Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Jules Verne e gli scacchi nello spazio

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(Carmelo Coco)
Per la prima volta vengono presentate delle citazioni dello scrittore francese Jules Verne con riferimenti scacchistici. Infatti, nel libro “Autour de la Lune” ha parlato della prima scacchiera portata nello spazio e, nel libro “Hector Servadac” della prima partita nello spazio.

1) La prima scacchiera nello spazio
in Autour de la Lune di Jules Verne

Copertina, Autour de la Lune, Hachette, 1966.

Il libro è stato pubblicato in Italia con il titolo Intorno alla Luna, Milano, Tipografia già Domenico Salvi e C., 1874.
Il riferimento scacchistico è molto importante perché Verne scrive della prima scacchiera portata nello spazio.
Nel capitolo 5 (intitolato Les froids de l’espace – Il freddo dello spazio), durante il viaggio, si argomenta su come passare parte del tempo. Non c’è il pericolo di annoiarsi?

«Mais j’ai prévu le cas, mes amis», reprit Michel Ardan. «Vous n’avez qu’à parler. J’ai à votre disposition, échecs, dames, cartes, dominos! Il ne me manque qu’un billard!»
(«Ma io, amici miei, ho ponderato il problema», rispose Michel Ardan. «Basta chiedere. Ho, a vostra disposizione, scacchi, dama, carte e domino! Non mi manca che il biliardo!»)


2) La prima partita a scacchi nello spazio
(su una porzione di Terra strappata da una cometa)
in Hector Servadac – Voyages et Aventures
à travers le monde solaire
di Jules Verne

Copertina, Hector Servadac, Hachette 1967.

Autour de la Lune è un romanzo di Jules Verne pubblicato dall’editore parigino Pierre-Jules Hetzel nel 1870.
È il settimo della serie Viaggi straordinari ed è il seguito di De la Terre à la Lune (Dalla Terra alla Luna). Ecco un breve riassunto: Impey Barbicane, presidente del Gun-Club (un circolo di Baltimora – Maryland – che si occupa di armi, artiglieria e balistica), propone d’inviare un proiettile sulla Luna. L’idea è entusiasticamente e positivamente accolta in tutti i Paesi del mondo che cominciano ad inviare denaro per finanziare l’impresa. Barbicane riesce a risolvere tutti i complicati problemi tecnici (fusione del cannone, scelta del propellente, forma del proiettile, etc.) e quelli di calcolo astronomico (con l’aiuto dell’osservatorio di Cambridge). Quando tutto è quasi pronto arriva la straordinaria proposta di Michele Ardan. Il francese (che, in seguito a questo atto ardimentoso, verrà nominato cittadino degli Stati Uniti) si propone di fare il viaggio all’interno del proiettile. In seguito a diversi avvenimenti Barbicane e il suo più acerrimo antagonista, il capitano Nicholl, si aggregano all’impresa. Il libro finisce con il lancio del wagon-projectile (primo dicembre 1865) con a bordo i tre avventurosi (con la compagnia di due cani).
In Autour de la Lune viene descritto il viaggio dei tre avventurosi che orbitano attorno alla Luna ma non vi scendono come avevano programmato.

Hector Servadac – Voyages et Aventures à travers le monde solaire di Jules Verne venne pubblicato nel 1877 dall’editore parigino Pierre-Jules Hetzel, ed è il quindicesimo volume della serie Viaggi straordinari. Venne pubblicato in italiano, per la prima volta, nel 1877 col titolo Attraverso il mondo solare, Milano, Sonzogno, 1891.

Il libro affronta un tema oggi molto dibattuto: cosa accadrebbe se un meteorite o una cometa colpisse o sfiorasse la Terra? Verne lo immagina nel 1877!

Una cometa passa accanto alla Terra e strappa alcune variegate porzioni del nostro mondo:

  • una piccola parte dell’Algeria con i sopravvissuti Hector Servadac (capitano dello Stato Maggiore della colonia francese) e il suo attendente;
  • una piccola porzione di Gibilterra con alcuni sopravvissuti di nazionalità inglese: il maggiore sir John Temple Oliphant, il brigadiere Hénage Finch Murphy e undici soldati;
  • Ceuta con 10 marinai spagnoli e il commerciante tedesco Isacco Hakhabut;
  • una porzione dell’isola della Maddalena con la piccola italiana Nina e la sua capretta;
  • una parte dell’isola di Formentera con lo scienziato francese Rosette.
  • dal mare – quello che era una volta il Mediterraneo – si salva una goletta russa con a bordo il conte Wassili Timascheff, il luogotenente Procopio e otto marinai.

A questo raggruppamento di terre viene dato il nome di Gallia.

I sopravvissuti non si rendono subito conto della nuova realtà. A poco a poco, (anche grazie alla evidente gravità alterata, al diverso alternarsi del giorno e della notte), scoprono di abitare non su una Terra terribilmente devastata ma su una piccola porzione della Terra catturata dal passaggio di una cometa e lanciata con essa nello spazio.

I riferimenti scacchistici sono molto importanti perché Verne parla della prima partita a scacchi giocata nello spazio (su una porzione della Terra strappata dal passaggio di una cometa).

