Gli Scacchi fra i ‘geni’ delle Olimpiadi degli Sport della mente
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(Riccardo Gueci)
Da 22 anni si svolgono a Londra le Mind Sports Olympiad (MSO – www.msoworld.com), e numerosissimi sono gli ‘sport’ mentali che in tutte queste edizioni si sono disputati: dal GO agli Scacchi, dalla Dama al Bridge, dal Backgammon al Mastermind, dall’Othello allo Shogi, ai giochi da tavolo, allo Scrabble, al Poker, al Calcolo mentale e tantissimi altri.
Alcuni si sono spesso alternati, altri sono stati sempre presenti, come appunto gli Scacchi.
Dal 2008 anche Pechino ha presentato un’Olimpiade degli sport della mente, ma ristretta a soli 5 giochi, GO, Scacchi, Bridge, Dama e Xiangqi.
La differenza principale fra i due eventi è però che in quest’ultima partecipano in genere solo professionisti (tra i migliori) della singola disciplina, mentre a Londra pur essendo liberi di partecipare anche solo alla singola gara, l’ottica prevalente è l’eclettismo di cimentarsi in diverse competizioni, per mirare alla prestigiosa vittoria del Pentamind, ossia il trofeo assegnato a chi ottiene il punteggio massimo nei migliori 5 giochi (di categorie diverse) disputati.
È chiaro quindi che a Londra è raro che vengano i big assoluti dei vari giochi, seppure a volte avviene, ma ‘solo’ degli ottimi giocatori multidisciplinari.

Quest’anno alle MSO fra gli 84 tornei in programma nei 9 giorni di gara – molti ovviamente contemporanei – gli Scacchi avevano ben 5 tornei differenti: “Chess Rapid” con una cadenza di 25 minuti per tutta la partita più 5 secondi a mossa, “Chess Blitz” con i classici 5 minuti, ma con un incremento di 3 secondi a mossa, “Chess 960” (il Fischer random) con la stessa cadenza del Rapid, “Exchange Chess” (nota in Italia come Quadriglia) con 5 minuti secchi per tutta la partita, e infine “Diving Chess” (gli Scacchi in piscina sottacqua) con il tempo di riflessione per ogni mossa pari alla propria capacità di apnea.
Insomma un bel programma vario, che a parte la novità in piscina degli ultimi 3 anni, ha mantenuto abbastanza costante nel tempo queste differenzazioni.
Ogni anno la presenza di qualche GM e IM impreziosisce i tornei, ma i Maestri e i FM usuali non sono mai facili avversari, e non è infrequente che riescano a togliere sorprendentemente il ‘gelato’ dai big di turno quando questi pensa già di starlo facilmente per gustare.
D’altronde lo zoccolo duro delle MSO (50-60 giocatori sulle circa 4-500 presenze totali) che partecipa ogni anno a tutti i tornei possibili è costituito in prevalenza da scacchisti o ex-scacchisti (ma si è mai ex?) di forza media 2200/2300 di Elo, ma spesso con un QI molto sopra la media, tanto da sapersi adattare sempre molto bene alle circostanze agonistiche della gara in questione. In pratica delle potenziali mine vaganti per tutti.
Le stesse MSO è bene ricordare furono ideate da David Levy , Tony Buzan e Raymond Keene, ossia 2 fra i più famosi scacchisti inglesi dell’epoca, e tranne una breve parentesi di 3 anni a Manchester, si sono sempre tenute a Londra.
Se il Rapid e il Blitz, i classici per eccellenza degli Scacchi a tempi contratti, non costituiscono certo una novità, sono le altre 3 discipline che usualmente incuriosiscono di più chi assiste.
E ovviamente principalmente l’ultimo arrivato, lo spettacolare Diving Chess.
In una riscaldata piscina di un’attrezzatissima palestra di Soho si disputano usualmente 5 turni di gara, con la scacchiera piazzata al fondo della piscina, i giocatori a cui spetta la mossa che si immergono fino in fondo, riflettono quanto vogliono/possono in apnea, fanno la loro mossa e riemergono. È quindi il turno dell’avversario ad immergersi immediatamente e a fare lo stesso, fino al matto o all’abbandono di uno dei due.
