Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Mikenas era Miki, l’allegra zanzara

11 min read

(Riccardo M.)
Estonia, Lettonia e Lituania hanno fatto parte dell’Impero Russo fino al 1917, divennero Stati indipendenti dopo la guerra del 1915-18, subirono poi l’occupazione nazista, entrarono a far parte (1940) dell’Unione Sovietica e di nuovo poterono proclamare la loro indipendenza nel 1991 a seguito del disfacimento dell’ex URSS.

Estonia, Lettonia e Lituania sono oggi abitate complessivamente da poco più di 6 milioni di persone (la sola Lombardia ne ha 10), quasi 2 milioni delle quali concentrate nelle tre deliziose capitali, Tallinn, Riga e Vilnius. Eppure queste affascinanti terre baltiche hanno saputo dare i natali ad alcuni tra i più grandi campioni di scacchi: Aaron Nimzowitsch (Riga 1886), Paul Keres (Narva 1916) e Mikhail Tal (Riga 1936). Non dimentichiamo che sono di Riga Alexei Shirov, ora cittadino spagnolo e Daniel Fridman (ora cittadino tedesco), mentre è di Tallinn (1962) Jaan Ehlvest, che sul finire degli anni 90 fu tra i primi dieci al mondo e che da tempo vive negli Stati Uniti. Di Riga erano anche altri nomi ben noti quali Aivars Gipslis, Hermanis Matisons e lo sfortunato Vladimirs Petrovs.

Nelle edizioni delle Olimpiadi scacchistiche che hanno preceduto il 2° conflitto mondiale occorre sottolineare il 6° posto della Lettonia nel 1931 e 1935, l’8° e poi il fantastico 3° dell’Estonia (guidata da un grande Keres) rispettivamente nel 1937 e 1939, il 7° della Lituania nel 1933 e 1937 ottenuto con l’identica équipe, composta da Mikenas, Vaitonis, Vistaneckis, Luckis e Abramavicius.

In tutte e tre le repubbliche l’impulso scacchistico si è tuttavia, ai giorni nostri, andato affievolendo, probabilmente anche a seguito delle attenzioni che negli ultimi decenni hanno dirottato massicciamente i giovani verso altri sport. In Lituania, ad esempio, popolarissimo è da tempo il basket (Arvydas Sabonis e Sarunas Marciulionis), ma, più o meno di recente, anche in altre discipline sono emersi dei campioni, come il discobolo Virgilijus Alekna, due volte medaglia d’oro olimpica, o come le cicliste Edita Pucinskaite e Diana Ziliute.

Non è pertanto un caso che nelle classifiche Elo nazionali resistano in alto alcuni giocatori piuttosto anziani, e questo in sé non può certo essere considerato un buon segnale per il movimento.

Ad esempio, in Lituania nel 2014 era ancora n.1 Eduardas Rozentalis (classe 1963) e n.8 il ‘classe 1950’ Algimantas Butnorius, che nel 2007 è stato campione mondiale senior, mentre al 3° c’era una donna, la bravissima Viktorija Cmilyte, GM dal 2010, parlamentare e moglie prima di A.Shirov e poi di P.H.Nielsen. Così, nella piccola Lettonia era nei primi tre posti fino a qualche anno fa uno dei mostri sacri della teoria, Evgeny Sveshnikov, (altro ‘classe 1950’), mentre fino al 2008 era nei primi 10 il GM Janis Klovans (1935-2010), che fu amico e coetaneo di Tal.

Di conseguenza anche i piazzamenti delle nazioni baltiche nelle Olimpiadi successive al 1991 non sono paragonabili a quelli del passato (anche per il gran numero di nazioni oggi partecipanti). Dopo lo splendido 5° posto della Lettonia a Manila 1992 (con Shirov, Kengis, Shabalov, Bagirov, Lanka e Klovans) non c’è stato nulla di meglio del 14° della stessa Lettonia a Elista 1998 e del 21° della Lituania a Bled 2002.

Adesso, però, vorrei intrattenervi su un solo nome, quello di un giocatore dall’imprevedibile e pungente stile garibaldino, Vladas Mikenas, (Tallinn 17 aprile 1910 – Vilnius 3 novembre 1992) e che è stato uno dei più famosi sportivi lituani di sempre.

