Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

L’attimo di gloria dell’ingegner Castellucci

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(Riccardo Moneta)
Nei circoli, quando gli arbitri e organizzatori dei tornei sociali consegnano (consegnavano?) ai partecipanti i formulari per la trascrizione delle partite, sanno bene che i più finiscono in un cestino nel giro di poche ore o pochi giorni, altri ad ingiallire nei cassetti del giocatore (tra i più inutili ricordi personali), altri restano inutilizzabili a causa di trascrizioni errate o calligrafie illeggibili. Poco male, perché il 99,9% di queste partite non passerebbero mai alla storia.

Però, 1 su forse 10.000 di questi formulari meriterebbe un’occhiata, in quanto può capitare che rappresenti il “fiore all’occhiello” di un qualsiasi -come si diceva?- “spingipedoni”.

Insistete nel giocare! Insistete sempre, anche quando i risultati vi deluderanno e vi parranno non all’altezza del vostro valore, perché prima o poi sarete ripagati, prima o poi passerà sotto i vostri occhi la circostanza fatale, fortunata. E se la sfrutterete, avrete intorno, una volta almeno nella vita, tutti i compagni di circolo (perfino, se si tratta di uno sportivo, il vostro malcapitato avversario!) a congratularsi con voi per la bella combinazione che avete trovato.

E non abbandonate neppure un finale con 3 pedoni in meno prima di aver verificato che non esista più per voi la minima chance di salvezza! Scriveva Marco Tullio Cicerone: “Dum spiro, spero” (“Finché respiro, spero”).

Non solo, ma potreste perfino avere la fortuna e la soddisfazione di vedere la vostra combinazione e il vostro cognome pubblicati su una rivista o su un blog, e magari non una sola volta ma due per la stessa partita, a distanza di circa 100 anni l’una dall’altra.

E’ proprio quanto sta per accadere, con questo post, ad uno sconosciuto (?) giocatore di un circolo di Ravenna degli anni Venti del ventesimo secolo: l’ingegner E.Castellucci.

E. Castellucci – M. Cilla, Ravenna 1922

Un finale di Donna+Torre+pedone contro Donna+Torre+4 pedoni (uno dei quali in settima traversa) non lascia in teoria troppe speranze alla parte in svantaggio di materiale. Però sappiamo come ogni posizione faccia storia a sé e vediamo come all’ingegner Castellucci non sia qui, per fortuna, sfuggita l’occasione per una “chiusa” che di certo avrà ricordato per tutto il resto della vita. Sono trascorsi oltre 100 anni da quel giorno, ma la bellezza del gioco degli scacchi non ha età!


In verità la piccola combinazione, per quanto spettacolare (ed istruttiva), è abbastanza semplice da trovare. Mi auguro soltanto che non sia giunta dopo un “harakiri” del Nero, che potrebbe anche aver giocato alla mossa precedente la maldestra spinta … a2?? Se qualcuno a Ravenna o dintorni si ricorda o ha notizie di questa vecchiotta partita, ce lo può far sapere?

Alla prossima!

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