Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

L’Intelligenza Artificiale fa anche questo…

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Jose Capablanca in una foto del 1931 (Keystone, Francia - {PD-anon-70-EU})

(Uberto D.)
Intelligenza artificiale negli scacchi? Certo, ma se questo significa vedere programmi dimostrare abilità non distinguibili da quella umana, siamo andati ben oltre! Oramai i programmi scacchistici si distinguono benissimo, perché giocano molto meglio di noi. Qui però non mi voglio soffermare sugli scacchi giocati, ma allargare un po’ il ragionamento ad altre aree delle nostre “esperienze umane”, in particolare a quella delle arti visive.

Gli algoritmi di analisi delle immagini sono ormai talmente avanzati che nei concorsi fotografici deve essere tenuto sotto controllo un fenomeno analogo a quello del nostro “cheating“: il ritocco. Non tanto quello dello sviluppo della foto (che è accettato anche nella fotografia digitale) o del “cropping“, ma proprio quello della rimozione o dell’aggiunta di particolari o della modifica della prospettiva.

I primi esempi, impressionanti, di “deep fake” (ovvero di clip video dove il volto di qualcuno viene digitalmente sostituito a quello di qualcun altro) stanno sollevando, comprensibilmente, enormi preoccupazioni per le ripercussioni che ciò potrebbe avere non solo in situazioni legalmente rilevanti (ad esempio con un filmato come prova di un reato), ma anche semplicemente in una società talmente social che la diffusione di video compromettenti e praticamente indistinguibili dal vero renderebbe la vita impossibile per chiunque.

Va bene, abbiamo capito, ma perché ce lo stai dicendo?” “Ora vengo e mi spiego“, come scriverebbe il compianto Camilleri. Esistono da tempo alcune App che alterano i tratti somatici proiettando il soggetto fotografato nel suo futuro (quindi “invecchiandolo”) o aggiungendo caratteristiche estetiche con effetti tra il divertente e l’imbarazzante. Tempo addietro qualcuno decise di giocare con una foto di Carlsen, ottenendo questa foto che potremmo intitolare…

… Carlsen difende il titolo di Campione del Mondo nel 2040!

Da qualche giorno è però disponibile un servizio che i fan di Harry Potter aspettavano da tempo: Deep Nostalgia (“Profonda nostalgia”). Si tratta di un servizio offerto dal sito di genealogia MyHeritage che anima (artificialmente, si intende) le vecchie fotografie dei vostri familiari. Sì, avete letto bene: un po’ come le immagini che “The Daily Prophet” (“La Gazzetta del profeta”) mostrava spesso in prima pagina.

Sirius Black su “La Gazzetta del Profeta” in “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”

Il servizio di cui vi parlo è basato, di nuovo, sul concetto di Deep Learning sfruttato anche da AlphaZero, Leela e simili, e si è diffuso molto rapidamente. La sua caratteristica di essere gratuito (certo, in cambio di una registrazione…) e di creare brevi gif animate facili da condividere sui social lo rende ideale per chi è curioso di vedere come avrebbe potuto muoversi, sorridere o ammiccare un personaggio del passato. Il risultato è talvolta gradevole, talvolta abbastanza sconcertante, ma comunque l’applicazione è impressionante in quei casi in cui, soprattutto per la bontà dell’immagine di partenza, riesce a produrre una sequenza fluida e naturale.

Guardate quanto è bella, e per certi versi toccante, questa “foto animata” di Alan Turing. [Cliccate sul video se non parte l’animazione]

Ed eccomi al punto (e al motivo della foto di apertura del post): qualcuno non ha resistito alla tentazione di animare le foto di qualche grande della storia degli scacchi. Ecco due esempi: Il grande José Capablanca e Sigmund Tarrasch, il “Praeceptor Germaniae”. [Cliccate sul video se non parte l’animazione]

Devo dire che l’animazione di Capablanca, del quale esistono molti video originali con cui effettuare un confronto, non è tra le migliori, ma quella di Tarrasch, tratta da una foto molto nota, è invece ottima e lo rende molto più “umano” di quanto le cronache lo hanno sempre dipinto.

Ormai non è difficile immaginare che tra qualche anno potremo vedere le partite dei grandi campioni del passato “dal vivo” (finto). “Dove andremo a finire di questo passo, signora mia?”

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