Sull’esperienza del primo anno, ormai gli habitué si presentano con i pesi alle caviglie e alla cintura e con regolare muta. La difficoltà maggiore più che il fiato che certo serve, ma in questo il gioco alla cieca aiuta molto, per chi non è attrezzato è di riuscire a stare al fondo senza stancarsi troppo, e poi nonostante il notevole caldo dell’ambiente, il freddo crescente che si sente dopo la seconda partita del torneo (che dura in tutto circa 4 ore). Ricordo l’anno scorso, quando ‘coraggiosamente’ partecipai (il mio rivale più anziano aveva 30 anni meno di me…) ogni fine turno mi mettevo sotto la doccia bollente per riscaldarmi e dopo il quarto turno addirittura entrai per cinque minuti in sauna. Ovviamente non avendo mai partecipato non ero attrezzato come gli altri. Fu dura, ma molto divertente, e soprattutto sopravvissi, realizzando anche 2,5 punti su 5.
Il Chess 960, ovvero quello che è ritenuto il futuro degli Scacchi classici, come è noto a tutti gli scacchisti, è la variante inventata da Fischer in cui la posizione iniziale dei pezzi è sorteggiata dall’arbitro ogni turno, pur rispettando integralmente tutte le regole, arrocchi e Alfieri di colore diverso compresi. Esistono appunto 960 disposizioni diverse possibili, da cui il nome usualmente adottato. Molti i tornei internazionali disputatisi negli anni passati, più che altro a cadenze non troppo lunghe. Famosi i tornei di primo piano svoltisi a Mainz, ma numerose sono state e continuano ad essere le sfide anche blitz fra i più forti giocatori al mondo.
Quest’anno a sorpresa si è presentato in questo torneo un Top Player inaspettato, l’inglese Matthew Sadler, n° 48 al mondo Elo 2693, oltre 200 punti in più di un altro GM presente, il russo Alexander Cherniaev e un abisso con gli altri. Questa è la fase conclusiva della mia partita con Sadler:
Ma come vi avevo già accennato prima, mai sottovalutare chi partecipa alle MSO, specie se appartiene al ristretto numero dei geniali giocatori che usualmente primeggiano.

E infatti, una volta messa da parte la preparazione teorica superiore d’Apertura del gioco classico, il talento puro viene fuori, e un altro inglese, ma di origini indiane, Ankush Khandelwal, dopo aver pareggiato con disinvoltura lo scontro diretto con Sadler ha vinto le altre 5 partite in programma, compreso l’altro GM, e con 5,5 su 6 si è aggiudicato a sorpresa il torneo. Sadler nell’ultimo turno poi costretto a vincere per tenere il passo del rivale ha dovuto forzare una partita patta, ma ha finito incredibilmente col perdere.
Il torneo più chiassoso e divertente è stato però l’ultimo, l’Exchange Chess, la nostra Quadriglia. Ossia il torneo di una coppia contro un’altra, dove giocando a colori invertiti, ogni giocatore passa al compagno i pezzi mangiati all’avversario, dandogli la possibilità di catapultarli sulla propria partita facendoli diventare suoi. Non è possibile dare matto in 1 col pezzo alleato né promuovere, ma per il resto tutte le regole sono uguali agli scacchi classici.
Si sono disputati sette turni di gara in questo torneo ed ogni volta si facevano due partite alternando i colori e gli avversari della coppia opposta.
Anche qui Sadler si è cimentato in coppia con una donna IM e alla presenza di un altro IM in coppia con un maestro, entrambi inglesi. Sembrava una lotta ristretta fra queste due coppie, ma il solito Ankush Khandelwal, ormai in trance agonistica senza pari – per la cronaca è stato anche il dominatore del Pentamind 2018 – piantato all’ultimo minuto dal suo compagno, non si è perso d’animo e ha giocato da solo in simultanea, con 5 minuti secchi per entrambe le partite, vincendo sorprendentemente il torneo, ma soprattutto sbalordendo tutti. Certo diranno gli esperti che giocando da solo sapeva immediatamente quale pezzo può servire in entrambe le partite, ma il tempo è pur sempre la metà e considerato poi che era permesso lecitamente parlare all’interno della coppia per suggerirsi sia la mossa che il pezzo che serve, il vantaggio di giocare da solo era quasi annullato.
