Raymond Smullyan (1919-2017)
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(UnoScacchista)
“Perchè dovrei preoccuparmi di morire?
Non accadrà mai durante la mia vita!”
Questa battuta scherzosa e profondissima mi colpì molto quando la lessi per la prima volta. Era l’essenza di una brillante mente matematica, logica, paradossale e divertente.
(foto di Eddie Hausner, da “The New York Times“)
Raymond Smullyan ci ha lasciato il 6 febbraio scorso, dopo 97 anni trascorsi a ricercare sempre un modo per stimolare, incuriosire e far scoprire con un sorriso sorpreso le profondità del pensiero logico.
“Matematico, logico, filosofo taoista, scrittore, pianista e prestigiatore”, come lo descrive Wikipedia, molto è stato detto e molto si dirà su di lui; non mi avventurerò in una sua biografia (che potrebbe facilmente sconfinare in un’agiografia scopiazzata da qua e là ), ma voglio ricordare qui due suoi libri che a lungo mi hanno divertito.
Sono i suoi due libri ad argomento scacchistico, in particolare di problemi di logica scacchistica, nei quali Smullyan ha portato all’estremo l’arte dell’analisi retrogada e dei problemi con pezzi mancanti. Dicevo che i suo libri, “The Chess Mysteries of the Sherlock Holmes” (1979) e “The Chess Mysteries of the Arabian Knights” (1981) mi hanno divertito, ma mi hanno anche fatto sudare sette camicie per scavare nelle tante particolarità delle posizioni e della presentazione dei quesiti. Come in una reincarnazione moderna del logico oxfordiano Charles Dodgson, a noi tutti noto come Lewis Carroll, Smullyan creava ambientazioni da favola e posizioni surreali all’interno delle quali seminava il dubbio di un quesito apparentemente irrisolvibile, obbligando il lettore e percorrere percorsi logici poco abituali per scovare la gemma, la particolarità , la chiave che l’autore aveva nascosto.
Vi presento quindi due (relativamente) semplici problemi, che, come sempre, erano inseriti in storie funzionali alla descrizione dei vincoli del problema: promozioni, scacchi ricevuti o no, invisibilità di un pezzo, ambiguità di un pezzo e così via.
I pensieri di un logico
(da “The Chess Mysteries of the Sherlock Holmes”)
(dopo una lunga introduzione con un dialogo tra Holmes, il logico Fergusson e il dr. Watson)

Fergusson: “Io affermo che in questa posizione, dove deve muovere il Bianco, si possa provare che il Bianco dà scacco matto in due mosse, ma che nessuno possa mostrare come verrà dato lo scacco matto.”
Holmes (dopo parecchi minuti): “Per Giove, Mr. Fergusson, Lei ha ragione, assolutamente ragione! Veramente brillante!”
Watson (narratore): “Se il lettore a questo punto si sentirà confuso, sarà piacevolmente sorpreso quando leggerà la soluzione.”
Perchè Holmes dà ragione e Fergusson?
SOLUZIONE (evidenziate il testo tra parentesi quadre per leggerla)
[Se il Nero non può arroccare, allora il Bianco muove Re6 e il gioco è fatto, perchè dopo qualunque mossa del Nero g8=D dà scacco matto.
Se il Nero può arroccare, allora la sua ultima mossa non è stata del Re o della Torre, ma per forza del pedone: precisamente e7-e5. Il Bianco può quindi prendere en passant. Se il Nero adesso arrocca per evitare il matto g8=D, allora segue il matto con b7.
Il punto del ragionamento di Fergusson è che guardando la posizione è impossibile sapere se il Nero può arroccare o no e se il Bianco può prendere en passant o no. In ogni caso c’è un matto in due mosse, ma si tratta due continuazioni diverse. E, senza conoscere la storia della partita che ha portato alla posizione del diagramma, nessuno può affermare “Questa, e solo questa, è la mossa del Bianco che porta allo scacco matto in due mosse.“
Come afferma Holmes nell’enunciato del problema “Per conoscere il futuro, bisogna prima conoscere il passato.“]
Invisibile ma non invincibile!
(da “The Chess Mysteries of the Arabian Knights”)
Il Re Nero, Kazir, si è reso invisibile.

Sebbene nel bel mezzo della battaglia e molto preoccupato dal non poter vedere Kazir, il Re Bianco Horoun ha eccellenti capacità logiche, che gli permettono di dare scacco matto al Re Nero come se fosse perfettamente visibile – e di farlo in una sola mossa!
Qual è la mossa che dà scacco matto?
SOLUZIONE (evidenziate il testo tra parentesi quadre per leggerla)
[La mossa è al Bianco, quindi il Nero non è sotto scacco. Il Re Nero, pertanto, non è in d8, ma è in c8 oppure il Re Bianco è sotto scacco. In quest’ultimo caso, l’ultima mossa del Nero deve essere stata Rc8-d7. Possiamo quindi concludere che il Re Nero è in c8 o in d7. In ogni caso, il Bianco muove c7xb8=C, dando scacco matto sia che il Re Nero si trovi in c8 che si trovi in d7.]
Grazie di tutto, Professor Smullyan.
Grazie per aver ricordato il geniale Raimond Smullyan. Questi due testi, davvero molto belli, non possono mancare nella libreria degli scacchisti, dei matematici e – oserei dire – di chiunque altro appassionato di ‘rompicapo’. Cercando sul web ho trovato che ci sono alcuni suoi testi scaricabili gratuitamente come ad esempio “The chess mysteries of the arabian knights” da questo link http://www.logic-books.info/sites/default/files/the_chess_mysteries_of_the_arabian_knights.pdf
Due problemi interessanti e divertiti complimenti per l’articolo e per avermi fatto conoscere un personaggio che non conoscevo affatto!
Due problemi veramente divertenti e molto istruttivi. Grazie di averli proposti