Uno Scacchista

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70: Happy Birthday, Vaganjan!

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Rafael Vaganjan nel novembre 2019 (Foto Thorsten Cmiel da ChessBase)

(Antonio M.)
Al bravissimo Rafael Vaganjan dedicammo qui su “UnoScacchista” un post, a firma di Riccardo, il 15 ottobre del 2017, per i suoi 66 anni. Lo avevamo  visto giocare l’estate precedente al torneo di Biel, luogo che lo vide trionfare nell’interzonale del 1985.

Ma oggi gli anni sono 70, e a 70 ci vuole il bis. Pertanto mi piace anzitutto riportare (almeno parzialmente) ciò che Riccardo scrisse 4 anni fa:

Il grande maestro armeno è nato a Erevan il 15 ottobre del 1951. Vaganjan ha imparato il gioco a 5 anni, dal padre, che era insegnante di fisica. A 16 è stato campione sovietico degli studenti.

Nel 1971, ad appena 19 anni, era già grande maestro, ma lo stesso anno ebbe la prima piccola delusione non vincendo il mondiale juniores, dove a sorpresa prevalse lo svizzero Werner Hug. Superò ben presto il colpo subìto, sfidando Hug in un match di 10 partite blitz, che lo videro vincitore addirittura per dieci a zero! Ma lui nel blitz sarebbe poi stato, ai tempi d’oro, quasi imbattibile.

Nel 1974, prima scacchiera dell’URSS al mondiale studentesco di Teesside, realizzò ben 10 punti su 11. E’ stato due volte “candidato” al titolo mondiale, eliminato da Andrei Sokolov nel 1986 e da Lajos Portisch nel 1988. Ha preso parte a ben nove Olimpiadi (prima con l’URSS e poi con l’Armenia), ottenendo due medaglie d’oro/squadra e due individuali.

Con il suo stile di gioco estroso, intuitivo e ottimista, Vaganjan si è aggiudicato importanti tornei fra il 1971 e il 1995: Vrnjacka Banja, Kragujevac, San Paolo, Las Palmas, Manila, Marsiglia, Mosca, Hastings, Tallinn, Biel, Leningrado, Sochi, Odessa, Toronto, Ter Apel, Roma e Reggio Emilia (questo, due volte: 1992/93 e 1994/95).

Negli anni ottanta lo potevamo annoverare fra i primi 5 o 6 grandi maestri con maggior talento. Nel 2005, quindi a 54 anni, raggiunse un Elo di 2670 ed ancora era fra i primi 50 al mondo.

Nel 1990 iniziò a giocare nella Bundesliga tedesca, con la maglia del club SG Porz, e così diverse volte gli capitò di essere anche campione tedesco. Del resto il suo contributo al club è stato sempre elevato e nella stagione 1996/1997 seppe mettere in carniere un eccezionale 14,5 su 15.

In Armenia, dove ormai è un eroe nazionale, nulla si fa e nulla si decide senza ascoltare il parere di Vaganjan. Ma in Armenia gli scacchi occupano un posto speciale: basti pensare che il presidente della nazione, Serzh Sargsyan, è anche il presidente della Federazione Scacchistica, e che il governo armeno ha approvato nel 2011 una legge che ha reso obbligatorio l’insegnamento degli scacchi in 1.500 scuole, coinvolgendo di conseguenza la bellezza di 120.000 studenti.

Vaganjan ha giocato contro tutti i campioni dell’ultimo mezzo secolo, ha un carattere allegro e gioviale ed è stato ottimo amico di Tal e Spassky; lo è di Karpov (del quale è coetaneo) ancor oggi.

Personalmente, lo ricordo bene qui a Roma nel dicembre 1977, quando nella II edizione del Torneo del Banco di Roma (di cui ebbi la fortuna di seguire quasi tutti i turni) vinse alla pari con il connazionale Mikhalchishin. Tatai in verità batté Vaganjan al 5° turno, ma poi fu travolto da Toth (al 7° in sole 13 mosse) e da Ostojic all’8°. Vaganjan si salvò miracolosamente da Mikhalchishin al 7° e poi si svegliò e lo raggiunse con tre vittorie negli ultimi tre turni contro Toth, Pfleger e Ostojic.