Mikenas dunque proviene dall’Estonia. Nel 1920 perse tragicamente il padre. Nel 1921 imparò a giocare a scacchi, ma in seguito praticò anche tennis tavolo, calcio, atletica e lotta. Sì, lotta, uno scacchista ex-lottatore! Nel 1931 vinse, in Finlandia, il suo primo torneo e subito dopo anche un piccolo torneo internazionale a Tallinn.

Nello stesso anno si trasferì in Lituania, già terra dei suoi antenati. Qui pose fine al regno di Alexsandras Machtas. Machtas (o Macht) fu 7 volte campione lituano fra il 1923 e il 1932, personaggio influente e direttore della Central Jewish Bank di Kaunas; nel 1936 emigrò con la famiglia a Tel Aviv. Machtas (1892-1973) è stato un po’ il fondatore del movimento scacchistico lituano, tanto che a Kaunas è ancora ricordato e che nel 2013 ad un torneo organizzato alla sua memoria prese parte perfino l’ex campione del mondo Spassky. Si noti che in Lituania il nostro gioco venne conosciuto soltanto a partire dal XVII° secolo ed ebbe diffusione solo sul finire del XIX°: nel 1887 veniva fondato il primo club di scacchi e nel 1912 fu organizzato a Vilnius il primo torneo internazionale (lo vinse Akiba Rubinstein).

Mikenas giocò per la Lituania, sempre in prima scacchiera, nelle Olimpiadi di Praga (1931, con un promettente score di 10 su 18), Folkestone (1933), Varsavia (1935), Stoccolma (1937, con lo score di 7 vinte, 8 patte e 3 perse) e Buenos Aires (1939, con lo score di 10 vinte, 4 patte e 5 perse).

Nel 1932 uscì un suo manuale di scacchi (“Sachmatu vadovélis”), che fu anche il primo libro di scacchi mai pubblicato in lingua lituana. Vladas disputò tre match con il forte conterraneo Povilas Vaitonis (che poi sarebbe emigrato in Canada), vincendo nel 1934 (6 a 2), nel 1937 (5,5 a 4,5) e nel 1938 (9 a 3).

Mikenas opposto al conterraneo maestro Vytautas Landsbergis

Nel 1936 Vladas Mikenas sposò Alexandra Cepurnaite. Nel 1939 nasceva il figlio, Algirdas. Il 3 agosto del 1940 la Lituania fu annessa all’Unione Sovietica ed in un paio di occasioni Mikenas ebbe l’opportunità di entrare a far parte dello squadrone sovietico.

Nel frattempo aveva partecipato a numerosi tornei, facendosi temere ma senza tuttavia mai riuscire ad eccellere: fu 10° a Kemeri nel 1937, 6° ad Hastings nel 1938 (primo Reshevsky), 4° a Kemeri nel 1939 (dietro Flohr, Stahlberg e Szabo) e, sempre nel 1939, 3° a Rosario dietro Petrov ed Eliskases. La qualità del suo gioco era alta solo a tratti, mentre il suo stile audace ed originale, come il suo temperamento aperto e gioviale e i suoi numerosi interessi, non si conciliavano troppo con certe caratteristiche da “primato assoluto”, quelle caratteristiche che, ad esempio, in Alekhine ben colse Ruben Fine allorché così scrisse: Quando conobbi Alekhine, a Pasadena nel 1932, cominciai a capire il segreto del suo genio. Stava spiegando la partita disputata con Euwe alcuni mesi prima a Berna, e nei suoi occhi e nel suo sguardo c’era una strana intensità: per quell’uomo gli scacchi erano il respiro della vita…”.

No, l’approccio di Mikenas al nostro gioco era troppo diverso da quello di Alekhine. Salomon Flohr di lui disse: Vladas in realtà non sembra neppure a volte interessato ai risultati ed ai titoli. Il suo stile gli impedisce di essere pratico, il suo elemento è l’attacco. Penso che il miglior appagamento creativo Vladas lo ottenga quando riesce a far cadere in trappole astute gli avversari tramite nascosti o imprevisti tatticismi. Anch’io una volta sono stato la sua vittima”.

