per il Bianco, e che se entrambe le parti avessero giocato le mosse migliori da allora in poi, il Bianco avrebbe vinto.
Possiamo notare che questa idea incontrò in seguito i favori di Bobby Fischer, che pure affermò che 1.e4 era la mossa più forte per il Bianco.
Ma vediamo finalmente lo sviluppo del Gambetto Frankenstein-Dracula, che si verifica nella Apertura Viennese:
La variante fu giocata per la prima volta in una partita del match tra Weaver Adams e Harry Liman, giocato a Boston nel 1946: diede origine ad una continuazione violenta che fu soprannominata appunto Gambetto Frankenstein-Dracula da Tim Harding nel suo libro sulla Partita Viennese del 1976.
Harding scrisse che per le “sanguinose” varianti che nascevano da questa continuazione non era fuori luogo immaginare che fosse stata originata da una partita a scacchi fra Dracula e il ‘mostro’ Frankenstein …
Per un certo periodo fu un’arma vincente per il Bianco, ma poi furono trovati gli antidoti (avete presente il Gambetto Evans?). Comunque qualche volta il Gambetto Frankenstein-Dracula è apparso anche in partite tra i i più forti giocatori moderni: per esempio Ivanchuk lo giocò ad Anand a Roquebrune nel 1992 e la partita finì patta, Nakamura lo adottò contro Duda in una ‘rapid’ a St.Louis.
Poi quando Adams si rese conto che con il Gambetto Frankenstein-Dracula non otteneva più successi, passò nel 1962 a quello che chiamò Gambetto di Adams , sostituendo 6.d4 al posto di 6.Cb5.
Spiegò così il ripudio di 6.Cb5: “è antiposizionale spostare un pezzo una seconda volta in apertura, e i maestri hanno abbandonato tale linea da tempo perché senza speranza“.
Del Gambetto Frankenstein-Dracula – o se preferite Gambetto di Adams – si trovano pochi accenni nei testi di teoria. Ne parlano comunque Jade Hoube in “650 gambits: couverture dure” e Danilo Soares Marques in “Repertório De Aberturas”.
Concludiamo ricordando che il campione del mondo Bobby Fischer ha ottenuto notevoli vittorie usando una mossa ideata proprio da Weaver Adams contro la Siciliana–Variante Najdorf:
(Weaver Adams è a sinistra nella foto sotto il titolo, tratta da Chess.Com, 2017; di fronte a lui un giovane Larry Evans)
Mi complimento vivamente per le “delizie” che il blog ci riserva giornalmente.
L’articolo odierno è di Uberto o di Adolivio?
Complimenti vivissimi per gli articoli che quotidianamente ci deliziano!
Quello odierno è di Uberto o di Adolivio?
Quello odierno è di Adolivio. Il nome dell’autore appare sempre, tra parentesi, all’inizio dell’articolo.
Tutti noi ti ringraziamo, Pietro, per le belle parole di stima.