Ankush è un giovane di grande talento, ai tempi nazionale junior sia di Scacchi che di Bridge, che a mio avviso sarebbe un big se solo si fosse dedicato al nobil gioco, piuttosto che diventare un professionista di Poker quale è. Oltre che imparare a giocare benissimo tanti altri giochi non semplici, come il Quoridor, ma anche come 7Wonders, Acquire, Color Chess o Perudo, dove ha vinto quest’anno l’Oro. Insomma un fenomeno.
Ma ai fenomeni le MSO sono abituati, uno su tutti, l’ormai meno giovane inglese Demis Hassabis, un genio assoluto del pianeta Terra. Colui che alla stessa età aveva a Scacchi l’Elo più alto solo dopo quello di Kasparov, che qui alle Mind Sports Olympiad ha vinto il Pentamind per ben 5 volte consecutive. L’ideatore dell’algoritmo rivoluzionario di autoapprendimento per l’Intelligenza Artificiale usato da AlphaZero per strapazzare tutti i software più forti che giocano a Scacchi, Shogi e GO. Il fondatore della Deepmind che ha venduto qualche anno fa a Google per appena 500 milioni di dollari, il londinese n°3 nella classifica di 3 anni fa fra i più influenti del suo Paese, anche prima di David Cameron, e che ora si sta dedicando alla medicina con studi applicati all’occhio che certamente rivoluzioneranno l’approccio diagnostico in tal senso. Vuole cambiare il mondo, ci ha confidato, e se non l’avesse detto lui certamente l’avremmo presa solo come una battuta.
E gli italiani?
Beh si lotta ogni anno con questi ‘mostri’ inglesi, estoni, sudcoreani, spagnoli, giapponesi, francesi, americani, russi, sudafricani e così via, raccogliendo di tanto in tanto qualche prestigioso scalpo, ma soprattutto un solo nome si può citare fra questi ‘grandi’: Dario De Toffoli, 2 volte vincitore del Pentamind assoluto e da 3 anni, ossia da quando è stato istituito, del Pentamind Senior. Intero podio di quest’ultimo da due anni sempre totalmente italiano.

Alle MSO di Londra ogni anno si vince molto: appena 500 sterline, medaglie d’Oro, Argento e Bronzo, naturalmente non in metallo autentico anche se molto ben fatte, tanta gloria, titoli olimpici e mondiali, ma soprattutto il privilegio di conoscere gente fuori dal comune.
Nato a Palermo il 18 giugno 1953, Riccardo Gueci è Analista-Biologo dal 1977, Giornalista-Pubblicista dal 1986 e membro del Mensa dal 2003.
Ha imparato a giocare a Scacchi a 6 anni dal nonno, ma vi si è dedicato da quando ne ha compiuto 19, sulla scia del match Fischer-Spassky (1972). Nel 1974 ha vinto il suo primo titolo cittadino, vittoria replicata numerose volte. Maestro nel 1986, con ingresso nel rating Internazionale nel 1988.
Tra le sue più prestigiose vittorie il titolo italiano a squadre (Arci 1985), quello individuale semilampo (Uisp 1995), più volte il titolo siciliano a squadre, il titolo individuale assoluto siciliano (1997) e più volte il titolo di Palermo.
Giocatore di simultanee tradizionali (la migliore performance su 33 partite: +32 -1), nel 1987 stabilì il Record Italiano di Simultanea alla cieca (10 partite: +9 =1) inserito dal 1989 nel Guinness dei Primati. Nel 2007 ha sfidato un over 2700, il n.28 del mondo di allora il Grande Maestro spagnolo Paco Vallejo Pons, da cui perse solo per il tempo alla 35 mossa in posizione equilibrata.
Ha ricoperto svariati incarichi: vice-presidente e Presidente nel Circolo Palermitano Scacchi, nella commissione tecnica del Comitato Scacchistico Siciliano di cui fu il primo Presidente e fondatore, e Consigliere Nazionale della FSI negli anni novanta. Dal 1990 è Istruttore Nazionale Formatori, dal 2013 Istruttore FIDE e dal 2016 Istruttore Capo, nonché docente in corsi per istruttori di I grado. Da anni partecipa alle Olimpiadi degli Sport della mente (MSO) con ottimi risultati.