Spazio al Congresso di Londra 1922 con Daily Telegraph e Gunsberg
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(Riccardo M.)
Il Daily Telegraph è una istituzione in Gran Bretagna. Il foglio londinese, spesso chiamato semplicemente “Telegraph”, fu fondato nel 1855, e nel 1871 già divenne il quotidiano più venduto al mondo con le sue 240.000 copie di media giornaliera.
Il gioco degli scacchi poté diffondersi in Gran Bretagna anche (o soprattutto) grazie allo spazio che seppe dedicargli la stampa locale. In Italia non fu esattamente la stessa cosa, e oggi continua, purtroppo, a non essere la stessa cosa: abbiamo internet, è vero, ma non basta, anche perché in rete entrano quasi esclusivamente coloro che già sono appassionati. Purtroppo da noi in Italia la carta stampata si ricorda degli scacchi solo quando si gioca il campionato del mondo (perfino le Olimpiadi -con rare e meritorie eccezioni- vengono snobbate).
Ancor oggi il Daily Telegraph ha da vari decenni una rubrica (“colonna”) fissa dedicata al nostro gioco. La tiene un nome molto celebre, quello dello scrittore, giornalista e maestro internazionale Malcolm Pein, ex bambino prodigio. Pein, nato il 14 agosto del 1960, è anche l’editore della rivista “Chess Magazine”.

Nel 1922, all’epoca del Grande Congresso di Londra, scriveva sul Daily Telegraph un’altra nota firma del tempo, quella del cosiddetto “Mephisto” degli scacchi, l’ungherese naturalizzato inglese Isidor Gunsberg (1854-1930). Di lui abbiamo già parlato nel post “Wilhelm Steinitz b. Isidor Gunsberg“.
Oggi non parliamo di Gunsberg, ma lo ascoltiamo. Oggi fingiamo di tornare all’estate del 1922, di sederci comodamente su una panchina all’ombra della rigogliosa e fresca vegetazione di Hyde Park, nei pressi del grazioso laghetto artificiale (“Serpentine Lake”) che divide da secoli il parco stesso dai Giardini di Kensington, quindi sfogliare le pagine del Daily Telegraph e fermarci sulla colonna scacchistica.
Cosa troviamo? Troviamo i commenti di Isidor Gunsberg alle partite della grande manifestazione in corso in città. Dalla nostra borsa estraiamo una scacchiera (rigorosamente di legno, ad accordarsi con il luogo) ed iniziamo a ricostruire la partita che è riportata oggi sul quotidiano londinese. Si tratta della
Milan Vidmar – Efim Bogoljubov
Londra, 5.8.1922
Mi sto affezionando al Daily Telegraph e al buon Isidor Gunsberg, così come a questo luogo incantevole di Londra e a questa dolce panchina. Sfoglio un secondo numero, di qualche giorno prima, e trovo una seconda partita. E’ una miniatura di un campione. Ed è ancora Gunsberg a commentarla. La guardiamo insieme? Sì?

Charles Gilbert M. Watson – Alexander Alekhine
Londra. 1.8.1922
Lo spazio che abbiamo dedicato al Congresso di Londra del 1922 finisce qui. Big Ben ha detto che può bastare (per ora). Si chiude così il trittico, del quale queste erano le due precedenti puntate:
- La figuraccia dei maestri italiani al Congresso di Londra del 1922
- Le impressioni di Capablanca sul Congresso di Londra del 1922
E si chiude, forse non a caso, con una partita del maestro Alekhine, proprio colui che, 5 anni più tardi, nel 1927, sarebbe succeduto sul trono mondiale a Capablanca, il gran vincitore del Torneo principale del Congresso di Londra del 1922.
Ci lasciamo con un augurio: che nel 2032 o nel 2042 una manifestazione di questo livello e di questo tipo si ripeta più vicino a noi italiani e che stavolta possa chiamarsi Congresso di Roma o Congresso di Milano o Congresso di Palermo. E che i giocatori italiani possano brillare un po’ più di allora. Difficile? Sì, ma non si sa mai, tutto può succedere da domani in poi … nel male e nel bene!