Il fatto cui Flohr si riferisce è accaduto durante l’Olimpiade di Folkestone del 1933:

Vladas Mikenas – Salo Flohr
Olimpiadi di Folkestone 1933

A proposito di Alekhine, rimase celebre un episodio verificatosi dopo il 23° tratto del Nero della partita Alekhine-Mikenas, quarto turno di Kemeri 1937:

Alexander Alekhine – Vladas Mikenas
Kemeri 1937

(diagramma dopo la mossa 23.Cd2-e4 del Bianco)

In questa posizione Mikenas (nero) gioca 23… Axe4  e qui Alekhine (a partita in corso!) non sa trattenersi dall’esclamare arditamente e molto scortesemente: “Che errore, giovane! Se lei avesse giocato Tc2 avrei subito abbandonato”. Vladas non si scompone, pur sentendosi offeso, guarda per qualche secondo la scacchiera e replica: “Sì, in effetti è proprio un errore. Vuol dire che cercherò di porvi riparo vincendo questa partita per la seconda volta”. E saprà mantenere la promessa, piegando Alekhine dopo altre 40 interminabili mosse.

Dopo questa partita Alekhine, col quale ero sempre stato in buoni rapporti, non mi parlò per tre giorni”, raccontò Vladas. Giova ricordare lo score complessivo fra i due (anni 1931-1939), che fu di una vittoria a testa e 3 patte, davvero niente male per il lituano.

Proprio durante il torneo di Kemeri 1937 nacque il diminutivo con il quale Vladas Mikenas venne di lì in poi chiamato in patria e persino in famiglia: “Miki”, che non rappresenta né un capitàno del Tennessee né una semplice contrazione del suo cognome. La spiegazione è un’altra. Questa: la maggioranza dei giocatori partecipanti al torneo era solita, alla sera, recarsi al Caffè “L’Allegra Zanzara”. Ebbene, visto che anche Mikenas, molto in forma in quel periodo, “pungeva allegramente” con il suo gioco, qualcuno dei Grandi Maestri propose di chiamarlo “Miki” in quanto in tedesco zanzara si dice appunto “mùche”.

E’ del 1941 la partita più famosa di Vladas, quella che alcuni commentatori hanno osato, legittimamente, chiamare “L’immortale di Mikenas”. Impossibile non riproporvela qui, pur se conosciutissima:

Vladas Mikenas – Sergey Lebedev
Tblisi 1941

Vladas prese parte per 10 volte al campionato sovietico, ottenendo il miglior risultato, 5°, nel 1944. Fu primo al campionato lituano nel 1947, 1948, 1961, 1964, 1965 e 1968. Mancano, come vedete, gli anni 50, quando il campionato lituano fu appannaggio quasi esclusivo (1950, 51, 52, 53, 55, 57, 58, 59 e 1960) di Ratmir Kholmov.

Nel 1950 Mikenas divenne Maestro Internazionale (l’anno, appunto, in cui fu istituito il titolo) e sempre nel 1950 superò a Vilnius, in un quadrangolare, tre forti avversari quali Kholmov, Vistaneckis e Ragozin.

Giunse poi 3° a Parnu nel 1955 (dove vinse Keres), ottimo 2° (il suo miglior torneo, con p. 11 su 13!) dietro Spassky e davanti a Tolusch e Tal a Riga nel 1959, 4° a Leningrado nel 1960 (vittoria a Taimanov). Vinse il campionato baltico nel 1965. Fu primo a Lublino nel 1971, già sessantunenne, ma l’anno successivo vi giunse solo 13° (sconfiggendo però Alburt). Nel 1976 tornava sulla breccia, col 7° posto nel campionato lituano (vinto da Butnorius). L’ultimo suo importante torneo internazionale fu quello di Vilnius 1978, dove ottenne appena 5,5 punti, pattando comunque con gente del calibro di Gulko, Dorfman, Tigran Petrosjan, Csom e Reshevsky.

