Kasparov: i miei incontri con il campione (1)
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(Adolivio Capece)
Dopo il match tra Fischer e Spassky di Reykjavik del 1972 non ci furono più praticamente giornalisti italiani che andarono a seguire i mondiali né ovviamente i tornei internazionali, per cui per molti anni sono stato l’unico a presenziare.
Andai per esempio ai mondiali di Londra e Leningrado nel 1986 tra Kasparov e Karpov, ma in entrambi i casi arrivai quando il match era in corso e così non ebbi l’opportunità di incontrare i due protagonisti che erano praticamente blindati.
Siviglia 1987 – Incontro con Clara
Così quando nel 1987 si giocò a Siviglia mi organizzai per presenziare all’inizio del match, arrivando il giorno prima dell’inaugurazione. Fui fortunato, poiché la sera gli organizzatori offrirono una cena ai giornalisti: partecipai e vi prese parte anche Kasparov, stranamente loquace. Approfittando di questo fatto, ad un certo punto qualcuno gli chiese se Marina lo avrebbe raggiunto.
Marina, lo ricordo, era Marina Nejolowa, una attrice di circa una decina di anni più grande di Kasparov, capelli biondi corti e ricci, bocca sensuale, viso molto carino con un simpatico nasino alla francese: non molto ben vista da mamma Clara; tra i due ci fu una relazione piuttosto lunga (più o meno da quando Garry aveva 18 anni fino ai 24) che sembra sia terminata proprio poco prima del match di Siviglia. Due anni dopo, Kasparov si sposò per la prima volta, con un’altra Marina (o meglio Maria) Arapova, da cui ebbe una figlia, Polina, nata nel 1992.
Garry rispose “No, ci siamo lasciati. Sono deluso di Marina: il figlio che aspetta sicuramente non è mio. Comunque adesso devo pensare al mondiale, niente ragazze per un po’.”
In realtà non fu così: infatti si venne a sapere che il compiacente portiere notturno dell’Hotel Alfonso XIII, quartier generale di Garry, permetteva quasi ogni sera ad una ammiratrice (e qualche volta sembra anche a due insieme) di salire nella suite di Garry, con il solo obbligo di andar via prima della fine del suo turno, ovvero entro le 5 del mattino.
A parte questa occasione conviviale non mi fu possibile incontrare Garry, ma, poiché rimasi per più di una settimana, ebbi l’opportunità di parlare con sua madre, Clara Kasparova, che era sempre in sala ad ogni partita, seduta nel settore destro, sulla poltroncina della decima fila dal palco, nel punto del corridoio di transito, per potersi alzare e muovere a piacimento (Nota: stessa cosa per Natalia, la seconda moglie di Anatolij, che però aveva il posto sul settore sinistro). Ogni tanto faceva rapide apparizioni al bar o nella sala stampa, così come la moglie di Karpov.

Ed ero proprio in sala stampa quando entrò Natascia, sulla quale si concentrarono praticamente tutti i giornalisti presenti (io le avevo già parlato il giorno prima), così quando subito dopo entrò Clara, la mamma di Kasparov, in compagnia di Andrew Page, fui il solo ad avvicinarli.
Andrew me la presentò: naso aquilino, occhi e capelli neri, una bella donna; mi fece un cenno sbrigativo di saluto, ma quando seppe che venivo dall’Italia rimase stupita, probabilmente era la prima volta che si incontrava con un giornalista italiano. Approfittai per chiederle se potevo farle un paio di domande: un attimo di esitazione poi disse ‘Va bene’. Le chiesi se davvero Garry aveva imparato a giocare da solo. Accennò a un sorriso (!) e lo confermò: “Sì, e non ce ne siamo neanche accorti, io e suo padre. Passavano spesso qualche ora a risolvere i problemi pubblicati sulla rivista scacchista russa ‘64’; una volta (“una domenica a colazione”) che non riuscivamo a trovare la soluzione Garik si avvicinò e fece la mossa che risolveva … Non aveva ancora 6 anni!”
Mi sembrò che la domanda la avesse addolcita, perciò le chiesi come mai non avesse lasciato al ragazzo il cognome del padre. Questa volta si irrigidì, ma rispose “Sono stata io a volere che cambiasse il nome, dopo la morte del padre. Kasparov è il nome della mia famiglia ed è russo.”
Poi disse qualcosa a Page e i due uscirono rapidamente dalla sala.
Linares e Mosca 1994
Nel 1994 andai Linares, per il torneo in cui giocarono sia Kasparov sia Karpov: erano alla prima apparizione insieme dopo la conquista rispettivamente del titolo mondiale PCA e del titolo mondiale Fide. En passant ricordo che alla vigilia del torneo Kasparov in conferenza stampa aveva affermato: “Chi vince a Linares è il vero campione del mondo.” Vinse Karpov con 2 punti e mezzo di vantaggio sul rivale …

