Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Scacco matto all’assassino (8)

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Excursus sul rapporto giallo-scacchi nella letteratura poliziesca

(Fabio Lotti)

Excursus sul rapporto giallo-scacchi nella letteratura poliziesca

Il prode investigatore Fabio prosegue nelle sue indagini sugli incontri letterari tra gialli e scacchi. Qui tutte le precedenti puntate. (UnoScacchista)

[La foto di apertura è ]


Brevissimo accenno in Le tre Meduse di J.J.Connington, Mondadori 2020, quando uno dei personaggi, più precisamente Michael, sta osservando il metodo di lavoro di un ispettore e di un sovrintendente di polizia tendente a trovare una soluzione “Non erano più eccitati di un giocatore di scacchi intento a decidere la prossima mossa.” (pag.98)


Altri accenni in L’ultima sera di Henry Wade in Delitti in campagna di Marie Belloc Lowndes, Henry Wade e Ethel Lina White, Mondadori 2020. “Sir James-disse Julius-vi siete scordato la nostra partita? Badate che mi avevate promesso la rivincita. Spero che il vostro conciliabolo sia terminato e che Albert vorrà cedermi la vostra compagnia! Ho fatto preparare la scacchiera in biblioteca come ieri sera, vi va?”. “Benissimo, eccomi-fece il vecchio alzandosi-Sono ben felice di fare un’altra partita con voi. Oh, con vostro fratello m’intendo a meraviglia, caro capitano! E’ un giocatore di primordine. Però ieri sera non era in vena, eh? Ma stasera me la vedo brutta! Sarà meglio non tardare, altrimenti ne avremo fino all’alba.” (pag.203) Albert sarà trovato impiccato e l’ora in cui è stata terminata la seconda partita diventerà uno dei punti importanti della storia. Più avanti Julius, sollecitato dalla polizia, affermerà di avere giocato con sir James Hamsted “fino a dopo le due…” e, “prevedendo che la partita sarebbe andata per le lunghe”, perché non voleva farsi battere una seconda volta, aveva fatto preparare un piatto di tartine. (pag.226). Ancora più avanti, lo stesso personaggio dichiara che alla fine tutti e due alzarono lo sguardo verso la pendola e “Erano le due meno tre minuti.” (pag.266). Ma non è finita qui perché si ritornerà ancora a parlare della partita e dell’orario pag.315/16.


Il Maestro di scacchi di Massimo Salvatorelli, Piemme 2012.

“Max Perri, avvocato di tanti interessi, pochi clienti e un conto in banca tendente al rosso, ha da sempre un’irrefrenabile passione per le cause perse. Così, quando viene avvicinato durante un torneo di scacchi da una ragazzina di età indefinibile, con auricolari che sparano una musica oltraggiosa, dark e imbattibile alla scacchiera, che gli chiede di dimostrare l’innocenza del padre, condannato vent’anni prima per l’omicidio di una studentessa, Max si getta a capofitto nell’impresa. Ovviamente il suo praticante Roberto, detto “l’uomo-macchina” per la capacità di memorizzare anche l’informazione più insignificante, e Rita, brillante avvocato, nonché compagna di Max, si dimostrano tutt’altro che entusiasti. Tutte le prove sono contro quell’uomo. Forse è proprio per questo che per l’avvocato Perri è il cliente perfetto. O forse perché quel caso è stato l’ultimo che suo padre ha seguito prima di morire, e per Max arrivare alla verità potrebbe essere un modo per fare pace col passato. Immergendosi nelle indagini, scoprirà che l’efferato delitto di cui è accusato il suo cliente affonda le radici in un’oscura vicenda di centocinquant’anni prima, e coinvolge un’antica scacchiera che già in molti hanno cercato invano e uno dei più accesi seguaci di Garibaldi. Lungo la strada verso la verità dovrà affrontare qualcuno che avrebbe preferito tenere sepolti quei segreti, qualcuno disposto a tutto pur di fermare le sue ricerche.”


In L’esperimento di Mauro Covacich, Einaudi 2013, non propriamente un giallo, abbiamo un padre deciso a far diventare la figlia, colpita da un grave handicap, una campionessa nel gioco degli scacchi. Gioia, la protagonista, ha ventisei anni, gioca a scacchi anche in rete per guadagnarsi da vivere, le sue gambe non funzionano bene ma ha delle visioni che la seguono per sempre. Personaggi di tali visioni il Re e la Regina.


In L’avventura del gentiluomo inglese e della donna che mostrava il sedere dall’alto di una palma in La cattiva stella di Georges Simenon, Adelphi 2019, Due bianchi si trovano in uno degli isolotti tra la Nuova Guinea e la città di Numea “I due bianchi sono lì da tre anni, forse di più, e il loro unico passatempo consiste nel giocare a scacchi in attesa del momento benedetto in cui si addormenteranno.” (pag.64).


