Ho detto due volte ‘No’ a Canal
6 min read
(Rodolfo Pozzi)
Negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso ero Direttore tecnico della Sezione Scacchi del Club Esperia di Como e Delegato Provinciale Federale. Nel 1963, insieme al mio carissimo amico Pierluigi Nessi, ho organizzato una simultanea per Esteban Canal nello splendido Castello di Carimate (CO), ove Pigi Nessi lavorava.
[13 giugno 1963: Simultanea di Canal nella magnifica “sala del camino” dello storico Castello di Carimate]
Chi era Esteban Canal? Non tutti i nostri lettori lo avranno conosciuto, per cui ne traccio un breve profilo. Nato nel 1896 in Perù, a 14 anni si è trasferito in Europa lavorando su una nave come mozzo. Ha appreso gli scacchi ottenendo in seguito piazzamenti e vittorie in importanti tornei; si è laureato in medicina e ha esercitato la professione in Ungheria, dove ha sposato Anna Klupacs. Naturalizzato italiano, negli ultimi anni ha risieduto a Cocquio Trevisago in Provincia di Varese, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1981. Era Maestro internazionale dal 1950 e Grande Maestro “Honoris causa” dal 1977. Alexander Alekhine ha scritto che “Canal è senza dubbio uno tra i più geniali maestri di tutti i tempi”.
Ma facciamo un passo indietro. Il 7 ottobre 1956, per il 10° anniversario del Circolo degli Scacchi di Como, Canal ha tenuto a Villa Olmo un’esibizione di simultanee, che ho combinato senza parteciparvi, avendo interrotto l’attività agonistica per vari motivi come gli studi e la compilazione (bibliografia 2) della storia del circolo (un documento che non tutti i confratelli possono vantare!). Canal ha realizzato lo straordinario punteggio dell’87%: su 20 partite ne ha vinte 17, pattata 1 con Camponovo e perse 2 con Cambi e Gritti (fig. 1).

Nel 1946 Carlo Gritti aveva tornito e intagliato degli Staunton per il circolo (fig. 2). Queste figure presentavano un pregio non indifferente, che si sarebbe rivelato a distanza di anni (bibl. 2, p. 18): il Cavallo (ispirato al modello del Verrocchio per la statua di Colleoni) è formato da un solo pezzo, ciò che lo rende molto solido e praticamente inalterabile (non perde mai la testa!).

Il Circolo degli Scacchi poco per volta si è dissolto, soprattutto per mancanza di sede. Il nemico era la televisione, che veniva sempre installata nelle sale dove giocavamo (bibl. 2, p. 15), come è spiritosamente illustrato in un disegno di allora (fig. 3).

Nel 1961 gli scacchisti comaschi si sono trasferiti al Club Esperia 1919, un poliedrico sodalizio, fondandovi la Sezione Scacchi, che sarà vitale fino alla nascita del Circolo Scacchi Città di Como, tuttora in attività.
Ma eccoci a Carimate.

Nella magnifica “sala del camino” dello storico Castello di Carimate, che ospita un pregevole affresco con una partita a scacchi (fig. 4), il 13 giugno 1963 ventisei giocatori di Como, Chiasso, Desio, Meda, Lissone, Seregno e Milano sono opposti al campione (fig. 5), osservati da un discreto pubblico, curioso di assistere a una manifestazione che per i profani è di grande effetto (bibl. 3).
Canal prega tutti di giocare per lui “e4” e inizia il pellegrinaggio da una scacchiera all’altra.

Ecco la mia partita, finora inedita (fig. 6).


Avendogli ricusato per la seconda volta la patta, Canal, nel suo italiano “peruvianizzato”, mi ha detto: “Ah, ma lei è cativo!”, e siamo scoppiati tutti a ridere; compreso mio padre, la persona dalla quale ho imparato gli scacchi quando avevo dieci anni.
Bella partita (almeno per me), nata male per Canal dopo un paio di inesattezze in apertura, che io ho sfruttato al meglio. D’accordo, non era una cosa seria… ma nemmeno un maestro internazionale è riuscito a risollevarsi da mosse deboli iniziali.
A metà competizione c’è stato un rinfresco per i giocatori e alla fine un brindisi per tutti. Dopo 3 ore e 10 minuti la gara è terminata col risultato di +13, =10, -3 (69%); hanno vinto Ettore Creati, Mario Valisi e Rodolfo Pozzi, i tre più forti giocatori comaschi del momento (bibl. 5, p. 122).
La nostra organizzazione è riuscita perfettamente ed è stata apprezzata dal lato tecnico e spettacolare, come hanno riconosciuto il Conte Giancarlo Dal Verme, Presidente della Federazione Scacchistica Italiana, l’amico Ettore Volta, Presidente del Comitato Provinciale di Milano della FSI-ENAL, che ha diretto la simultanea, il maestro Giovanni Ferrantes, Direttore de “L’Italia Scacchistica” (bibl. 3, p. 181). E lo stesso Canal, che ha poi detto di aver giocato con 38° di febbre, ma che la fatica lo aveva guarito!
Il Club Carimate Parco ha offerto la cena alle autorità, e ai vincitori ha dato anche una medaglia d’oro. Dopodiché ho chiesto a Canal: “Ma quella variante Dd3?” e lui mi ha gratificato dicendomi: “Ah, era uno scherzo: non sapevo che dietro ci fosse lei!”. E’ un elogio che, a distanza di 55 anni, mi fa ancora piacere ricordare.
C’è più di un’idea sulla fortuna negli scacchi: l’opinione prevalente è che non esiste perché tutto dipende dall’avversario. Io però posso ritenermi fortunato che lo “scherzo” l’abbia fatto a me e non ad altri!
A Lissone (MI, ora Monza Brianza) nel 1965 ho affrontato una seconda volta Canal e ho pattato, in una simultanea organizzata dalla Sezione Scacchi della Famiglia Artistica Lissonese e diretta da Gaetano Attucci di Desio (bibl. 4, p. 288 e bibl. 5, p. 122). Vi erano 24 giocatori di Como, Desio, Lissone e Meda, e il maestro ha terminato imbattuto, vincendo 17 partite e pattandone 7 (85%).
Il 17 ottobre 1966 a Lugano ho giocato in simultanea con Paul Keres (fig. 8), un campione che ho sempre ammirato per la brillantezza delle sue combinazioni. Ho perso abbastanza presto, ma è stato un vero onore e un’emozione incontrarlo.

Paul Keres è stato raffigurato mezzo secolo dopo su una moneta estone da 2 euro (fig. 9).

E concludo questo spicchio di autobiografia scacchistica con due immagini che mi hanno dato ulteriori soddisfazioni. A Sirmione, la perla del Lago di Garda, si svolgevano simpatici tornei a squadre; in occasione di quello del 1953 la rivista milanese “La Scacchiera” di Ariodante Agostinucci ha bandito un concorso fotografico sul tema “Sirmione e gli scacchi”. Elia Clerici ed io, ravvisata dal nostro albergo un’inquadratura con lo sfondo dei merli del Castello Scaligero, l’abbiamo ripresa insieme ai nostri pezzi (fig. 10) vincendo il 1° premio (bibl. 1, p. 117 e bibl. 2, p. 46).

E io ho riportato anche il 3° premio immortalando Bonzanigo e Clerici che, tra un turno e un altro del torneo, si sfidano con una scacchierina seduti sulle rovine romane (bibl. 1, p. 118 e bibl. 2, p. 46).

Nato a Como nel 1930, liceo classico, laurea in Economia e commercio, felicemente sposo, padre, suocero e nonno, dirigente industriale in pensione, appassionato di speleologia, preistoria e archeologia. Negli anni ‘50 e ‘60 animatore dell’attività scacchistica a Como e Delegato Provinciale FSI, ora Past President della Chess Collectors International Italia. Principali pubblicazioni (oltre a numerosi articoli): “Il Circolo degli Scacchi di Como dal 1945 al 1955”, Milano 1956; “I giochi di scacchi mongoli, riflesso della cultura nomade delle steppe”, Como 2002; “Scacchi: giochi da tutto il mondo” (con Gianni Gini), Lecco 2007.
BIBLIOGRAFIA
- (1) BONACATTI A.: “Non c’è pace fra gli ulivi… di Sirmione”, in “La Scacchiera” n. 6, giugno 1953, pp. 117-122, Milano.
- (2) POZZI R.: “Il Circolo degli Scacchi di Como dal 1945 al 1955”, La Grafica Moderna, Milano 1956, 73 pagine.
- (3) FERRANTES G.: “Simultanee” in “L’Italia Scacchistica” n. 695, Settembre 1963, p. 181, Milano.
- (4) FERRANTES G.: “Simultanee” in “L’Italia Scacchistica” n. 722, Dicembre 1965, p. 288, Milano.
- (5) POZZI R.: “Sezione Scacchi”, in “Club Esperia 1919, Cinquant’anni di attività sportiva, culturale e organizzativa”, pp. 120-123, Como 1969.