Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Stefano Tatai (23.3.38 – 29.5.17)

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(Riccardo M.)
Giocatore di origine ungherese, ma nato a Roma, Stefano Tatai fu dodici volte campione italiano fra il 1962 e il 1994. Vincitore di parecchi tornei in Italia, si distinse all’estero per la presenza assidua e la regolarità dei suoi risultati, con numerose piazze d’onore. Partecipò a nove edizioni delle Olimpiadi, fra il 1966 e il 1992.

Maestro internazionale dal 1966, a lungo rivaleggiò con Sergio Mariotti, col quale pattò un primo match nel 1972 e vinse di misura un secondo nel 1977. I due erano sovente definiti “i Coppi e Bartali degli scacchi”.

Fu più volte vicinissimo al titolo di Grande Maestro, realizzando due norme e mancandogli sempre la zampata decisiva sul filo del traguardo.

Ma le zampate bisogna avere il coraggio di darle, e Tatai troppo spesso decideva di accontentarsi di un piazzamento. Memorabile in tal senso fu la partita giocata di bianco contro lo statunitense Mednis all’ultimo turno del Torneo Internazionale del Banco di Roma, nel febbraio 1984. Ricordo di aver assistito a quella partita e che massima fu la mia delusione quando i due giocatori si strinsero la mano, concordando la patta appena alla mossa numero 21. Con il punto pieno, Tatai avrebbe superato Gyula Sax per il primo posto e avrebbe realizzato la norma di Grande Maestro.

Credo che il tormentato fantasma di quella criticata patta abbia per sempre condizionato il suo gioco negli anni successivi.

Stefano Tatai ha trascorso gli ultimi anni della sua vita nelle isole Canarie, a Tenerife, insegnando scacchi.

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2 thoughts on “Stefano Tatai (23.3.38 – 29.5.17)

  1. Di Tatai ho ricordi molto nitidi, essendo tifoso degli scacchisti italiani quando negli anni ottanta si organizzavano i tornei internazionali del Banco di Roma, nella sede di Settebagni a Roma. Mi ricordo distintamente che per andare a vedere il torneo, allora giovanissimo ero costretto a prendere due autobus, di cui il secondo con orari di attesa molto lunghi ed incerti perché si dirigeva nell’estrema periferia di Roma, oltre il Raccordo Anulare.
    Ma tutto però veniva ripagato da quell’esperienza unica di vedere da vicino giocatori fortissimi, con le scacchiere murali che ti facevano vedere in diretta le mosse giocate. Cosa che avevo visto in qualche foto raffigurante i tornei in Unione Sovietica, e che mi emozionava vederla dal vivo a pochi metri di distanza.
    E vedere da vicino loro: Tatai, Mariotti, Toth, Zichichi ed il meno titolato, ma capace di spunti di alto livello, Passerotti che ebbi poi modo d’incontrare almeno due volte in tornei internazionali in Italia. E poi, nei tornei successivi, tutti gli altri, le giovani promesse quali Messa, Iannaccone, Cocozza, De Eccher, Arlandi, Rombaldoni, Bellini e qui mi fermo per non rendere questo post infinito, sperando di non far torto a chi ha partecipato e qui non ho nominato.
    Fu un’esperienza unica, che ho ripetuto tutti gli anni fino a quando il torneo non fu più organizzato. E di giocatori ce ne erano di tutti i tipi, alcuni con dei tick quasi esilaranti, altri che non stavano fermi un secondo sulla scacchiera ed altri, come Tatai, che si distinguevano per quel fare signorile e pacato che si contrapponeva all’irruenza del suo alter ego di sempre: Mariotti.
    Con Tatai, che ebbi modo d’incontrare in una semilampo circa trent’anni fa, se ne va un po’ anche una parte della mia vita legata agli scacchi, ma non solo, che ora verrà custodita nei ricordi.

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