Insomma, Vladas Mikenas, pur non primeggiando in molti tornei, è riuscito, proprio per le sue caratteristiche di gioco, ad essere temibilissimo per chiunque nella singola partita. Nella sua carriera è stato infatti capace di battere giocatori come Vidmar (1931), Flohr, Maroczy e Sultan Khan (1933), Alekhine, Stahlberg e Flohr (1937), Bogoljubov (1939), Botvinnik (1940), Bronstejn (1944), Petrosjan (1950), Keres (1955), Kotov (1944 e 1955), Nezhmetdinov (1957), Tal (1959 e 1962), Korchnoj (1957 e 1962). Ho sentito qualcuno sostenere che la metà dei grandi maestri di oggi non vale quanto valevano un Mikenas o un Sultan Khan: forse la tesi non è del tutto azzardata.

Soprattutto l’apertura era il territorio preferito di Vladas, territorio da cui sovente sapeva scatenare rapide e micidiali offensive. Eccone un esempio.

Vladas Mikenas – Teimuraz Lomaja
Palanga 1961

A partire dal 1950 Mikenas dedicò molto del suo tempo all’insegnamento e alla pubblicazione di articoli di scacchi su riviste o rubriche di quotidiani. Fra il 1955 ed il 1962 fu anche allenatore di Paul Keres. Nel 1966 fu pubblicato a Mosca un suo ponderoso volume (380 pagine) su Keres, mentre nel 1968 uscì, in lingua lituana, un suo altrettanto impegnativo (346 pagine) saggio: “Šachmatai: teorija ir praktika”   (“Scacchi, teoria e pratica”).

Nel 1968 divenne arbitro internazionale. Arbitrò, tra gli altri, il match Kasparov-Smyslov del 1984 e la sfida mondiale del 1985 fra Kasparov e Karpov.

Mikenas (a destra) contro Tal, con il quale vanta uno score positivo (1957-1968): 2 partite vinte, una persa e 3 patte
…e qui impegnato da una giovane campionessa del mondo: Maja Čiburdanidze (1978)

Il 1986 fu l’anno delle nozze d’oro con Alexandra, mentre nel 1987 Mikenas ebbe dalla FIDE il titolo onorario di Grande Maestro, quando già da tempo era in pensione. Infatti dopo il 1978 Vladas si era praticamente ritirato dall’attività agonistica, pur senza mai abbandonare gli scacchi: scriveva per varie pubblicazioni di prestigio e continuava con successo la già intrapresa carriera di arbitro internazionale. L’ultima sua partecipazione ad un torneo fu in occasione del campionato lituano del 1985, ove giunse 14°.

Mikenas nei panni arbitrali (1984)

Dal punto di vista dei contributi alla teoria delle aperture, il nome di Mikenas rimane legato ad alcune linee di gioco della Moderna Benoni ( 1.d4 Cf6 2.c4 c5 3.d5 e6 4.Cc3 exd5 5.cxd5 d6 6.e4 g6 7.f4 Ag7), dell’Inglese (1.c4 Cf6 2.Cc3 e6 4.e4), della Nimzoindiana (1.d4 Cf6 2.c4 e6 3.Cc3 Ab4 4.Dd3!?) e a questa variante della Alekhine, difesa che egli era solito giocare con predilezione: 1.e4 Cf6 2.e5 Cd5 3.c4 Cb6 4.c5 Cd5 5.Ac4 e6 6.Cc3 d6 (le altre due continuazioni del Nero sono qui …Cxc3 e…Axc5).

Con questa mossa (6… d6) il Nero non bada al profitto materiale, ma cerca di rafforzare la sua posizione al centro; anzi, egli stesso sacrifica un pedone. Successivamente, per conservare l’iniziativa, il Bianco è costretto a cedere un pezzo, ottenendo in cambio una forte catena di pedoni. Gli sviluppi del gioco si succedono in modo interessante ed istruttivo. La variante è forse una delle più incerte della difesa Alekhine (da K.Bagirov: “La difesa Alekhine” 1971). In verità questa variante non ebbe soverchi successi quando Vladas provò a sperimentarla due volte contro Nezhmetdinov (Kazan 1947). Nondimeno è esemplare del suo stile e della sua maniera di vedere la battaglia sulla scacchiera.