La fantasia di Vaganjan non poteva che partorire qualche sottovariante di apertura col suo nome. Una è questa, nella Trompovsky. 1.d4 Cf6 2.Ag5 è il sistema che prende il nome dal maestro brasiliano Octavio Trompovsky (1897-1984) e negli ultimi anni è divenuto abbastanza popolare. Fra le linee principali annoveriamo 2. … c5 3.d5 Db6 e qui il Bianco ha la possibilità di provare l’aggressivo “Gambetto Vaganjan”, che il GM armeno tentò varie volte nei primi anni ’70: 4.Cc3!? Dxb2 5.Ad2. L’idea, ovvia, è di attivare rapidamente tutti i propri pezzi ed aprire linee per l’attacco.

Vaganjan impegnato contro la Pogonina in Repubblica Ceca 2011 (foto di Martin Chrz)

E torniamo ai nostri giorni, o meglio al nostro giorno: 15 ottobre 2021. E diciamo che un altro grande successo è nel frattempo entrato nel bottino di Vaganjan: il primo posto nel mondiale senior a Bucarest nel 2019. Terminò il torneo con 8,5/11, ma per spareggio tecnico fu oro davanti ad Anatoli Vaisser e Yuri Balashov.

In redazione abbiamo avuto recentemente occasione di parlare di Rafael Vaganjan con l’amico Adolivio Capece. Così:

“Adolivio, a parte gli auguri, cos’altro possiamo aggiungere sul simpatico e bravo Rafael?”

Riccardo fu già esaustivo 4 anni fa, ma possiamo dire ancora che nel 2020 Vaganjan ha avuto dalla FIDE il ‘premio veterani’, per l’oro olimpico individuale vinto nel 2004 e per essere stato due volte “candidato” al titolo mondiale”.

Tu, Adolivio, mi pare che hai conosciuto Rafael prima di tutti noi, vero?”

Vero! Ho conosciuto Vaganjan quasi mezzo secolo fa. Anzi più che averlo conosciuto ci ho giocato!”

“E allora raccontaci, dai!”

“Era il 1974, ci fu un torneo a Valenza Po in cui Vaganjan era l’ospite d’onore. Io decisi di giocare: fu un po’ una pazzia, poiché al mattino lavoravo, poi saltavo in macchina e di corsa da Milano a Valenza. Ma all’epoca i tornei erano pochissimi e si cercava di cogliere ogni occasione; comunque non è facile fare il pendolare…

Ricordo che il primo giorno sbagliai strada e arrivai pochi minuti prima della scadenza dell’ora di tolleranza. Giocai piuttosto male e persi. Poi però (all’epoca giocavo decentemente) piano piano recuperai, tanto che al settimo turno (su 9) ebbi la sorpresa di ritrovarmi in prima scacchiera e proprio contro Vaganjan!

Uaoh! Mi toccò il nero, lui aprì di Donna e io sfoderai la variante del Gambetto del Volga che mi aveva insegnato Ennio Contedini e che all’epoca – epoca di poca teoria – usavo spesso. Poi fu battaglia, ma penso di poter dire che giocai decentemente, senza timori reverenziali. Lui le provò tutte per vincere, ma alla fine dovette rassegnarsi e propose patta …

Ecco la partita. Ah, a proposito, Vaganjan vinse comunque il torneo.”

Il formulario della partita Vaganjan-Capece del 1974 (Archivio personale di A. Capece)

Riccardo parlò dello stile “dinamico e fantasioso” di Vaganjan. Vi mostro al riguardo quello che è da ritenere uno dei suoi “gioielli”. Eccolo:


Da tutta la redazione di UnoScacchista: Happy Birthday, Rafael!

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