Muore a 93 anni Aleksandar Matanović, il G.M. che inventò “L’Informatore”
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(Riccardo Moneta)
Agli inizi degli anni Settanta, quando iniziavo ad interessarmi di scacchi, tra i primi nomi che ebbi modo di conoscere e apprezzare, forse appena un gradino sotto i grandi Fischer e Spassky, c’era lui: il Grande Maestro serbo (jugoslavo fino al 1992) Aleksandar Matanović.
Con dispiacere abbiamo dovuto accogliere ieri la triste notizia della sua morte: Aleksandar Matanović, nato a Belgrado il 23 maggio del 1930, era il più vecchio Grande Maestro vivente ed era celebre soprattutto per essere stato il benemerito fondatore, editore e direttore degli apprezzatissimi volumi del leggendario “Chess Informator”, L’Informatore Scacchistico, quei volumi che, nei lontani anni in cui non ancora esisteva internet, erano la principale fonte di ogni sapere scacchistico mondiale, grazie alle centinaia di partite scelte e commentate che conteneva e alle tante tabelle dei tornei che si erano disputati in un determinato periodo.
Aleksandar scoprì gli scacchi durante le scuole elementari, poi durante la guerra ebbe i primi rudimenti del gioco -così si raccontava- da un partigiano slavo. Dopo la guerra si iscrisse al circolo scacchistico “1913”, che in seguito avrebbe preso la denominazione di “Crvena Zvezda”, e cioè la famosa Stella Rossa.
Nel 1947 Matanović vinse il campionato giovanile di Serbia e l’anno successivo quello giovanile della Jugoslavia. Nel 1949 vinse il torneo di Spalato, ottenendo il titolo di maestro e decidendo definitivamente di scegliere la carriera scacchistica. Gligoric sponsorizzò il suo nome e lo fece inserire nella squadra jugoslava che affrontava nel 1950 una sfida radiofonica con gli Stati Uniti capitanati da Reshevsky e Fine: la squadra slava vinse il radio-match col punteggio di 11,5 a 8,5 e il giovane Aleksandar fu determinante sconfiggendo Albert Pinkus per due a zero. L’anno successivo giunse secondo, alle spalle proprio di Gligoric, nel campionato nazionale assoluto, e ottenne il titolo di Maestro Internazionale.
Aleksandar Matanović è sempre stato un rappresentante del gioco posizionale: un minimo vantaggio era spesso sufficiente perché lui conducesse con successo la partita verso il punto intero. Rimase col Bianco costantemente fedele all’apertura 1.e4, e col Nero prediligeva replicare con 1… e5 a 1.e4; per il resto utilizzava in particolare difese quali l’Indiana Nimzowitsch e l’Indiana di Donna.
Tra le sue vittorie più importanti ricordo i tornei internazionali di Opatija nel 1953, di Amburgo nel 1955, di Beverwijk nel 1957, di Zevenaar (Olanda) e Buenos Aires nel 1961.
Si comportò molto bene (era seconda riserva) alle Olimpiadi di Amsterdam del 1954, quando vinse importanti partite contro l’Olanda (Prins) e l’Inghilterra (Barden) e l’ultima decisiva sfida contro l’Argentina (Rossetto), consentendo alla sua squadra di agguantare la medaglia di bronzo. Nel 1955 fu 2°-3°, alla pari con il connazionale Ivkov e due punti dietro Smyslov, al torneo di Zagabria, conquistando finalmente il titolo di Grande Maestro (cosa che a quel tempo non era troppo facile come lo sarebbe divenuto più tardi).
Nel 1956 giocò in seconda scacchiera alle Olimpiadi di Mosca, terminando imbattuto con 11,5 punti su 16 partite e vincendo due medaglie d’argento, a squadre (alle spalle dell’irraggiungibile URSS di Botvinnik, Smyslov, Keres, Bronstein, Taimanov e Geller!) e individuale. Ancora una volta fu decisivo il suo sangue freddo all’ultimo turno, quando batté l’ungherese Gedeon Barcza in una sfida decisiva per la seconda piazza. Si narra che al ritorno a Belgrado i componenti della squadra jugoslava (gli altri 5 erano Gligoric, Ivkov, Karaklajic, Milic e Durasevic) furono accolti all’aeroporto alla stregua di eroi nazionali, come se fossero stati i veri vincitori.
