(Uberto D.)
Lo scontro del 9° turno di ieri del Tata Steel Chess 2020 tra Magnus Carlsen a Alireza Firouzja ha certamente catalizzato l’attenzione di tutti, fan e addetti ai lavori, in attesa di capire se l’astro nascente iraniano sarebbe stato in grado di competere alla pari (e, perché no, battere) il Campione del Mondo. La partita ha dimostrato come il norvegese sia ancora più forte, ma è chiaro che la sfida tra i due (tredici anni di differenza) è solo all’inizio.
Per la felicità di tutti, la partita è stata una sfida a viso aperto, con l’iraniano che ha scelto la variante Anti-Berlinese con la spinta 4.d3. Questa scelta è stata anche gradita da Carlsen che, dopo la partita, ha detto che sperava proprio in una apertura di questo tipo, in modo da mantenere molti pezzi sulla scacchiera.
Nella Partita Spagnola che si è sviluppata, il norvegese ha scelto una manovra tipica della variante Breyer in un impianto però simile alla variante Zaitsev. Il risultato è stato che Firouzja ha perso il filo del discorso, perdendo un tempo che ha concesso a Carlsen l’opportunità di creare pressione e sviluppare armoniosamente i pezzi. Il resto è stata una lezione di accerchiamento e strangolamento, come solo un Campione del Mondo sa dare.
Un’ottima partita del Campione del Mondo e una lezione dalla quale Fioruzja saprà sicuramente trarre insegnamento per migliorare. E’ un ottimo segno, infatti, che l’iraniano abbia accettato la sfida a viso aperto, senza adottare un atteggiamento remissivo: un altro segno della solidità e della fiducia che il volto nuovo della scena mondiale possiede.
Dopo la partita Carlsen era ovviamente molto contento, come “… uno che è arrivato a +2 dopo 9 turni e dopo aver battuto un ragazzo di 16 anni” ha scherzato, visibilmente soddisfatto.
Oggi il torneo continua con Caruana solitario in testa a 6 punti e ben 4 giocatori a solo mezzo punto di distacco: Carlsen, So, Firouzja e il sorprendente Jorden Van Foreest. Per citare ancora Carlsen: “A mezzo punto dalla vetta, sono ancora uno dei candidati alla vittoria“, e tutti sappiamo che quando Carlsen mette il turbo, le cose si fanno difficili per gli avversari.
Nato a Roma nel 1960, sono stato scacchista attivo dal 1979 (ma forse scacchista “dentro” da almeno 10 anni prima). Sono Candidato Maestro a tavolino, con carriera interrotta da una felice paternità, e fondatore della rivista periodica “Zeitnot”. Da qualche anno il fuoco sotto le ceneri scacchistiche si è riacceso e ho pubblicato qualche articolo sul blog SoloScacchi e un racconto sul libro “57 storie di scacchi” (ed. Messaggerie Scacchistiche). In attesa di un possibile ritorno alla scacchiera, ho deciso di aprire il blog UnoScacchista.