Come molti ricorderanno il torneo fu caratterizzato dalla polemica relativa ad un ‘pezzo lasciato’ da parte di Garry nella partita contro Judit Polgar: alla 36 mossa Kasparov prese il Cavallo in d7 e lo pose in c5, ma subito lo riportò in f8. Il dubbio: aveva lasciato o no il pezzo quando era in c5? Questa mossa gli avrebbe fatto perdere la qualità e forse la partita.
Al momento Judit non protestò (lo fece solo a partita finita) ma per l’arbitro Falcon fu tutto regolare. Solo qualche tempo dopo saltò fuori un video della televisione spagnola ‘Antenna 3’ che se guardato alla moviola dava l’impressione che Kasparov avesse staccato le dita dal pezzo.
Arrivai a Linares poco dopo che la partita incriminata era terminata: c’era una atmosfera un po’ tesa, l’amico Leonxto Garcia mi raccontò l’accaduto e ridendo mi disse “Se Garry avesse perso con Judit sarebbe finito sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.”
Avrei voluto parlare con Kasparov e Karpov durante la cena, ma il patron Luis Rentero aveva vietato tassativamente di disturbare i giocatori durante i pasti. Così non ebbi occasione di sentirli direttamente, anche se Karpov quando mi vide mi salutò dal suo tavolo con un sorriso e un cenno della mano.

La mattina dopo trovai Judit, che era con la mamma e la sorella Zsuzsa (Susan). “Sì, ho avuto l’impressione che avesse lasciato il pezzo ma al momento non ho detto nulla poiché ero in Zeitnot, e dato che avrei dovuto reclamare con il mio orologio in moto non volevo rischiare di perdere per il tempo”.
Riuscii a parlare con Falcon: “Non ho notato che Kasparov abbia lasciato il pezzo, per cui ho considerato la mossa regolare.” Poi aggiunse: “Kasparov mi sembra un po’ triste, forse per le sue vicende personali. Comunque ha ottimi rapporti con tutti.”
Da ricordare che Kasparov era stato da poco lasciato dalla (prima) moglie, Maria (o Marina), dalla quale, come già abbiamo detto parlando di Siviglia, due anni prima aveva avuto una figlia, Polina; secondo il ‘gossip’ lei lo aveva raggiunto in un torneo con la bambina per fargli una sorpresa, quindi senza preavvisarlo, e lo aveva trovato in camera con un’altra.
Poche settimane dopo andai a Mosca, ospite della Intel, per la prima tappa del Grand Prix semilampo ‘Intel PCA’. 16 giocatori, tra i quali Kasparov, Kamsky, Ivanchuk, Short e anche Kortschnoj, eliminazione diretta, sede di gioco nientemeno che il Cremlino! Cerimonia di apertura che iniziò con la Marcia Trionfale dell’Aida.
Per la cronaca mi ‘costrinsero’ a fare una intervista a Kramnik, di cui nessuno si occupava: fu la sua prima intervista con un giornalista occidentale! Poi però Vlad si riscattò battendo Kasparov nei quarti e arrivando in finale dove perse con Anand.
Ovviamente non mi lasciai sfuggire l’opportunità di avvicinare Kasparov, che tra l’altro per contratto era obbligato a parlare con i giornalisti. “Ma a Linares hai davvero ritirato la mossa nella partita con Judit?” Mi guardò storto ma rispose convinto: “No! Ero in Zeitnot, ho messo il Cavallo in c5 ma ho visto subito che era un errore così l’ho giocato in f8, ma non ho mai lasciato il pezzo.”
(1-continua)