Uno Scacchista

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Fiocchi di neve sulle scacchiere russe

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(Topatsius)
A Mosca si sono conclusi lo scorso mercoledì i due Campionati nazionali assoluti di Russia. Non ha vinto la signora qui ritratta, che è Alina Kashlinskaya, tra l’altro moglie del GM polacco Radosław Wojtaszek.

Come? Che notizia è? Dite che dovevo scrivere prima di tutto CHI ha vinto? No, no, chi scrive deve scrivere ciò che si sente di scrivere, a costo di restare con appena 4 lettori, e cioè: il mio vecchio maestro Zenius, un paio di redattori di UnoScacchista (che mi sopportano, non so per quanto tempo ancora), e Veniamin Putin. Quindi vi dirò solo più avanti chi ha vinto (tanto già lo sapete).

Piuttosto ho scommesso con Veniamin che durante i due tornei moscoviti sarei stato capace, nelle giornate di lunedì 14 e martedì 15, di far diventare bianche anche le 32 case nere di una scacchiera qualunque, a sua scelta, e senza nemmeno toccarla. Scommessa facilmente vinta, perché ho fatto lasciare la scacchiera su un tavolino all’aperto e dopo pochi minuti alcuni centimetri di neve l’avevano imbiancata completamente.

Oltre ai fiocchi di neve, a Mosca sono fioccati pure gli errori, parecchi in entrambe le competizioni, femminile e maschile.

Altra scommessa: prima dell’inizio del campionato-donne avevo telefonato all’amico Veniamin Putin per chiedergli se potevo scommettere sulla vincitrice. “Sai già chi vincerà?”.”, ho risposto a Putin, “una ragazza il cui cognome inizia con la “G”, G come Galina”. Avrete pensato che volevo scommettere sulla Goryachkina, invece no: dicevo così semplicemente perché mi ero accorto che addirittura i due terzi dei cognomi delle giocatrici (8 su 12) avevano per iniziale una “G”; in ordine alfabetico: Galliamova, Garifullina, Getman, Girya, Goryachkina, Grigorieva, Gunina e Guseva. Di sicuro un record da (altra “G”!) “Guinness dei primati”.

E infatti ho vinto quella scommessa, anche se con un po’ di fortuna: Goryachkina, nuova campionessa fra le donne, ha dovuto inseguire un’ottima Polina Shuvalova per tutto il torneo, le due hanno pattato rapidamente al penultimo turno, ma all’ultimo c’è stato il ricongiungimento e al tie-break ha prevalso la favorita Alexandra Goryachkina (campionessa per la terza volta dopo il 2015 e il 2017) per 2 a 1.

A distanza di ben 10 anni dalla prima, seconda vittoria invece tra gli uomini per Ian Nepomniachtchi, infastidito per tutto il torneo da Sergej Karjakin, da lui battuto nello scontro diretto. Ma qui è stata decisiva per il podio una straordinaria partita di Dubov all’ultimo turno contro Karjakin, partita che di certo un giorno o l’altro vi presenteremo commentata.

Saprete ovviamente dove trovare notizie più approfondite e tutte le partite dei due Campionati, che sono ormai da decenni i più seguiti campionati nazionali al mondo. A me piace, un po’ controcorrente come spesso mi succede, verificare come, in un mondo in cui la perfezione tecnologica sta rivoluzionando rapidamente ogni attività umana e ogni pensiero e abitudine, i giocatori di scacchi, pur costantemente migliorando in media (specie i più bravi) la qualità del loro gioco, in realtà ogni tanto si allontanino di molto dai livelli dei programmi per avvicinarsi a noi miseri spingi-pedoni di tutti i giorni. E di questo ne sono testimonianza, in fondo non antipatica, certi clamorosi errori che si vedono in giro realizzati da mani di fortissimi e umani grandi maestri.

Eccone un paio visti, appunto, nel corso di questi campionati (edizione n. 73, terminata il 17 dicembre).

