Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

La scomparsa di Annibale Dolci

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Adolivio Capece ci ripresenta qui, con qualche annotazione, un suo articolo apparso nel marzo del 2003 sulla “Italia Scacchistica”

(Adolivio Capece)
Devo dire che il tema appassionerebbe sicuramente Maigret, Poirot, Sherlock Holmes e forse anche il Commissario Montalbano.
Tutto nasce da una email di Marco Campioli di Sassuolo che, nell’intento di aggiornare e completare il suo database relativo agli “studisti” italiani, mi ha chiesto se conoscevo la data di morte di Annibale Dolci.

Annibale Dolci? Chi era costui? mi sono chiesto parafrasando il manzoniano Carneade. Bah, uno “studista”. E non venitemi a dire che voi tutti giocatori agonisti con Elo non assumete un atteggiamento di (involontaria) superiorità quando sentite parlare di “studisti”, “problemisti” et similia.

Comunque ovviamente per prima cosa vado a consultare il “Dizionario Enciclopedico degli Scacchi” dove leggo quanto segue:

“Annibale Dolci (Lima, 1873)
Giocatore italiano. Dopo un lungo soggiorno in Inghilterra, si trasferì a Genova. Nel 1916 si mise in luce nel torneo nazionale di Milano (1° Torneo Crespi) classificandosi 3° e conseguendo il titolo magistrale. Prese poi parte ai tornei di Milano 1919 e di Genova 1920 (3°). Riprodusse sulla scacchiera la partita tra Huon de Bordeau e la figlia del castellano, adattandola ai versi del Giacosa”.

Ah! Dunque Dolci non era solo uno “studista”! Titolo magistrale, protagonista al primo Torneo Crespi… Le cose cambiano.
Strano però che non ci sia accenno alla data di morte: il Dizionario è del 1972, possibile che Dolci fosse vissuto fin quasi a cent’anni?
D’accordo, Paoli docet, però… (n.d.a.: non presente nell’articolo originale, Enrico Paoli aveva allora 95 anni)
Per avere notizie mi rivolgo ad Alessandro Sanvito, l’erede di Adriano Chicco, certo di risolvere il problema. La sua risposta apre invece nuovi interrogativi. Vediamola:

“Dolci era nato a Lima da genitori italiani. Quando circa 15 anni fa Jeremy Gaige stava preparando la sua Bibliografia si seccò molto che noi (allora c’era ancora in vita il grande Chicco) non fossimo in grado di fornire la data di morte. Decise di fare da solo e infatti … nel suo libro Dolci non figura nemmeno. Può essere, ma è solo una mia opinione, che Dolci sia ritornato in Perù e là sia deceduto. Se consideriamo i tempi e i luoghi e il fatto che Dolci non era Capablanca può ancora essere che la sua morte sia passata pressoché inosservata. Un bel “giallo”! Se fosse morto in Italia, qualche riga la avremmo trovata!”

A questo punto, mi viene in mente che un paio di anni fa il Circolo “Centurini” di Genova ha celebrato i 100 anni di vita con uno splendido volumetto a cura di Giorgio Di Liberto, Agostino Petrillo e Paolo Silvestri. E il Dizionario dice che Dolci si era trasferito a Genova. Forse ci siamo, penso.
Comincio a leggere. La prima notizia è del 1900:

“(a Genova) esiste una sezione scacchistica della “Società impiegati civili” tra i cui soci spicca quell’Annibale Dolci che fu uno dei più forti giocatori genovesi dell’epoca.

Dolci era ragioniere, quindi possibile che lavorasse alla Società impiegati civili.
Passiamo poi al 1904:

Annibale Dolci, tornato dopo un lungo viaggio, rifonda la sezione scacchi presso il Caffé del Genio”.

Attenzione: non dimenticate l’inciso “tornato dopo un lungo viaggio”, ci servirà in seguito per le nostre indagini! Proseguiamo.

1907 – Simultanea di Jacques Mieses contro 20 giocatori, con il risultato di +16 -4. Vincono Annibale Dolci (però, il nostro “studista”!), Vittorio De Barbieri, P. Vaccaroni e R. Merlini.

Il testo completo della partita tra Mieses e Dolci è riportato dalla “Rivista Scacchistica Italiana”.
A questo punto, per trovare notizie del nostro, si deve arrivare al 1912:

Annibale Dolci è terzo nel torneo di campionato delle contee centrali in Inghilterra, dove momentaneamente risiede”.

Del “periodo inglese” di Dolci gli archivi conservano una partita, una vittoria contro Yates.

Yates – Dolci
(Francese  C12, Inghilterra, 1913)

Dolci rientra nel 1914. Lo sappiamo perchè nell’Italia Scacchistica dell’ottobre 1914 leggiamo:

Al Circolo Scacchistico Genovese si è avuta la gradita visita del forte maestro russo Alexander Alekhine di ritorno dalla Germania. Giocò solo una partita col Rag. Dolci, vincendola facilmente”.

