Giuseppe Verdi scacchista (con accenni a Giacosa e De Musset)
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(Adolivio Capece)
Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è stato, come recitano le enciclopedie, un compositore e senatore italiano.
La scoperta del fatto che sapesse giocare a scacchi è stata del tutto casuale.
Ovviamente non giocava a livello agonistico, ma solo come piacevole passatempo.
Che sapesse giocare lo sappiamo da una breve cronaca riportata da un giornale parigino del 1855. E’ la prima (e unica) testimonianza del fatto che Verdi sapesse giocare.
Nell’articoletto si dice che una ambulanza era stata chiamata al Cafè de la Regence, noto posto di ritrovo degli scacchisti, in quanto Alfred De Musset era stato trovato ubriaco sotto a un tavolo.
All’epoca quando una ambulanza arrivava da qualche parte, arrivava anche la polizia.
L’articoletto riprendeva il verbale fatto dai poliziotti, nel quale si diceva che le testimonianze dei presenti confermavano che poco prima De Musset stava giocando a scacchi con “tale Giuseppe Verdi”.
De Musset era considerato un “entusiasta del gioco” e amava la compagnia di Verdi in quanto ammiratore della cantante Adelaide Ristori, che in quel periodo era a Parigi con Verdi stesso. Va ricordato che in quel periodo Verdi realizzò i ‘Vespri Siciliani’ (opera intitolata all’origine ‘Giovanna di Guzman’).
Altre testimonianze su Verdi scacchista sono solo indirette e ricavate da accenni sporadici su riviste e libri. Si ha notizia per esempio di alcune serate con l’amico Giuseppe Giacosa (e a volte anche con Arrigo Boito), passate a giocare dopo cena mentre fumavano dei sigari regalati a Verdi dal tenore Tamagno.
Giacosa era scacchista (ricordate la celebre ‘La partita a scacchi’ con Isabella che dice ‘Paggio Fernando perché mi guardi e non favelli?’) ed era normale che dopo cena si trascorresse un po’ di tempo a giocare a scacchi da molti preferiti alle carte (non c’era la televisione!).
E ancora da accenni dagli Annali Milanesi si ricava che Verdi giocava a scacchi frequentando il salotto della contessa Clara Maffei in via Bigli a Milano.
Alfred De Musset (1810-1857) era abituale frequentatore del Cafè de La Regence di Parigi.
Aveva sempre accanto una bottiglia di assenzio, e morì presto a causa dell’alcool.
Giocava molte partite e, stando a quanto si legge su ‘Il Piccolo Scacchista’, rivista pubblicata a Napoli, un suo biografo scrisse che ad ogni partita fumava almeno 15 sigarette e beveva ‘innumerevoli’ bicchierini di assenzio.
Nel 1849 De Musset compose un problema in 3 mosse, questo:
Soluzione:
Nel 1855 De Musset spesso giocò anche con Serafino Dubois, che a sua volta scrisse “era doloroso vedere una così bella e rara intelligenza con sempre accanto una bottiglia di assenzio, cadere di tanto in tanto dalla sedia ubriaco a causa di quel terribile liquore “.
Dubois scrisse di aver giocato molte partite con De Musset, a volte alla pari, a volte dandogli vantaggio di Pedone e uno o due tratti. Vediamone una: