Solodovnichenko-Kunin-Maiorov sono i nuovi tre Re di Roma
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RCA2018 - Yuri Solodovninchenko
(Riccardo M.)
E’ terminato domenica 9 dicembre il “3° Festival Internazionale Roma Città Aperta”, svoltosi presso l’Hotel Eurostars Roma Aeterna.Classificatisi per Buchholz nell’ordine indicato in titolo, i tre GM hanno vinto, meritatamente, con 7 punti su 9. Fuori dal podio i due maggiori favoriti, lo spagnolo Jaime Santos Latasa e l’ex campione mondiale “under 18” del 2016, l’armeno Manuel Petrosyan.
[Nella foto Yuri Solodovnichenko. Tutte le foto sono di Riccardo Moneta]
Yuri Solodovnichenko, unico dei tre imbattuto, è un esperto quarantenne GM ucraino che giunse 2°-5° nella edizione 2017. Nel penultimo turno aveva messo le mani sul podio, battendo lo spagnolo Santos Latasa, e nell’ultimo si è esibito, contro l’altro spagnolo Korneev, in una poco credibile e avventurosa Siciliana, che peraltro sembrava conoscesse molto bene e che è finita con un perpetuo quasi da studio.
Vitaly Kunin è un tedesco di 35 anni, nato a Mosca, da dove emigrò nel 2001 trasferendosi con la famiglia a Darmstadt. GM dal 2006, gioca a scacchi dalla bellezza di 31 anni e non è nuovo ad imprese notevoli, come il successo del 2006 nell’Open di Schwarzach con un eloquente quanto raro 9 su 9. Qui a Roma è stato un pochino aiutato dai sorteggi.

Nikita Maiorov è un GM di 33 anni proveniente dalla Bielorussia, dove vive tuttora a Vitebsk, la città del celebre pittore Marc Chagall. Ben noto da noi da tempo, avendo vinto già ad Amantea e ad Imperia, ha una sorella che si è sposata in Italia ed abita nei pressi di Pisa. Ha chiuso il torneo in rimonta con due belle vittorie su Kovacevic e Santos Latasa. E’ uno dei rari Grandi Maestri quasi completamente autodidatti. Interamente a lui dedicheremo un articolo il prossimo lunedì.

Ma dobbiamo citare qualche altro giovane, che qui a Roma ha brillato, sia pure a momenti. La prima è la WFM Eva Stepanyan, classe 2006, russa, uno scricciolo di bambina dalla determinazione di una leonessa. Si è trovata addirittura a 5 su 7, prima di cedere nelle ultime due partite a Kunin e ad un’altra bambina terribile, la sua coetanea olandesina Machteld Van Foreest, sorella del noto GM Jorden. Della Machteld parlammo qui su UnoScacchista in occasione dell’edizione del 2017, quest’anno lei si è superata con un significativo 5,5 su 9, piazzamento 13°-21°.
La ragazza più brava è stata però alla fine, come previsto, la ventiduenne azèra Ulviyya Fataliyeva, con p.6 all’8°-16°posto. WGM, lei è tra le migliori scacchiste del suo Paese e ha già preso parte alle recenti Olimpiadi di Batumi.
Tra i bambini segnaliamo Shah Dev, indiano classe2007 (p.4), del quale vi parleremo ancora nelle prossime settimane, l’ungherese David Tran, anche lui un 2007 (p.4,5) e soprattutto il loro coetaneo di Singapore Jagadeesh Siddharth (p.5). Tutti sono purtroppo un po’ calati alla distanza.


Da rilevare anche la bella gara di quasi tutti gli indonesiani, presenti qui a Roma con ben 6 rappresentanti fra uomini e donne, tutti, ragazze comprese, sempre a battagliare apertamente nella parte alta del tabellone.
Ci si attendeva di più dai tre armeni in gara, soprattutto da un Manuel Petrosyan apparso un tantino sottotono.
E gli italiani? Non c’era un solo nome italiano in grado di competere con lo schieramento dei 10 GM stranieri: in certi momenti si sono avvicinati al gruppo di testa due giovani, Riccardo Marzaduri (20 anni) ed Emanuele Carlo (15), bravissimi entrambi. Marco Corvi è stato il migliore nostro classificato, 22°-30° con 5 punti. Comprendiamo la concomitanza col CIA di Salerno, ma ciò non basta a giustificare le troppe altre assenze.

Nel torneo B erano iscritti, tra gli altri, più di 20 CM. Tutti sono stati messi nel sacco dai due dominatori, i due 1N Vincenzo Carlomagno e Alessandro D’Angerio (7,5/9). Il primo ha prevalso per Buchholz. D’Angerio, 16 anni, era appena il 42° per rating. Di lui sentiremo ancora parlare di sicuro.
I migliori tra gli italiani, però, a parte gli ultimi due ragazzi citati, sono stati senza dubbio gli organizzatori della Scuola Popolare Scacchi (Massimo Carconi, Paolo Andreozzi, Ivano Pedrinzani e Paolo Pellegrini) e tutti gli arbitri, ottimamente guidati da Giuseppe Buonocore e Piero Arnetta. Un grande applauso lo meritano anche loro, almeno sullo stesso gradino dei vincitori.
Appuntamento con tutti al 2019!
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