(Nepomniachtchi-Matlakov, turno 1, posizione dopo il tratto 38.b2-b4 del Bianco)

Il Bianco ha un pedone in più, ma la partita può essere ancora lunga. Qui il Nero deve giocare attivamente, ad esempio disturbando la Donna avversaria con 38… Td6 o disturbando la casa c2 con 38… Te2. E’ una Torre che infatti Matlakov muove, con meno di un minuto sull’orologio:


Passiamo all’altra.

(Vitiugov – Goganov, turno 4, posizione dopo il tratto 18.Ch5 del Bianco)

Cosa salta agli occhi?” -chiedo all’amico Veniamin Putin- “La posizione speculare di Torri e Re” -risponde- “Sì, e questo cosa significa?”Nulla” “Appunto”. Ciò che salta agli occhi è invece il ritardo di sviluppo del lato di Donna del Nero, con il Bianco che porta subito del fastidio ad Est col suo Cavallo. La posizione del Nero è comunque difendibile, ma è indispensabile stare attenti in casi come questo a non indebolire l’arrocco, altrimenti sono guai. Così almeno ci insegnarono.

Ai principianti succede spesso, in posizioni simili, di giocare dei tratti spontanei per allontanare dalla quinta traversa l’intruso equino, ma non dovrebbe succedere ad un GM come Goganov, in specie dopo appena 18 mosse.

Eppure ecco la


Anche fra le donne gli errori sono fioccati, sospinti da nuvoloni giunti con un gelido Vento dell’Est che deve aver portato con sé dai suoi Urali una delle partecipanti più promettenti del torneo femminile: Leya Garifullina.

Leya Garifullina, 16 anni, nella foto di Eteri Kublashvili; lei è di Sverdlovsk, nei monti Urali; è omonima della celebre cantante lirica, originaria del Tatarstan, Aida Garifullina

 

Polina Shuvalova, moscovita di 19 anni, suo un fulmineo ma non bastevole 6 su 6 in avvio di torneo, foto di Eteri Kublashvili

Che gli errori non mi siano affatto antipatici lo dimostra quest’altra partita, nella quale, senza alcuni errori della conduttrice dei bianchi non avremmo mai potuto assistere ad una conclusione da brividi (non di freddo, stavolta, ma di emozione!) regalataci dalla brava Alina Kashlinskaya, la quale, nella foto di copertina (non recente questa, per la verità) pare quasi dirci: “vi è piaciuto il matto, eh?”.

Alisa Galliamova – Alina Kashlinskaya, turno 7, 13 dicembre, posizione dopo il tratto 36…. Rh8 del Nero)

Altro che nuvoloni e fiocchi di neve! Qui siamo di fronte ad una posizione che definire burrascosa è dir poco e ad una disposizione dei pezzi che è anche bellissima da vedere. Non si sa come sarebbe potuta andare a finire la partita se la Galliamova non avesse prestato il fianco ad un attacco spettacolare della sua avversaria. Il punto principale è questo: è vero che il pedone ‘a’ del Bianco è un pedone da corsa, che induce all’ottimismo Alisa, ma è anche vero che il re Bianco, a differenza di quello Nero, non può dormire tra due guanciali, vista la ristrettezza di spazio di cui soffrono non solo lui ma anche diversi suoi giannizzeri. In particolare la punta di quella catena di pedoni neri di Alina, il pedone ‘f3’, è come una lama che penetra pericolosamente in profondità nel cuore del campo nemico.

Ecco il seguito:


Chiudo rapidamente con le due classifiche finali:

Donne: Goryachkina, Shuvalova p. 8, Kostenyuk, Guseva, Kashlinskaya e Garifullina  6,5, Gallyamova e Pogonina 6, Girya 4, Gunina 3,5, Grigorieva 2,5, Getman 2.

Uomini: Nepomniachtchi 7,5, Karjakin 7, Fedoseev e Dubov 6,5, Artemiev e Chigaev 6, Vitiugov e Svidler 5,5, Esipenko e Matlakov 5, Goganov 3,5, Antipov 2 .

Da notare che Antipov è stato costretto a lasciare il torneo dopo il 5° turno.

Il vento dell’Est non è affatto cessato, ha ripreso a soffiare in questo nevoso e difficile dicembre. Ve ne riparlerà probabilmente Riccardo, al quale passo il testimone, fra qualche ora (o qualche giorno, non so).

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