Nel capitolo XIII (parte prima), in quello che resta di Gibilterra …

«Le brigadier Murphy et le major Oliphant étaient deux honorables officiers de l’armée anglaise, que le sort avait réunis dans une station lointaine, dont ils charmaient les loisirs en jouant aux échecs. «Je prendrai votre fou si vous voulez bien le permettre», dit le brigadier Murphy, qui, après deux jours d’hésitation, se décida enfin à jouer ce coup, longuement médité. «Je le permets, puisque je ne puis l’empêcher», répondit le major Oliphant, absorbé dans la contemplation de l’échiquier. […] Du reste, il convient de dire que cette partie d’échecs était commencée depuis quatre mois, et que les deux adversaires n’avaient encore joué que vingt coups. Tous deux étaient, d’ailleurs, de l’école de l’illustre Philidor, qui prétend que nul n’estfort à ce jeu, s’il ne sait jouer les pions, – qu’il appelle “l’âme des échecs”. Aussi, pas un pion n’avait-il été légèrement livré jusqu’alors. C’est que le brigadier Hénage Finch Murphy et le major sir John Temple Oliphant ne donnaient jamais rien au hasard et n’agissaient, en toutes circonstances, qu’après mûres réflexions.»
(«Il brigadiere Murphy e il maggiore Oliphant erano due onorati ufficiali dell’esercito inglese. Il destino li aveva riuniti in una remota guarnigione dove ingannavano il tempo libero giocando a scacchi. «Catturerò il vostro Alfiere, se me lo permettete», disse il brigadiere Murphy che, dopo due giorni di esitazione, si era finalmente deciso ad effettuare questa mossa a lungo meditata. «Ve lo permetto, perché non ve lo posso impedire», rispose il maggiore Oliphant assorto nello studio della posizione sulla scacchiera. […] Del resto, bisogna dire che la partita di scacchi era cominciata da quattro mesi, e i due avversari non avevano ancora giocato venti mosse. Entrambi erano, del resto, seguaci degli insegnamenti dell’illustre Philidor, che sostiene che nessuno è bravo a questo gioco se non sa come muovere i pedoni – che egli chiama “l’anima degli scacchi”. Quindi, nessun pedone era stato ceduto con leggerezza. Questi erano il brigadiere Hénage Finch Murphy e il maggiore sir John Tempie Oliphant: non facevano mai nulla di azzardato ma agivano sempre dopo lunghe  riflessioni»)

L’impatto della cometa con la Terra, e lo strappo di una sua porzione, aveva causato un forte terremoto e un cambiamento della forza di gravità.

«Le brigadier et le major avaient remis sur l’échiquier les pièces renversées par la secousse, et ils avaient repris flegmatiquement leur interminable partie. Peut-être les fous, les cavaliers, les pions, plus lager maintenant, tenaient-ils moins bien qu’autrefois à la surface de l’échiquier, – les rois, les reines, surtout, que leur grandeur exposait à des chutes plus fréquentes; mais, avec quelque précaution, Oliphant et Murphy finirent par assurer solidement leur petite armée d’ivoire.»
(«Il brigadiere e il maggiore avevano rimesso sulla scacchiera i pezzi rovesciati dal sisma, e avevano flemmaticamente ripreso la loro interminabile partita. Forse gli Alfieri, i Cavalli, i pedoni, adesso più leggeri, erano meno stabili di prima sulla scacchiera -, mentre i Re e le Regine, per la loro maggiore dimensione, erano soggetti a cadute più frequenti; ma con qualche precauzione, Oliphant e Murphy, finirono per assicurare saldamente alla scacchiera il loro piccolo esercito d’avorio.»)

Una partita lenta, dunque, che viene pure interrotta dal caporale Pim portavoce di una richiesta da parte dei soldati.

Nel capitolo XVI (seconda parte) il capitano Servadac ritorna sullo scoglio di Ceuta per piantarvi la bandiera francese ma lo trova già occupato dagli inglesi di Gibilterra. Il maggiore Oliphant aveva occupato Ceuta mentre il brigadiere Murphy era rimasto sullo scoglio di Gibilterra. Si tenevano in contatto mediante un telegrafo. E la loro partita a scacchi?

«Il faut même ajouter que le brigadier Murphy et le major Oliphant n’avaient point interrompu leur partie d’échecs. Leurs coups longuement préparés, ils se les transmettaient par le télégraphe. En cela, les deux honorables officiers imitaient ces deux sociétés américaines qui, en 1846, malgré pluie et tempête, jouèrent «télégraphiquement» une célèbre partie d’échecs entre Washington et Baltimore Inutile d’ajouter qu’entre le brigadier Murphy et le major Oliphant, il s’agissait toujours de la même partie commencée lors de la visite du capitaine Servadac à Gibraltar.»
(«Bisogna aggiungere che il brigadiere Murphy e il maggiore Oliphant non avevano interrotto la loro partita a scacchi. Le loro mosse, lungamente meditate, sono state trasmesse per telegrafo. In questo, i due onorevoli ufficiali hanno imitato i due club scacchistici statunitensi che, nel 1846, nonostante la pioggia e la tempesta, giocarono per telegrafo una famosa partita a scacchi tra Washington e Baltimora. Inutile aggiungere che tra il brigadiere Murphy e il maggiore Oliphant, era sempre la stessa partita iniziata durante la prima visita del capitano Servadac a Gibilterra.»)

Il maggiore Oliphant è talmente preso dalla partita che interrompe la discussione con Servadac e dice:

«Mais pardonnez-moi, capitaine Servadac. Le brigadier Mur-phy m’envoie par le télégraphe un coup redoutable. Vous permettez»
(«Ma perdonatemi, capitano Servadac. Il brigadiere Murphy mi ha inviato per telegrafo una mossa formidabile. Permettete?»)

Verne ha, dunque, un doppio merito: è stato il primo a portare una scacchiera nello spazio ed è stato anche il primo a scrivere di una partita nello spazio.
E’ la prima volta che questo merito viene messo in rilievo in un articolo scacchistico.

[Tratto da “Gli scacchi nei libri di Fantascienza. Vol. 1. – Burroughs, London, Verne, Wells. Youcanprint 2017).  /Tutte le traduzioni sono di C. Coco]

Autore: Carmelo Coco, Catania

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