Gli scacchi al Festival di Sanremo
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(Adolivio Capece)
Finalmente ci siamo! Avete preparato popcorn, patatine e birra? E un cuscino in più sul divano? Ebbene sì, ancora poche ore e poi via alle attesissime “cinque giornate” del Festival di Sanremo.
Ma sento qualcuno che dice “Cosa c’entrano gli scacchi con il Festival di Sanremo?”
Certo che c’entrano, c’entrano eccome e tra poco ve lo dimostreremo, ma prima, in rapida sintesi, i tre grandi eventi agonistici che hanno visto protagonista la bella cittadina ligure.
Il primo è il torneo organizzato nel 1911 per celebrare i primi 50 anni dell’Unità d’Italia, che fu anche il primo torneo internazionale femminile disputato in Italia.
Il secondo, famoso, fu il grande torneo del 1930, al quale prese parte Alexander Alekhine, allora campione del mondo, che vinse con netto vantaggio.
Il terzo nel 2001, forse il meno noto: il Campionato della NATO (12’ edizione), un vero e proprio campionato del mondo per i militari di leva o di carriera: fu vinto da Piero Bontempi di Ancona, allora in servizio di leva in Marina. Alla competizione presero parte 61 giocatori in rappresentanza di 9 nazioni.
Curiosità: gli Stati Uniti inviarono cinque Marines, quattro dei quali due giorni prima avevano partecipato alla azione di attacco in Afghanistan!
Ma veniamo al Festival. Due volte gli scacchi (intesi come pezzi e scacchiera) sono saliti fisicamente sul palco. Beh, che c’è di strano? Se sul palco è salita una scimmia (finta) un paio di anni fa con Gabbani e un cavallo (vero) molti anni fa con Gino Bramieri, perché no gli scacchi?
La prima volta degli scacchi è stata nel 2008, era la 58a edizione, quando Simone Cristicchi, in qualità di ospite, nella terza serata cantò insieme al ‘rapper’ Frankie Hi Nrg (che partecipava al Festival tra i Campioni) il brano “La rivoluzione” dalla forte impronta di denuncia sociale. A sorpresa i due cantanti, Cristicchi vestito di bianco, Frankie vestito di nero, giocarono una surreale partita a scacchi mentre interpretavano la canzone! Mosse prima il nero per dare l’idea di andare contro le regole, alla fine i due fecero cadere entrambi i Re. Beh, se non altro la scacchiera era posizionata nel modo corretto e del resto che Cristicchi fosse giocatore di scacchi si sapeva.
La seconda volta fu tre anni dopo, nel 2011, e non grazie a qualche cantante ma grazie alla coppia di comici Luca e Paolo, che apparvero sul palco seduti ad un tavolo (da osteria) con sopra un fiasco di vino ma anche una scacchiera con alcuni pezzi. Bah! Comunque se non altro anche questa volta la scacchiera era posizionata nel modo corretto e i pezzi non sembravano messi completamente a casaccio.
Passiamo ai cantanti. In realtà sono molti i cantanti giocatori di scacchi, ma oggi ci occuperemo solo di quelli che hanno cantato a Sanremo, iniziando dal celebre Sting, (nell’immagine di apertura, n.d.R.) che prese parte al Festival come ospite nel 2018.
Grande appassionato, Sting a fine giugno del 2000 giocò a New York, su un palco in Times Square (!), insieme alla sua “band” (Dominic Miller, Jason Rebello, Chris Botti, Russ Irwin) con Garry Kasparov che si esibì contro i 5 in simultanea.
Alla fine intervistato dai giornalisti Sting disse di aver imparato a giocare da ragazzo e di giocare spesso in tournée perché “serve a scaricare la tensione“.
Poi aggiunse “Ho sempre spinto i miei figli ad imparare a giocare a scacchi: il gioco aiuta il cervello a svilupparsi e credo che sia utile per una mente che si sta formando.”
Curiosità: qualche tempo dopo gli svaligiarono il camper portando via tutti gli strumenti, ma quando arrivò la polizia denunciò soltanto la scomparsa della scacchiera autografata da Kasparov.
Buon giocatore anche Enrico Ruggeri, che una volta a Roma partecipò a una simultanea tenuta da Karpov all’EUR. Il cantante nel 1986 aveva intitolato un suo album Difesa Francese: sulla copertina lo si vede impegnato in una partita a scacchi contro un bambino. La dedica non lascia adito a dubbi sul suo amore per gli scacchi: “questo album è dedicato ad Adolf Anderssen, Paul Morphy, Alexander Alekhine, Bobby Fischer e a tutti coloro che hanno svelato la grande umanità, sostenuta dal pensiero scientifico del più nobile dei giochi”.
Successivamente nel 2008 in un’intervista rilasciata al giornalista e scacchista (seconda nazionale a tavolino) Anania Casale, Ruggeri confermò la sua passione per gli scacchi, una vera “ossessione”: “Amo il contrattacco. Chi imposta la partita in modo aggressivo, deve calcolare tutto alla perfezione, perché basta niente per scoprirsi. Ti mangiano un pedoncino, e tutto il tuo attacco va in fumo. Anche nella vita, mi è successo spesso di non riuscire a calcolare tutto, e restare deluso. Chi invece aspetta in difesa, e poi va in contropiede, come nel calcio, ha più possibilità di successo”.