Inoltre qualcuno chiama “Difesa Mikenas” anche l’apertura 1.d4,Cc6, tratto che negli anni ’60 fu spesso utilizzato dal Grande Maestro argentino Hector Rossetto.

Ma sbaglieremmo a credere che l’amico Vladas sia stato semplicemente un cultore delle aperture e un maestro delle miniature, in quanto ci ha mostrato, non di rado, di saper essere altresì un “finisseur” di rango.

Ecco una sua splendida conclusione contro l’israeliano Czerniak alle Olimpiadi di Buenos Aires del 1939:

Vladas Mikenas – Moshe Czerniak
Olimpiadi di Buenos Aires 1939

“Vladas Mikenas” (autore: Vladimir Dvorkovich, 1987, in lingua russa)

Nel 1987 fu edito a Mosca un libro (“Vladas Mikenas”) di Vladimir Dvorkovich, che riporta, commentate, 69 partite di Mikenas ed alcune impressioni di Vladas relative ai suoi incontri con Alekhine, Keres, Tartakower, Maroczy, Vidmar, Bogoljubov e tanti altri…

A partire dal 1987 Vladas partecipò al torneo internazionale di scacchi per corrispondenza dedicato al 100° anniversario di scacchi in Lituania. Non gli fu possibile finire il torneo …

La vita di un giocatore di scacchi è densa di gioie e preoccupazioni, di speranze e delusioni, ma nessuno di coloro che l’ha pienamente vissuta ha mai pensato di sostituirla con un’altra” (V.Mikenas)

Vladas Mikenas, “l’allegra zanzara, terminò di volare il 3 novembre del 1992, a Vilnius. Per il suo paese egli è stato e rimane un mito, anche se la sua carriera agonistica non ci mostra una stella di prima grandezza. Non un campionissimo sì, ma ugualmente un gran talento, un forte personaggio, un corretto giocatore, uno stimato arbitro: un vero Maestro di vita.

Nel 2005 uscì un articolo sulla storia degli scacchi in Lituania a firma di F.Fichmanas, che si soffermava a lungo sull’uomo Mikenas, così esprimendosi :

“E’ difficile descrivere il fascino di questa grande persona, sempre ospitale, sempre piacevole, sempre disposta ad aiutare o a consigliare. Lui non ha mai sentito ostilità verso chi era seduto all’altro lato del tavolo da gioco. L’avversario non doveva essere per lui un nemico, ma era semplicemente un partner ed un collega”. Ammirevole insegnamento, amico Vladas !

Nel 1997, per ricordare colui che fu pure chiamato il patriarca di scacchi lituano”, venne emesso un francobollo commemorativo, ed un secondo è stato emesso nel 2010 per celebrarne il centenario della nascita.

Vi chiedo, per finire, di soffermarvi un momento sull’immagine che ha aperto questo articolo, in cui Vladas Mikenas è l’ultimo a destra dopo Keres, Smyslov, Petrovs e Rokhlin. Riguardando il suo aperto e significativo sorriso (e quello dei suoi compagni) è piacevole concludere chiacchierate come questa di oggi, perché un sorriso è sempre un auspicio di bel gioco e di vita serena per tutti, per tutti coloro, intendo, che sanno cogliere dalla vita e dal gioco certi momenti di piacere e di costruttiva soddisfazione indipendentemente dai risultati, dalle classifiche e dai titoli conseguiti.

E’ questo, penso, anche il messaggio che l’allegro e pungente “Miki” ha voluto trasmettere con la sua carriera professionale semplice, nobile e straordinariamente ricca di apprezzamenti.


N.B.: la presente è la rivisitazione di un articolo che scrissi per il blog “SoloScacchi” nel 2014.

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1 thought on “Mikenas era Miki, l’allegra zanzara

  1. Vytautas Landsbergis, l’avversario di Mikenas nella prima foto, è anche lui un personaggio interessante: forte maestro, musicista e importante politico, primo Presidente del Parlamento lituano dopo la riconquista dell’indipendenza dall’URSS. Sembra sia ancora vivo anche se ormai quasi novantenne…

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