Le riflessioni di due campioni
3 min read
(UnoScacchista)
In due interviste pubblicate negli ultimi giorni, due campioni del mondo, Carlsen e Anand, hanno comunicato qualcosa che secondo me vale la pena di essere condiviso. Qualcosa sul loro attuale atteggiamento verso gli scacchi: il Campione di oggi e il Campione di ieri, entrambi in una fase delicata della loro carriera.
(Foto dal match mondiale del 2014)
Il 6 Ottobre scorso Magnus Carlsen ha dato una simultanea a Singapore, nella residenza dell’Ambasciatore norvegese, vincendo tutte la partite contro 16 giocatori. Intervistato da Jonathan Wong per “The Sunday Times”, edizione domenicale del “The Straits Times” di Singapore, Carlsen ha commentato il suo recente anno, uno dei più difficili della sua carriera dal punto di vista sia della qualità di gioco che dei risultati.
Alcune delle sua affermazioni sono inaspettate e forse più oneste di quanto ci si potrebbe aspettare da un Campione del Mondo.
“La sofferenza della sconfitta è più intensa della gioia della vittoria”
“Qualche volta, dopo aver perso una partita, vorrei semplicemente piantare tutto e fare qualcos’altro. Ma poi trovo di nuovo la voglia e vado avanti.”
Quest’anno Carlsen si è dovuto confrontare molto più spesso che negli altri anni con la sconfitta e, in generale, con la mancata vittoria in un torneo.
“Perdere è un brutto colpo al tuo senso di autostima. Metti tutto te stesso nella partita e non ci sono elementi esterni. Se perdi è solo colpa tua: non ci sono compagni di squadra a cui dare la colpa e non puoi accampare scuse sulle condizioni ambientali di quel giorno. E’ tutto su di te e psicologicamente è dura da sopportare, specialmente quando non sei abituato a perdere.”
Ma poi torna il solito Carlsen, quello che è sempre alla ricerca di qualcosa, di una manovra strategica o di un piano in grado di sfruttare una sfumatura impercettibile della posizione. A 26 anni, probabilmente, ha imparato qualche lezione dalle disillusioni della vita (sportiva).
“Negli scacchi, se pensi che ti stai avvicinando alla perfezione vuol dire che non sei abbastanza critico con te stesso”

La vittoria all’Isola di Man e, forse, l’aver trovato un nuovo equilibrio con la ragazza, potrebbero essere stati un toccasana per Magnus: vedremo cosa sarà in grado di fare al prossimo Torneo di Londra.
Di rientro dal positivo torneo dell’Isola di Man, Anand è stato intervistato da Susan Ninan per ESPN India. Uno degli argomenti sui quali il campione indiano si è espresso è la inusuale situazione di non doversi preparare per un Torneo dei Candidati o un match mondiale.
La prima affermazione, pur essendo ovvia, chiarisce bene che le motivazioni ancora non mancano.
“Quando mi viene chiesto se sia un sollievo non essersi qualificato per il Torneo dei Candidati e dover sottostare alla pressione del Campionato del Mondo un’altra volta, mi sembra come chiedere a qualcuno se è contento di non aver vinto alla lotteria perchè così non deve pagare le tasse sulla vincita.”

Anche se i giochi per il Torneo dei Candidati, secondo Anand, sono probabilmente già stati decisi …
“Non credo alla possibilità di una Wild Card per me per il Torneo dei Candidati. Ci sono molte speculazioni sul fatto che andrà a un giocatore russo questa volta”.
… questo non toglie all’indiano il sogno di avere un’altra chance nel prossimo ciclo per il Campionato del Mondo 2020.
“Credo che le probabilità che io diventi di nuovo Campione del Mondo siano maggiori di zero. (…) Non posso di certo ringiovanire, quindi le possibilità diminuiscono, ma io ci proverò ancora.”
Provaci ancora, Vishy!