E anche Sveshnikov se n’è andato
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Evgeny Sveshnikov a Praga nel 2020 (foto da www.wstcc2020.net)
(Antonio M.)
Un altro nome importante dello scacchismo mondiale ci lascia a soli settantuno anni. Ieri è morto il GM russo Evgeny Sveshnikov per le complicanze derivanti dal contagio da Covid19.
Forte giocatore della sua epoca e grande teorico che, in un periodo dove ancora non esistevano programmi scacchistici fortissimi come gli attuali, sviluppò nuove idee in apertura approfondendo varianti già conosciute ma poco utilizzate, come la Lasker Pelikan nella Difesa Siciliana, che piano piano, grazie al suo grande e innovativo apporto, venne riconosciuta internazionalmente con il suo cognome e diventò quindi la variante Sveshnikov della Difesa Siciliana.
Questa variante è divenuta famosa e giocata, tanto da essere impiegata in maniera vincente da Carlsen nell’ultimo match per il Campionato del Mondo contro Caruana, per il suo grande dinamismo al quale viene sacrificata una struttura pedonale che sembra far acqua da tutte le parti, ma con una posizione che poi si rileva letale per il Bianco se non trattata con precisione ed estrema cautela. La variante principale, che sempre mi ha affascinato, è quella derivante dalla sequenza:
Che dire? Premature avanzata del pedone “b5”, pedone “d6” arretrato e casa debole in “d5”, ala di Re compromessa con un’impedonatura che sparirà ma che lascerà dei buchi enormi dietro di sé. Come compenso, la coppia degli Alfieri con quello di case scure a difendere quelle deboli sull’ala di Re e ad esercitare una possibile azione sulla lunga diagonale, vista la situazione fluida dei pedoni centrali. Insomma, posizione difficile da trattare per entrambi i colori che non fa presagire delle continuazioni tranquille e posizionali.
Nonostante idee simili, con la spinta del Nero in “e5” lasciando dietro pedone arretrato e casa “d5” debole, fossero già presenti nella Difesa Siciliana in varie continuazioni (Kalashnikov, Boleslavsky e Najdorf), questa variante non venne accolta bene dalla critica dei “più forti”, che con il tempo dovettero però ricredersi.
Ma non solo Difesa Siciliana, ma il suo apporto si è sviluppato anche nella rivitalizzazione della Variante di Spinta nella Difesa Francese, o in quella Alapin di nuovo della Difesa Siciliana, ma vista questa volta dal punto di vista del Bianco.
Insomma, un grande teorico che riversò le sue idee sulla scacchiera, dimostrando il suo alto livello di comprensione delle posizioni e nello scovare delle possibilità nascoste e poco conosciute insite in ciascuna di essa. In entrambe dimostrò come varianti valutate un tantino minori, in realtà potevano essere considerate alla stregua di quelle più di moda e giocate.
In tempi più recenti, maturò l’idea che gli sforzi dei giocatori, le loro riflessioni e pensieri trasferiti poi in una partita, fossero degne del Copyright come frutto di una proprietà intellettuale e meritevoli dei Diritti di Autore per il proprio sfruttamento. E per questo che combatté il sistema di dare il formulario con il testo della partita agli organizzatori, perché riteneva ingiusto che solo gli autori e gli editori dei libri, che sfruttavano la pubblicazione delle partite estratte da detti formulari, ne ricavassero benefici economici. E poi, il pubblicare partite esponeva (ed espone ancor oggi) alla preparazione dell’avversario sulle varianti giocate, cosa che era diventata più sensibile grazie all’avvento dei Database scacchistici, e che rendevano per un professionista la cosa dannosa e non compensata dalla divulgazione del gioco.
Se ci si ferma a riflettere un poco, diciamo che la cosa non è poi così peregrina, soprattutto considerata dal punto di vista dei professionisti non “Top Level”, per i quali è molto difficile guadagnarsi da vivere solo con gli Scacchi.
Poi, dimostrando ancora una volta di quanto negli scacchi si possa essere competitivi anche ad età avanzata, ha vinto il 27° Campionato Mondiale Seniores +65, giocato da noi in Acqui Terme (AL) a fine 2017, ed è stato premiato direttamente dal Sindaco della città.
Eccolo ora in azione con la sua “creazione”, con partite che osserveremo in silenzio senza commentarle e sperando che ci perdoni per aver anche noi usato le mosse tratte dai suoi formulari.
Un piccolo omaggio al grande personaggio che è stato forse uno degli ultimi pionieri capaci di creare la teoria e non di seguirla, usando la propria testa senza i suggerimenti “dell’amico” elettronico.