Combien de combinaisons, monsieur Tartakower?
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(Riccardo M.)
Combien de combinaisons, monsieur Tartakower? Quante combinazioni?
Savelij Grigor’evič Tartakover (o Xavier Tartakower in Francia, suo paese di adozione), nato a Rostov sul Don nel 1887 da padre austriaco e madre polacca, laureato in legge a Vienna, tenente dell’esercito austriaco durante la prima guerra mondiale, combattente a fianco delle truppe del generale De Gaulle durante la seconda, ha avuto davvero una vita ricca e avventurosa (morì nel 1956). Un po’ come le sue esperienze sulla scacchiera, che segnatamente negli anni Venti e Trenta lo ponevano spesso ai vertici dei valori internazionali.
L’immagine iniziale lo ritrae a Parigi durante una simultanea nel 1932. Più avanti ne vedete un’altra quasi simile.
Fu giocatore eclettico e dai facili esperimenti, tanto che esiste perfino una “apertura Tartakower”, questa: 1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Ae2. E’ un’apertura pochissimo utilizzata e che normalmente non ha impianti propri, in quanto dopo 4.d3 si può giocare in pratica una partita Philidor a colori invertiti.
Tartakower fu anche maestro nell’insegnamento e nella propaganda del gioco, soprattutto nel dopoguerra. L’inverno 1948-1949 lo vedeva, ad oltre sessant’anni, particolarmente scatenato e all’opera su tutti i fronti d’Europa, tra tornei, matches e simultanee. Ad esempio, nel dicembre 1948 si esibì in dieci simultanee in varie città della Danimarca (con esito: +232,=22,-21), poi perse un interessante match con il forte campione danese Jens Enevoldsen (2,5 a 3,5), quindi a cavallo dell’anno successivo partecipò al torneo di Hastings e lo vinse con p.6,5 su 9, imbattuto, davanti allo jugoslavo Konig e all’olandese Muhring. Partì subito da Hastings per recarsi a Beverwijk, in Olanda, dove pure la settimana dopo colse il primo premio, sempre con 6,5 su 9, stavolta precedendo di mezzo punto il tedesco Schmidt (dal quale fu sconfitto nello scontro diretto) e un altro olandese, Van Scheltinga. Un trottolino.
Del resto la sua vita fu sempre molto movimentata, soprattutto (come detto sopra) da giovane, quando era il “sottotenente Cartier” nell’esercito francese di liberazione. Eppure la sua aspirazione era per una maturità serena e tranquilla, da trascorrere in una villa tutta sua sulla Costa Azzurra. Purtroppo restò un sogno, la villa non riuscì mai a comperarsela ….
Numerosi erano negli anni Trenta gli interventi di Xavier Tartakower sulle pubblicazioni specializzate. In uno di questi (di cui purtroppo non ho più ritrovato l’originale) egli espresse bene il suo pensiero intorno alle combinazioni, descrivendoci quanti tipi ne esistono in pratica. Sostanzialmente tre. Eccone una sintesi.
Combinazioni dinamiche. Sono le più frequenti, quelle che rompono l’equilibrio materiale, quelle che ruotano intorno ai sacrifici e all’attacco diretto contro il re nemico.
Combinazioni spaziali. Sono quelle che mirano a conquistare uno dei settori strategici della scacchiera, come le colonne aperte o la settima traversa per le Torri, le grandi diagonali per gli Alfieri, la centralizzazione rapida del re nei finali, la maggioranza di pedoni sull’ala di Donna.
Combinazioni temporali. Sono quelle che consentono di “guadagnare” un tempo decisivo per l’attacco o l’avvicinamento del Re, oppure (soprattutto nelle posizioni bloccate e nei finali) di “perdere” un tempo altrettanto decisivo. Come nello “zugzwang”.
E’ chiaro che i tre tipi di combinazione nella pratica talora si fondono e s’innestano l’uno nell’altro. Ed è pure altrettanto chiaro che spesso la combinazione, di qualsiasi tipo, è resa possibile da un errore dell’avversario. Cosa diceva lo stesso monsieur Tartakower? “Les erreurs sont là pour etre commises”, gli errori stanno tutti lì aspettando di essere compiuti.
Ultima curiosità su Tartakower: lui è stato uno dei pochi forti maestri ad individuare e render nota quale era stata la sua partita più bella di sempre. Quella contro Vidmar giocata in un quadrangolare nel 1905 a Vienna, dove lui visse alcuni anni prima di far rientro a Parigi.