In Giochi d’estate di Diana Lama in Estate in Giallo di AA.VV., Newton Compton 2013, proprio alla fine “La vita è come una scacchiera, per chi sa giocare. Ecco lì, davanti ai suoi occhi, un cerchio che si sta quadrando, o viceversa. Ha perso un pedone ingombrante e stupido come Patrizio Sposito. La poliziotta gli ha reso un favore, ma nelle tenebre c’era anche lui, pronto a sacrificare il proprio pedone troppo loquace. Il gioco è appena cominciato, e oltre alla regina ora ha anche individuato l’alfiere” (83).


In Cronaca di un suicidio di Gianni Biondillo, Guanda 2013, i tormenti per trovare i soldi del protagonista Giovanni Tolusso  “Ad ogni passo si aggiungeva un pensiero, una mossa da fare sulla scacchiera”. C’è l’angoscia del momento attuale in questo bel racconto, l’orgoglio di essere arrivati e la disperazione di perdere tutto, la fiducia e il tradimento, il distacco per amore con qualche stoccatina ai giallisti nordici e spunti su Milano dove tutti si odiano (automobilisti, ciclisti, pedoni). Racconto kafkiano, stile asciutto, concreto, il sociale che entra disperato, l’impotenza e la rabbia, una sottile malinconia a braccetto per tutta la vicenda.


In Scomparso di Joseph Hansen, LIT 2013, il detective assicurativo Dave Brandstetter si trova davanti a Buddy, un ragazzo in carrozzella, che lo invita a giocare a scacchi. Si danno appuntamento alle quattro. Alla fine Dave, che pensa al suo problema da risolvere (deve ritrovare un uomo scomparso), si becca matto (pag.79). Da ragazzetto degli anni Cinquanta i froci erano froci, via. A trovarli per le strade di paese insulti, sberleffi, sghignazzate. Altri tempi. Da vergognarsi. Come leggendo i libri di Joseph Hansen in cui compare l’investigatore Dave Brandstetter della Pinnacle Assicurazioni. Gay. Con i ricordi struggenti del suo compagno Rod venuto a mancare che lasciano un  tocco al cuore tanto lievi e puri.


In La settima ipotesi di Paul Halter, Mondadori 2013, abbiamo una partita tra il criminologo Alan Twist e l’ispettore di polizia Archibald Hurst, mentre tengono d’occhio una porta d’ingresso. Il criminologo lascia la Regina in presa che Hurst si affretta a catturare non vedendo la trappola. Anzi, spera proprio in una vittoria. “Hurst spostò il suo re e Twist gli diede scacco matto” (pag. 64-65). Venti pagine più avanti un personaggio fa vedere una copia perfetta del Giocatore di Scacchi di Maelzel, un marchingegno in grado di battere ogni avversario, dato che poteva nascondere al suo interno un abile scacchista di piccola taglia. Tale automa costituisce anche una delle idee di questo giallo straordinario. Un racconto complesso, rocambolesco, con infinite ipotesi al limite del credibile (a volte anche oltre) che attirano, comunque, l’attenzione del lettore quanto meno per vedere che cosa ti inventa di continuo la dirompente fantasia del nostro Halter (il gusto, o la perplessità della lettura, sta qui).


Como sotto scacco di Paolo Stefi, Area51 editore (ebook) un giallo con protagonisti personaggi realmente facenti parte della scena scacchistica comasca. Dalla presentazione “È inverno. Un uomo viene trovato riverso nel lago a Cernobbio. Basta un’occhiata per riconoscere un viso che è ben noto a tutti: si tratta di Andrea Ardito, centrocampista del Como scomparso da più di 5 giorni. Purtroppo questo non sarà l’unico ritrovamento di un cadavere, ma verrà accompagnato da altri efferati delitti. Tutti con un solo modus operandi. Un thriller d’azione avvincente, appassionato, ricco di colpi di scena e di personaggi. Rudi e Pat, i due investigatori protagonisti del primo romanzo di Paolo Stefi, Allarme al Lariano, attraversano gli angoli più noti e caratteristici della città, e le loro indagini si sviluppano fra un pranzo all’Armilla di Anzano del Parco e una chiacchierata per le vie di Erba, mentre cadaveri continuano a essere ritrovati nei luoghi più impensati…”.

 


Alla prossima.


Fabio Lotti è nato a Poggibonsi (Siena) nel 1946. Laureato in Materie Letterarie, è Maestro per corrispondenza e collaboratore di riviste scacchistiche specializzate. Ha pubblicato vari testi teorici, tra i quali “Il Dragone italiano“, “Gambetti per vincere” e “Guida pratica alle aperture“.

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