Occhio all’orologio, Baskaran!
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(UnoScacchista)
Ci sono molti modi per perdere a scacchi, ma quello che è capitato a Baskaran Adhiban due settimane fa è sicuramente uno dei più incredibili. Siamo al terzo turno del Campionato Indiano a Squadre 2020 e il 27enne GM indiano, reduce dalla partecipazione all’International Chess Festival 2020 a Gibilterra, sta giocando con il Nero contro il MI CRG Krishna.
[Adhiban a Gibilterra (foto di Niki Riga)]
La partita si sviluppa in maniera interessante, con Adhiban che per sbilanciare subito la posizione spinge rapidamente il suo pedone h fino in h3, dove giunge all’8ª mossa. Ecco le mosse giocate:
E’ facile capire che il Nero non ha di certo perso sulla scacchiera, né Adhiban ha perso perché gli è suonato il cellulare. Ha perso a causa dell’orologio, ma non quello usato per le normali partite di scacchi, proprio per l’orologio da polso!
La particolarità della sconfitta assegnata di ufficio dall’arbitro del torneo è che Adhiban non aveva al polso un orologio digitale (cosa vietata dal regolamento FIDE), ma un orologio analogico (cosa invece non espressamente vietata dalla FIDE).
L’arcano si spiega con il fatto che la Federazione Scacchistica Indiana ha deciso di vietare di indossare qualunque tipo di orologio durante i tornei che organizza, come, appunto, il Campionato Indiano a Squadre. Si potrebbe obiettare se questa regola non sia esagerata, ma c’è un motivo dietro la sua adozione: non sempre un orologio digitale è facilmente distinguibile da un orologio analogico e la Federazione ha deciso di non dare agli arbitri l’onere di riconoscere un tipo dall’altro.
Sapreste dire, a colpo d’occhio, quale dei due orologi e digitale e quale analogico?
Insomma, quando uno degli arbitri ha visto un orologio al polso di Adhiban, ha fermato l’orologio (quello da tavolo) e gli ha dato partita persa. Punto.
Baskaran Adhiban è un giocatore molto noto, sia per i suoi risultati sia per la qualità del suo gioco, originale e brillante, sia per una prorompente simpatia. Guardate la conclusione di una sua intervista con Tania Sachdev a Gibilterra, che “The Beast” (“La bestia”, suo scherzoso soprannome) chiude con una battuta memorabile (“Bel vestito!”) e una risata contagiosa.
Be(a)st interview exit ever. For a mini masterclass watch Adhiban analyse critical moments of his round 2 win here https://t.co/2cnljASkHm pic.twitter.com/2TuT5CFIBd
— Tania Sachdev (@TaniaSachdev) January 23, 2020
Questo suo spirito allegro gli ha fatto commentare la sconfitta con toni leggeri: “Sono appena tornato da Gibilterra e sono ancora un po’ scombussolato“, “Non mi sono neanche accorto di avere l’orologio al polso“, “Non mi ricordavo questa regola, che non viene applicata mai nei tornei che all’estero gioco abitualmente” (nella foto di apertura, da Gibilterra, ha infatti indosso un orologio) e, cosa più importante, “Per fortuna i miei compagni di squadra hanno vinto, quindi abbiamo vinto il match e il mio infortunio non ha causato danni“.
Nessuna polemica con gli arbitri, che sarebbe stata inutile, e un atteggiamento positivo nella partite dei giorni successivi. Dopo una vittoria di forza al 4° turno, guardate come al 5° turno contro il MI Harshit Raja si è sportivamente “rifatto” della sconfitta a tavolino!
Il risultato finale ha premiato Adhiban e la sua squadra, la PSBP (Petroleum Sports Promotion Board), dimostrando che prendere le sconfitte (anche quelle non sulla scacchiera) con un sorriso aiuta a vincere. Ma siccome bisogna anche aiutarsi con azioni concrete, il buon Baskaran non solo è stato attento a non indossare più l’orologio, ma ha anche deciso di evitare problemi con l’orologio da torneo: la durata media delle sue partite è stata infatti di 35 mosse!

Baskaran Adhiban sta giocando l’Aeroflot Open che è iniziato ieri. Gli auguro di emulare il risultato che ottenne l’estone Kaido Kulaots nel 2019: ai lettori più affezionati capire a cosa mi riferisco (suggerimento per i disattenti).
Domanda probabilmente ingenua: ma perché mai sono vietati gli orologi analogici?
Come ho scritto nel post “… non sempre un orologio digitale è facilmente distinguibile da un orologio analogico e la Federazione ha deciso di non dare agli arbitri l’onere di riconoscere un tipo dall’altro.”
In effetti, è molto difficile capire a 1-2 metri di distanza (e senza disturbare i giocatori) se un orologio è analogico. Ed è anche difficile per il giocatore provare che quell’orologio sia esclusivamente analogico.
Insomma, c’è una logica dietro questa decisione della Federazione Indiana, che non è tanto distante da chi vieta l’uso delle penne personali per segnare le mosse ma obbliga all’uso delle penne fornite dagli organizzatori.
E’ chiaro che il tutto lascia un sapore amaro in bocca e fa temere ulteriori restrizioni (a quando il limite su occhiali e cinture?), ma la minaccia rappresentata dal cheating è troppo seria.