E la Storia del Centurini aggiunge che Dolci era: “da poco rientrato dall’Inghilterra”. Si può presumere quindi che il rientro sia avvenuto in settembre.
Nel 1916, come abbiamo detto, Dolci gioca al Torneo Crespi. Nel resoconto del torneo pubblicato dall’Italia Scacchistica leggiamo:

“Il concorrente che si mette subito in ottima luce è il rag.Dolci. Nuovo ai tornei Nazionali, per aver dimorato a lungo in Inghilterra, ove trovò il campo adatto allo studio ed all’allenamento, egli aveva ultimamente già dato prova a Genova della sua valentia in qualche match e partita libera coi forti. Cominciò con una serie di vittorie; in seguito però ebbe a subire qualche sensibile sconfitta che lo relegò al terzo posto.”

Dalla tabella del torneo vediamo che nel girone di andata Dolci realizzò il miglior punteggio, 4.5 su 6, come Reggio (che vinse il torneo: nda, non nell’articolo).
L’Italia Scacchistica pubblicò anche la foto dei partecipanti. Dolci era di bassa statura, stempiato, senza barba né baffi (che poi si farà crescere, come testimonia una foto di tre anni dopo).

Giungiamo così al momento per me cruciale, quello che ha fatto scattare tutta questa ricerca e il desiderio da parte mia di approfondire la conoscenza del ragionier Annibale Dolci. Nella Storia del Centurini leggo:

“1918 – Nel numero di giugno dell’Italia Scacchistica compare una curiosa partita Dolci – Barni, giocata con la dimenticata e romanticissima apertura del Cavallo di Re”.

I termini “curiosa”, “dimenticata” e “romanticissima” mi spingono ad andare a cercare la partita. Bene, credeteci o no, ma la “la dimenticata e romanticissima apertura del Cavallo di Re” è questa:

1.e4 e5  2.Cf3 Cc6  3.C:e5.

Sento già i “buh! buh!” dei Lettori, specie quelli più giovani: ma che pollata è? Si perde un pezzo!

Vero. Ma, a parte che – come scopriremo in seguito – “venne giocata occasionalmente da Pillsbury”, e Pillsbury non era proprio l’ultimo arrivato, pensiamo all’epoca storica: la teoria è ancora in fase di consolidamento, da noi si discute ancora se fare l’arrocco libero e se accettare o no la presa en passant … E la maggior parte delle partite erano partite “da caffé”, giocate velocemente, senza orologio: “a vapore”, come venivano chiamate. E non dimentichiamo che la battuta che maggiormente circolava nei circoli di allora, quando uno rifletteva un po’ a lungo su una mossa, era “signore, qui o si gioca a scacchi o si pensa!

Comunque vi confesso che, appena vista l’apertura, questo Dolci mi è diventato particolarmente simpatico!

Ma vediamo la partita.

Dolci – Barni
(Genova 1918)

Commenta lo stesso Dolci: “per prolungare la resistenza si poteva restare con 3 pezzi per D con  24… D:C, ma la partita era ugualmente perduta, giacché seguiva  25. D:D+ Tb7  26. b5”
a) 26… Ce6 a5 Tac8 28.a6+ Ra8 29.Dd5+ Rb8 30.D matta
b) 26…Tac8 27.a5 C:b5 (27…Thd8 28.a6+ C:a6 29.b:a6+ Ra8 30.De7 e vince ) a6+ Ra8 29.Dd5+ Rb8  30.D matta
c) 26…a6 27.b6 A:b6 (27…Ce6 28.Tc1) 28.Tb1 e vince;
d) 26…Ab6 27.Dc6+ Rb8 28.Ta1 Td8 29.g3 Td2 30.a5 A:f2+ 31.Rh1 e vince.

Come introduzione alla partita, L’Italia Scacchistica fa riferimento ad un’altra, sempre di Dolci, con la medesima apertura, pubblicata quattro anni prima, nel numero di ottobre 1914. La cerco, la trovo: c’è un lungo prologo. Leggiamolo insieme.

“I giocatori intraprendenti che vanno alla ricerca di qualche cosa di nuovo che possa infondere maggiore varietà nelle loro mosse di apertura, possono proficuamente studiare l’attacco, di cui diamo un esempio nella breve e brillante partita che pubblichiamo più sotto. Il Bianco giuoca l’apertura con insolita destrezza e sebbene non possiamo raccomandarla in partite di match pur tuttavia la riteniamo eccellente per quelli che desiderano delle partite d’attacco brevi e vivaci, senza lunghe e noiose manovre per la posizione e l’acquisto di piccoli vantaggi, come raccomanda la teoria moderna. In certo qual modo, questa apertura ha la sanzione di alte autorità, giacché venne giocata occasionalmente da Pillsbury. Il sacrificio del Cavallo alla terza mossa mette in grado il Bianco di guadagnare diversi tempi ed una forte posizione di attacco, e se il Nero non è molto cauto, spesso è travolto dall’impetuoso attacco e finisce col soccombere.”

Dolci – Hobson
1914

Divertente, no? Ma proseguiamo con la storia del Centurini.

