Un giocatore di scacchi è un analista di intelligence?
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(UnoScacchista)
Oggi siamo lieti di pubblicare l’introduzione a un articolo in sviluppo su un argomento estremamente interessante: come gli scacchi possono essere un esempio di analisi delle informazioni utile per l’applicazione in altre discipline. L’autore di questa ricerca è Giangiuseppe Pili, che ha già pubblicato sul nostro blog “Gli scacchi come scacchiere geopolitico mondiale”.
Chi troverà il lavoro interessante e vorrà leggere l’articolo completo, può scrivere a Giangiuseppe (scuolafilosofica@gmail.com) che avrà piacere di ricevere commenti e contributi dai nostri lettori per migliorare l’articolo in previsione della sua prossima presentazione a New York alla Conferenza della International Association for Intelligence Education.
Non capita tutti i giorni di essere invitati a contribuire ad un paper scientifico sugli scacchi: grazie a Giangiuseppe e a tutti coloro che vorranno rispondere al suo invito.
Un giocatore di scacchi è un analista di intelligence?
Imparare da altre discipline come migliorare l’intelligence
Dr. Giangiuseppe Pili, Dublin City University
Un giocatore di scacchi è un analista di intelligence?
Nella cultura occidentale, gli scacchi sono considerati uno dei più interessanti giochi di strategia. Nonostante l’intelligenza artificiale applicata agli scacchi sia stata in grado di battere il Campione del Mondo fin dal 1997, gli scacchi sono ancora il gioco di strategia che più mette alla prova la nostra intelligenza e la nostra comprensione.
Anche se sono un gioco ad “informazione completa”, ovvero un gioco nel quale i giocatori hanno a loro disposizione tutte le informazioni nello stesso momento e per qualunque posizione, gli scacchi sono talmente complessi e difficili che non possono essere risolti con il puro calcolo.
I giocatori di scacchi affrontano incertezze, dilemmi tattici, complessità strategiche, tensione, pressione psicologica e grandi problemi epistemologici. Essi hanno continuamente a che fare con questi difficili problemi e cercano di risolverli sulla scacchiera usando le loro conoscenze, basandosi sulle capacità note dell’avversario e cercando di prevederne le intenzioni. Tutto ciò di cui dispongono sono informazioni, che devono essere tradotte in conoscenza pratica, essendo coscienti del fatto che anche loro avversario farà del suo meglio per vincere. In definitiva, i giocatori di scacchi analizzano la posizione, le minacce e le debolezze dell’avversario per prendere decisioni razionali. Gli analisti di intelligence si trovano di fronte problemi simili nell’ottenere risultati analoghi e li affrontano con modalità simili.
In questo articolo presenterò come i Grandi Maestri e i normali giocatori di scacchi analizzino le posizioni dal punto di vista sia strategico sia tattico, e mostrerò come gli analisti di intelligence possano imparare da loro. Dopo mezzo secolo da quando il primo computer in grado di giocare a scacchi è apparso sulla scena e dopo secoli di studio degli scacchi, noi umani stiamo ancora studiando come giocare meglio dietro una scacchiera. Gli scacchi sono tuttora il gioco competitivo che gode della più alta considerazione nella nostra cultura ed è ora di avvicinarlo, assieme alla sua complessità, alla comunità degli analisti di intelligence che da esso potranno certamente imparare.
Breve biografia
Giangiuseppe Pili è assistant professor in “Intelligence studies” per l’IMISS (International Master in Security, Intelligence and Strategic Studies) alla Dublin City University. Ha conseguito il dottorato di ricerca in filosofia e scienze della mente con una tesi di epistemologia analitica. E’ parte del comitato tecnico operativo del Laboratorio di Intelligence all’Università della Calabria. Ha pubblicato un libro e una monografia sulla filosofia della guerra.
Caro UnoScacchista,
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Gian