Tra i suoi avversari preferiti, il cantautore Mimmo Locasciulli, con cui ebbe modo di cimentarsi più volte.
Parentesi: Locasciulli sa giocare, così come Fabio Concato, il rapper Rancore e anche Andrea Bocelli (che sembra aver preso parte da ragazzino a un torneo giovanile della Federazione); tutti e quattro hanno partecipato al Festival, ma per quel che se ne sa giocano solo con amici e colleghi e non risulta che abbiano fatto particolari riferimenti agli scacchi nelle loro canzoni.
Buon giocatore anche Max Pezzali (molti lo ricordano forse più facilmente come “883”): ‘Mi piace giocare e faccio spesso delle partite’ ha dichiarato. Lo ricordiamo nella videoclip per la canzone ‘Come deve andare’ realizzata in collaborazione con i Manetti Bros (pure scacchisti).
La clip presenta molti errori e incongruenze, ma pazienza: racconta di una partita del campionato del mondo – datata 20 dicembre 1967; i due avversari rispondono ai nomi Kolosimov e Kedro; mosse riprodotte su una scacchiera murale; orologio meccanico e formulari regolamentari; peccato per il pubblico che applaude ad ogni mossa.
La partita viene sospesa (ma quella che viene inquadrata è una posizione dopo una decina di mosse), tutti se ne vanno ed ecco che arriva Max, che interpreta un uomo delle pulizie: si intuisce che Kolosimov, il giocatore che gli sta simpatico, pensa di avere partita persa, ma Max si siede al tavolo – intanto la posizione è completamente diversa da quella che era stata sospesa – e trova la mossa vincente.
Ma come fare per comunicarla al suo beniamino?
Ed ecco il lampo di genio: fa in modo che alcune lampadine sul soffitto dell’ascensore si accendano ad intermittenza in modo da dare l’idea di un Cavallo stilizzato.
Così quando Kolosimov torna in sala salendo in ascensore vede le lampadine e il gioco è fatto.
La partita riprende, ed ecco la mossa di Cavallo, che comporta quello che dovrebbe essere un brillante sacrificio di Donna, dopo il quale però lo scacco matto proprio non c’è. E tuttavia Kedro butta all’aria i pezzi, fa cadere il Re e si arrende.
Curiosità: i Manetti Bros contattarono Karpov e Kasparov per averli come interpreti della clip, ma non se ne fece nulla perché il compenso chiesto dai due campioni era troppo alto …
Veniamo a Renato Zero, autore di un vero e proprio testo scacchistico nel brano ‘Che strano gioco è’, inserito nel cd ‘Amore dopo amore, tour dopo tour’:
“Vedi come è diverso ogni destino / Sulla scacchiera dell’umanità / Chi fa il pedone, chi fa la regina / Che strano gioco è / Chi fa la torre parla da più in alto / Ma dal binario suo non esce mai / Ogni ragazzo ha un cuore di cavallo / Scarta di lato, cerca libertà / Sempre ad un bivio non puoi prevederlo / Chissà che mossa fa … chissà … chissà / Anche un pedone può fermare un re, / mangiare non farsi mangiare! / Scacco matto dipende da te / Vita, non imparo mai / Non ho regole lo sai / Né coi bianchi né coi neri ormai / Che strano gioco è, che strano gioco”.
Non sappiamo però se sa davvero giocare a scacchi.
Infine Jovanotti, che si è dipinto in un ‘autoritratto’ alla scacchiera ed ha dichiarato di aver giocato una volta una partita a scacchi giganti con Luciano Pavarotti. Tra i suoi brani La linea d’ombra, contenuta ne L’albero (1997), dove canta: “e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera/ dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera”.
E concludiamo con Ray Charles (1930-2004), che aveva tra gli avversari abituali Dizzy Gillespie (1917-1993) pure grande appassionato e che giocava anche per corrispondenza.
A Sanremo Ray Charles, che ricordiamo era cieco, si presentò sul palco nel 1990 con Toto Cutugno interpretando il brano Good Love Gone Bad / Gli amori. E poi ancora nel 1999.
Stralciamo da “Selezione dal Reader’s Digest“.
‘Che fa Ray Charles quando non canta? Con ogni probabilità gioca a scacchi. Charles è così abile negli scacchi che i componenti della sua orchestra definiscono ‘vittime’ i suoi avversari.
Domanda: Ma non c’è qualcuno che cerca di imbrogliare un non vedente? ‘Imbrogliare?’ dice Charles, ‘ma non puoi imbrogliare a scacchi. Non c’è modo di spostare un cavallo da una casella a un’altra fasulla. Li beccherei subito!’.
Poi Charles vuota un sacchetto che contiene i 32 pezzi di legno appositamente torniti per lui e usa abilmente i polpastrelli per individuarne, uno per uno, la sagoma e la tessitura inconfondibili.
“Adesso tutto è pronto per procedere. Questi sono gli scacchi neri, dice, indicando direttamente davanti a sé, e questi sono i bianchi, giusto?” Giusto!