Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Istvan Csom (2.6.1940 – 28.7.2021)

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(Riccardo M.)
Oggi, 28 luglio 2022, ricorre il primo anniversario della scomparsa di uno dei più forti giocatori ungheresi dello scorso secolo: Istvan Csom. Ne approfitto per parlare brevemente di lui e così riempire un’altra casella di UnoScacchista che ancora (ormai non sono tantissime) era rimasta vuota.

Mi piace parlare di Csom in quanto è stato uno sportivo in tutti i sensi, al contrario di numerosi grandi maestri cui nulla o quasi interessava al di fuori degli scacchi. E mi piace in particolare perché Csom amava e praticava gli stessi due sport che anch’io ho amato e praticato in diversi momenti della mia vita, ovvero il calcio e il tennis. Soprattutto Csom era, da ragazzino e come tanti altri ragazzini suoi connazionali, un ammiratore di un calciatore che è stato un simbolo del football di Ungheria, il grande Ferenc Puskas. Lui provò ad imitarlo, ma i primi successi nei tornei di scacchi gli consigliarono presto di dedicarsi di più ai campi a 64 caselle.

Ebbi la fortuna (ero da pochi mesi tornato a Roma da una lunga trasferta lavorativa ad Urbino) di seguire dal vivo svariate partite di Csom in occasione del Torneo Internazionale del Banco di Roma del 1981, la manifestazione organizzata dall’indimenticabile M.I. Alvise Zichichi e che oggi costituisce sulle pagine del nostro Blog una seguitissima rubrica tenuta dall’amico Antonio Monteleone. Quell’anno Csom battè, quasi un giorno dopo l’altro, lo stesso Zichichi e poi Stefano Tatai e Bela Toth.

Ricordo bene le ragioni che m’inducevano a preferire le sue partite: Csom prediligeva un gioco volto all’iniziativa, aperto e leale, poco speculativo e poco legato a sottili vantaggi, le sue posizioni non erano mai troppo banali e non erano quasi mai indirizzate negli stretti vialetti della patta, neppure con i colori neri. Volendo evitare la delusione di lasciar scomparire amaramente una partita col doppio mezzo punto entro il venticinquesimo tratto, con Csom si era abbastanza certi di farcela e di assistere a momenti di gioco combattuti e vivaci.

Ricordo la fisionomia alta e l’espressione cortese del campione ungherese, gli occhiali dalle spesse lenti e dalle grosse montature, le parche giacche di velluto scuro sopra le camicie a quadri, un evidente anello alla mano sinistra. Di lui apprezzavo soprattutto la correttezza e la moderazione del comportamento (qualunque fosse l’esito delle partite), sottolineate da un’espressione del viso sempre composta e seria, a volte appena attraversata da un lieve sorriso di cortesia. In poche parole, Csom sembrava quasi il ritratto vivente del “fair play”!

Parliamo un poco della vita e della carriera di Csom, magari evitando di citare troppo la sua città natìa in quanto più di una volta mi sarebbe arduo scrivere il suo quasi impronunciabile nome: Sátoraljaújhely, città della quale, molti anni dopo, lui sarebbe diventato “cittadino onorario”.

Istvan ricordava spesso di quando, bambino, il padre lo portava con sé a giocare a scacchi fra i tavoli del dopolavoro della “Associazione degli industriali”: “ricordo che a volte dovevo persino sedermi a un tavolo con i soldati sovietici perché la situazione lo richiedeva” …

Nel 1950 la sua famiglia si trasferì a Budapest, e così ebbe modo di conoscere da vicino una seconda volta altri soldati sovietici, quelli che nel novembre del 1956 lasciarono, durante la feroce repressione della rivoluzione ungherese, ben tremila morti sulle strade della capitale. Agli inizi degli anni ’60 Istvan perse la madre, quindi si sposò e decise definitivamente di intraprendere l’attività scacchistica.

Istvan Csom divenne maestro nel 1963 e maestro internazionale nel 1967; crebbe di livello non più proprio giovanissimo, con i successi nel campionato ungherese nel 1972 e 1973, il 2° posto a Sombor nel 1972, il 1° a Olot nel 1973 e 1975, il 1° a Cleveland 1975, il 2° a San Paolo ancora nel 1973, anno in cui gli fu conferito il titolo di Grande Maestro.

