Stephen Hawking, una vera stella
2 min read
(Uberto D.)
Qui non si parla di scacchi, qui si parla di una persona eccezionale nel vero senso della parola. Ieri, 14 Marzo 2018, Stephen Hawking ha lasciato questo mondo per unirsi a quelle stelle che ha osservato, studiato e, fin dove possibile, contribuito a comprendere. Farewell, mr. Hawking.
[Stephen Hawking gioca a scacchi con suo figlio (1977) – Foto di Ian Berry]
Un’eccezione per la durata della sua vita, che, secondo la prima diagnosi della sua malattia neuronale nel 1963, non doveva durare più di altri due anni.

Un’eccezione per la continua curiosità nell’osservare, ricercare, teorizzare e, se possibile, spiegare e raccontare.

Un’eccezione per la capacità di vivere attivamente nonostante le crescenti limitazioni motorie ed espressive; capacità che gli ha permesso di diventare un simbolo di quanto le persone con disabilità possano raggiungere.

Un’eccezione per il suo umorismo e la sua disponibilità a esplorare il lato divertente della vita, come quando accettò, per scherzo, una sfida a “Quantum Chess” (una variante che esiste davvero!)
Il più grande nemico del sapere non è l’ignoranza; è l’illusione di sapere.
(Stephen Hawking)
Un’eccezione con cui ho avuto la fortuna di condividere il tempo del mio cammino.