Matanović ha giocato nella squadra olimpica jugoslava dal 1954 al 1978, vincendo cinque medaglie d’argento a squadre e quattro di bronzo, oltre alle medaglie individuali, che furono: una d’oro, tre d’argento e una di bronzo. Una medaglia la vinse anche come allenatore della squadra jugoslava, a Malta nel 1980, e fu un bronzo dietro alle solite URSS e Ungheria. Cinque furono invece le sue medaglie nei campionati europei a squadre.
Nel 1962 vinse per la prima volta (alla pari con Dragoljub Minić) il titolo nazionale jugoslavo, un successo che ripeté nel 1969 e infine nel 1978.
La sua partita più nota è stata forse quella, molto bella, vinta contro il primo classificato Mikhail Tal nell’Interzonale di Portorose 1958, quando rimase nei primi posti fino agli ultimi turni e dove incontrò anche (pattando) Bobby Fischer.
Negli anni Sessanta, durante un torneo a Yerevan (capitale dell’Armenia, allora Unione Sovietica), Aleksandar scoprì che i russi erano avvantaggiati dalle moltissime informazioni che erano in grado di trovare nel loro Paese e che facevano sì da dar loro dei punti di riferimento di rilievo intorno al gioco degli avversari di turno. Decise così, con molto coraggio, di dotare il mondo di uno strumento nuovo, lanciando nel 1966 quella che sarebbe diventata la rivista di scacchi più letta nel mondo e più prestigiosa: “Chess Informator”.
Altro che rivista! Lavorare su questa ponderosa pubblicazione doveva essere di sicuro, all’epoca, una impresa gigantesca, considerando che ogni volume (ne veniva pubblicato più di uno l’anno) conteneva circa 700 partite (quasi tutte commentate!) e centinaia di risultati, parecchi dei quali con le relative tabelle, e che si doveva scegliere preventivamente fra le 25.000 o 30.000 partite che in un anno potevano sommare i tornei internazionali di prima fascia.
E non si limitò a questa, il nostro Aleksandar, in quanto produsse anche la voluminosa e fondamentale opera “Encyclopedia of Chess Openings” (l’indimenticabile E.C.O.), in cinque volumi, e il libro “URSS – World Team 1970” in collaborazione con Tigran Petrosian.
Man mano che si dedicava al lavoro di scrittore ed editore, e che veniva conosciuto ormai come “il padre dell’Informatore”, Matanovic abbandonava sempre di più il gioco vivo. Abbiamo tuttavia avuto occasione di vederlo impegnato nel gioco qui a Roma nel 1981, in occasione del 5° Torneo Internazionale del Banco di Roma: giunse appena 5°-6°, con una sola vittoria (su Makropoulos) ed una sola sconfitta (col vincitore Korchnoi).
Matanovic è stato anche annunciatore radiofonico e fra il 1990 e il 1995 fu VicePresidente della FIDE.
Fra le sue ultime apparizioni davanti alla scacchiera mi risulta che ci sia stata la “sfida dei veterani URSS – Jugoslavia” nel 2007, quando pattò in entrambe le partite contro Mark Taimanov, giocatore che aveva affrontato per la prima volta all’Interzonale di Stoccolma 1952.
Disse un giorno Aleksandar Matanovic di sentirsi grato agli scacchi per due motivi: perché gli avevano insegnato a rispettare le idee dell’avversario e perché grazie ad essi aveva imparato a discernere l’essenziale dal non essenziale, concentrandosi durante le partite sul nocciolo del gioco e scartando tutto ciò che non gli appariva importante.
Nel maggio del 2022, dopo la morte di Averbach, Matanovic divenne il più vecchio Grande Maestro vivente. Una delle ultime sue apparizioni in pubblico risale al 2 febbraio 2023, quando a Belgrado, nella sede del “Club dei Veterani” della società Partizan, si ebbe una cerimonia in onore del centesimo anniversario della nascita del G.M. Svetozar Gligoric, con oltre un centinaio di ospiti tra i quali il presidente della FIDE Arkady Dvorkovich e, appunto, Aleksandar Matanovic.
Di certo a lasciare la Serbia e la nostra tormentata Terra, il 9 di agosto 2023, è stato uno dei grandi degli scacchi mondiali del Ventesimo Secolo.
P.S.: l’immagine sotto il titolo è tratta dagli archivi della Federazione scacchistica serba.