Fu poi 2°-5° ad Hastings nel 1978-79 e venne a giocare, come dicevo, a Roma nel 1979 (3° posto) e 1981 (2° posto alle spalle di Korchnoi). Nel 1979 vinse a Berlino e giunse 2° a Kecskemet, fu poi 2° a Malaga nel 1981, 1° a Copenaghen 1983, 4° a Cienfuegos e ad Esbjerg nel 1984; nel 1985 1° a Jarvenpaa, nel 1986 2° a Marsiglia e 3° a Beersheba, nel 1987 1° a New Delhi e 3° a Portorose.

Si qualificò anche per un Torneo Interzonale, quello di Biel 1979: giungendo 9°-11°, non poté rientrare fra i “Candidati”.

Probabilmente le sue maggiori soddisfazioni gli vennero però dalle Olimpiadi. Quando difendeva il tricolore ungherese, il che gli accadde in carriera per ben 191 volte, Csom dava il meglio di sé stesso. Con lui la squadra magiara vinse la medaglia d’oro a Buenos Aires nel 1978 (era prima riserva, dietro Portisch, Ribli, Sax e Adorjan) e quella d’argento nelle Olimpiadi del 1970, 1972 e 1980. In quest’ultima occasione (si era a La Valletta, cioè Malta) seppe portare a casa anche l’oro individuale per la miglior prestazione in quarta scacchiera. Partecipò a ben 9 edizioni olimpiche, quasi un record!

Tra il 1964 e il 1986 ha partecipato a numerosi campionati a squadre ungheresi, vincendoli in nove occasioni. Nel 1973 collaborò con Portisch quando quest’ultimo dovette prepararsi per la sfida con Petrosjan nel Torneo dei Candidati. Dopo il 1986 proseguì l’attività scacchistica nel ruolo di allenatore, e il più noto fra i suoi allievi è stato il grande maestro Ferenc Berkes.

Delle Olimpiadi vittoriose di Buenos Aires, a Istvan Csom piaceva raccontare un aneddoto, che più o meno suonava così: “La cerimonia di premiazione fu piuttosto scarna, neppure venne suonato il nostro inno nazionale, e ci restammo tutti male. E allora, all’uscita dalla sala il nostro allenatore, Zoltan Gàbor, ci chiese che cosa volevamo fare per festeggiare meglio. Per tutti rispose il nostro leader, Lajos Portisch: ‘andiamo in chiesa e chiediamo al prete una Santa Messa in onore della nostra vittoria’. Gàbor   rimase parecchi secondi a guardare il soffitto, un po’ perplesso, ma non se la sentì di contraddire il capitano: ‘va bene, Lajos, andiamo in chiesa’ “.

E’ stato un giocatore molto longevo, Csom: nel 2001 vinse la medaglia d’argento al campionato mondiale seniores e continuò a giocare tornei fino al 2015. Probabilmente il suo segreto era quello di aver sempre saputo mantenere il fisico ben allenato grazie al tennis, che pure praticò fino a tarda età. Un altro dei meriti indiscutibili di Istvan Csom è stato quello di aver contribuito alla creazione, a Budapest, del “Museo degli Scacchi Hevesi“. In tale museo  sono conservati tutti suoi ricordi, fra i quali la medaglia d’oro olimpica conquistata a Buenos Aires nel 1978.

Concludiamo con una partita di Csom? Sì? Personalmente mi piacque questa miniatura che vi presento e che non appartiene alle partite del torneo del Banco di Roma, ma a quelle olimpiche. Siamo nel 1974 a Nizza (6-30 giugno), dove l’Ungheria, che era tra le favorite in quanto reduce dalle due medaglie d’argento nelle due edizioni precedenti, non fu troppo fortunata, chiudendo appena al 6° posto. I magiari a Nizza schierarono una formazione composta da Portisch, Bilek, Csom, Ribli, Forintos e Sax. E noi vediamo la partita, dall’incontro Ungheria – Malta:

Wilfred Attard – Istvan Csom
Nizza 7.6.1974

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