Il Cavallo nell’araldica
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(Roberto C.)
Tra gli elementi del gioco degli scacchi maggiormente presenti nell’araldica ci sono la scacchiera, quale rappresentazione di un campo di battaglia, con due schieramenti contrapposti e dal significato che la famiglia di quella nobile casata ha vinto la battaglia, e la Torre, simbolo di antica nobiltà, spesso rappresentato da un castello fortificato che soltanto le famiglie potenti potevano costruire.
Tutti gli altri pezzi degli scacchi sono meno rappresentati: ad esempio l’Alfiere, così come il Cavallo del quale trattiamo oggi, di rado garantisce un’allusione prettamente scacchistica.

La maggioranza degli studiosi ritiene probabile che con la nascita dei tornei cavallereschi nel XII secolo si possa spiegare la nascita ed il rapido sviluppo dell’araldica in tutti i paesi d’Europa durante il Medio Evo [1]; per questi ovvi motivi il Cavallo è una figura comune in araldica ma, come dicevo pocanzi, raramente sta a rappresentare il corrispondente pezzo del gioco degli scacchi perché questo animale nell’araldica simboleggia il cavaliere armato: un simbolo di valore, spesso inserito nello stemma di famiglia da chi, attaccando il nemico lo aveva disperso con una carica di cavalleria [2].

In Italia “Molte famiglie ed alcune città recano, variamente disposte e colorata, la figura del Cavallo sul rispettivo stemma: così il comune di Arezzo, la provincia di Napoli, gli Accursi ed i Monari di Bologna, i Cavalli di Brescia, i Roncioni di Pisa e molti altri.” [3], e anche i Parisi di Lentini; all’estero, ne sono un esempio i Cottenham del Surrey.
(Qui la rubrica precedente)
[1] Viel-Cadet de Gassicourt-Du Roure de Paulin, Le origini simboliche del blasone, Edizioni Arkeios, 1998.
[2] Goffredo di Crollalanza, Enciclopedia araldico-cavalleresca, Pisa, Giornale Araldico, 1887, pp.169-170.
[3] G. A. Salvetti: “Scacchi ed araldica”, L’Italia Scacchistica, 15.7.1929, pp.217-221
Caro Roberto,molto interessante questo tuo articolo sull’araldica e gli scacchi. Ho anche riletto con piacere il precedente tuo articolo sull’Alfiere.E’ propio vero che nel mondo degli scacchi c’è sempre qualche cosa da scoprire e da imparare! Sto rileggendo alcuni numeri della rivista”L’Italia Scacchistica” dal 2000 in poi e trovo sempre nuovi motivi di studio.
Complimenti e al prossimo articolo..
Nino
Caro Nino,
ti ringrazio per il tuo commento.
Gli scacchi, come sappiamo bene entrambi e tutti i lettori del blog, non sono soltanto un bellissimo gioco ma anche un formidabile strumento dalle valenze didattiche che a noi due, non più studenti, ci sorprendono ancora per il loro aspetto sociale e culturale.
Continuiamo a seguire il blog che, sono sicuro, ci riserverà tante altre cose interessanti.
Ciao, Roberto
Scacchi e araldica, hai unito due mie passioni.
Ciao.
Mauro
Ciao Mauro, piacere di leggerti e grazie per il tuo commento. Spero di rincontrarti presto