Dolci si rivela anche simpatico scrittore di … fantascienza scacchistica e si inventa un incontro con un giocatore del futuro!

“1919 – Singolare articolo di Dolci su “L’Italia Scacchistica”, in cui riferisce di una conversazione avuta con uno scacchista “futurista” straniero di passaggio a Genova … Il futurista esprime all’attonito Dolci alcuni dei precetti essenziali del gioco moderno, che lasciano il romantico giocatore genovese completamente esterrefatto”.

“1920 – Il 29 aprile Dolci tiene una simultanea su 12 scacchiere (+8 =2 – 2). In ottobre Torneo Nazionale cui sono invitati i primi tre classificati del torneo di Viareggio, Rosselli, Marotti e Bernheimer, quarto partecipante è Dolci, che se la cava abbastanza bene contro i titolati avversari, concludendo al terzo posto con 2.5 su 6. Stravince il quadrangolare Rosselli con 4.5. Dolci ottiene il titolo, allora ambitissimo e difficilissimo da conquistare, di Maestro”.

Notiamo che questa affermazione è in contrasto con quanto riportato sul Dizionario, che parla di categoria magistrale conquistata nel Torneo Crespi del 1916. Ma non è essenziale.

“1921 – L’11 aprile incontro al Centurini tra il campione spagnolo E. Puig, di passaggio in città, e Dolci. Vince Dolci 1.5 a 0.5. (…) Il forte maestro triestino Max Romih (poi Romi – NdA) di passaggio a Genova, dove in seguito si trasferirà, gioca al Centurini un match contro Dolci, campione sociale in carica. Il match finisce in parità”.

Risultato finale 2-2, ecco la prima partita.

Romi – Dolci
Francese C10, 1a, Genova 1921

A proposito del Campionato Sociale, è simpatica una notazione in merito apparsa sull’Italia Scacchistica:

Ha raccolto poche adesioni poiché molti non hanno osato misurarsi con certe ‘lame’, dolci di nome ma amarissime di fatto. I pochi che scesero in lizza hanno buscato a tutta forza e dovettero cedere l’ambito titolo al sig. Dolci Annibale, che acquista così il nome di campione sociale per il corrente anno … e forse per qualche anno successivo.”

Quell’anno Dolci non partecipa al Campionato Italiano di Viareggio. L’articolo di presentazione del torneo sull’Italia Scacchistica, firmato da Alberto Batori, non dice il perché:

E si dovrebbe dir qualcosa di Dolci e di Schenardi: purtroppo però dobbiamo annunciare il loro ritiro dal campionato. Ce ne duole molto, perché avremmo voluto vedere specialmente Dolci alle prese con questo fortissimo nucleo di avversari.”

Chissà, forse motivi di lavoro: il “capo” non gli avrà dato le ferie…

“1922 – Dolci gioca una simultanea su 14 scacchiere, dando a tutti gli avversari il vantaggio del C di D. Vince 9 partite.”

“1923 – Il 14 marzo Dolci tiene una simultanea contro 19 avversari scelti “tra i migliori scacchisti di Genova”. L’esito è lusinghiero: +14 =1 -4. Nel luglio lettera di Dolci a L’Italia Scacchistica sulla teoria delle aperture e sulla ‘Difesa Genovese’, una sorta di Indiana con doppio fianchetto”.

La Difesa Genovese viene ideata da Dolci per ovviare a quella che per lui è una lacuna della teoria:

Se la teoria è giusta nei riguardi dell’attaccante (il Bianco – NdA) non altrettanto si può dire per quel che riguarda il difendente: quest’ ultimo, in ritardo com’è di un tempo, per voler contrastare al Bianco il possesso del centro, viene, troppo spesso, a trovarsi in condizione di decisa inferiorità. La Difesa Genovese da me ideata presenta vantaggi di cui bisogna tenere il massimo conto:

    1. facilità di impianto. Le prime sei mosse (1…e6; ..g6; 3…Ag7;  4… b6;  5…Ab7;  6…Ce7) potendo farsi con piena sicurezza in quasi tutte le aperture del Bianco
    2. le ali fortemente difese
    3. ottima posizione degli A
    4. la scelta del momento in cui i P centrali, mantenuti indietro, dovranno essere spinti per rompere il centro nemico”.

Vediamo allora una partita con questa apertura, giocata da Dolci contro il Colonnello Stuart Prince; le note sono di Stefano Rosselli del Turco.

Stuart Prince – Dolci
Difesa Genovese  A40, Genova, 21.05.1924

Questa partita è importante per la data: 21 maggio 1924.
È questo è l’ultimo giorno in cui abbiamo notizie del ragionier Annibale Dolci, che poi letteralmente scompare dalle cronache scacchistiche e dagli archivi.

(continua il 27 febbraio 2020)


NOTA dell’autore: Nel database di ChessGames ci sono 11 partite di Dolci, 10 dai Tornei Crespi (1 e 2) e una giocata contro Capablanca che si esibiva in simultanea (Londra, 13 ottobre 1913).

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