Kan che abbaia … non morde
3 min read
(Riccardo M.)
Il proverbio ha ragione, almeno in questo caso.
Il’ja Abramovič Kan (Kujbyšev, 4/5/1909 – Mosca, 12/12/1978) non ha mai “morso” abbastanza nella sua carriera di giocatore: delle dieci finali di campionato sovietico che giocò fra il 1929 e il 1955, soltanto nella prima lottò per il successo, giungendo terzo alle spalle di Boris Verlinsky e Sergei Freyman.
Imparò gli scacchi piuttosto tardi, a 14 anni, quando la sua famiglia si trasferì da Kujbyšev (l’attuale Samara, la sesta città più popolosa della Russia) a Mosca. Ed era stato uno scacchista dilettante anche il padre, che in gioventù giocò con Mikhail Chigorin.
Il’ja Kan fu campione di Mosca nel 1936 (alla pari con Vladimir Alatortsev) e ottenne i suoi due migliori risultati in campo internazionale nel 1934 a Leningrado, quarto posto nel torneo vinto da Botvinnik, e nel 1937 a Mosca, secondo posto dietro Reuben Fine.
In pratica Kan mai giocò tornei fuori dall’Unione Sovietica, come un vero e proprio “Kan di casa”. Non gli fu consentito. Eppure poteva vantare dei successi in singole partite contro gente del calibro di Botvinnik e Flohr (da lui battuti ben 3 volte ciascuno), di Ragozin (4 volte), di Kotov e, a fine carriera, di Korchnoi (2) e di Petrosjan, Smyslov e Tajmanov. Alcune di queste vittorie di Kan sono assai note e significative.
Botvinnik, forse memore delle batoste subite da Kan nel 1929 e nel 1935, lo scelse come “secondo” per il match mondiale del 1954 contro Smyslov.
Kan passò però alla storia degli scacchi soprattutto per aver dato il suo nome ad una importante variante della difesa Siciliana, questa: 1. e4 c5 2. Cf3 e6 3. d4 cxd4 4. Cxd4 a6, variante nota fino ad allora col nome di Paulsen. Grande teorico del gioco, approfondì pure alcune linee della Difesa Slava.
Ad Il’ja Kan, che nella vita svolgeva l’attività di avvocato, fu attribuito nel 1950 il titolo di Maestro Internazionale. Nel 1956 divenne arbitro internazionale.
Kan è stato un prolifico e valido autore: Shakhmatist Nikolaĭ Ri︠u︡min (1968, solo edizioni in russo), Zashchita v shakhmatnoĭ partii (1957, edizione solo in russo), Ot debi︠u︡ta k mittel’shpili︠u︡ (1978, edizione solo in russo), Shakhmatnoe tvorchestvo ND Grigor’eva (varie edizioni solo in russo fra il 1952 e il 1954).
Ma, più di altri, di lui si ricordano un paio di importanti testi, ovvero “Leyes fundamentales del ajedrez” (13 edizioni pubblicate in spagnolo fra il 1973 e il 1990), una raccolta di partite di scacchi che illustrano in particolare strategie e tattiche nel medio-gioco, e “El arte de la defensa” (17 edizioni pubblicate in spagnolo fra il 1968 e il 1986).
Quest’ultimo è un valido e schematico volume suddiviso in due parti: la prima parte è teorica, la seconda consiste in istruttivi stralci di partite esemplificative giocate da noti maestri. Curiosa la recensione che si poté leggere su “L’Italia Scacchistica” l’anno successivo: “…. E’ interessante far rilevare che nell’Unione Sovietica “L’arte della difesa” era destinato allo studio dei principianti. Purtroppo, per seguire la giusta scala di valori del nostro Paese, noi in Italia siamo costretti a ridimensionare il termine “principiante” con “giocatori di forza media”. Consigliamo quindi questo trattato a chi, già in possesso di una conoscenza media del nostro gioco, voglia ulteriormente migliorare la sua classe e il suo livello ….”.
Insomma nel 1968 io, giocatore italiano di forza medio-bassa, in Unione Sovietica sarei stato dirottato tra i principianti. Voi sapete se nel 2019 questo gap italico con Mosca e dintorni è per caso scomparso? Ancora no? E allora riprendiamo a studiare gli ottimi testi di Ilija Kan, anche in spagnolo! Non potremmo certo che migliorare.
Infine vi presento una (facile ma) simpatica “chiusa” di Kan:

68… Tf1+! 0-1. A 69.Cxf1 seguirebbe Cf3+.
E qui un’altra sua bella vittoria, di nero e a 65 anni contro Vladimir Tukmakov a Tashkent nel 1974.
Come dire: “non svegliate il Kan che dorme!”. Eh, sì, effettivamente i proverbi hanno quasi sempre ragione ….