Wilhelm Steinitz b. Isidor Gunsberg
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(Riccardo M.)
Mica è stato tanto facile per il grande Steinitz, da almeno due decenni numero uno al mondo, superare a New York l’anglo-ungherese (era nato a Pest) Gunsberg per il titolo mondiale nel 1890-91! I pronostici lo davano per superfavorito, eppure dopo 5 partite era in vantaggio Gunsberg (che vinse la numero 4 e la 5).
Del resto negli anni ottanta del diciannovesimo secolo di vittorie e piazzamenti in torneo Gunsberg ne ottenne in abbondanza e nel 1890 pattò (11,5-11,5) il match di L’Avana con il russo Chigorin, che era considerato l’anti-Steinitz per eccellenza. Qualcuno ha calcolato per Gunsberg, sulla base dei suoi risultati, un punteggio Elo virtuale intorno ai 2740 punti. Niente male, che volete di più? Gunsberg era a quel tempo lo sfidante più temuto da tutti, eppure la storiografia scacchistica successiva lo ha sempre un po’ ingiustamente sottovalutato.
Ma con la settima partita, che Steinitz vinse alla grande, il match di New York ebbe il punto di svolta e il boemo concluse 6 a 4 con 9 patte, quindi con 2 punti di vantaggio (per l’epoca non molti).
Eccola, la settima, con il diagramma che mostra la posizione dopo il ventunesimo tratto del nero.

22. Txf6! gxf6 (se 22. … Dxf6 23.d7 Ted8 24.Dxa8 Txa8 25.Tc8+ Dd8 26.Txa8 Dxa8 27.Ae7 e vince) 23.d7 Tg8 24.dxe5 Tg5 25.Dxa8 Dxa8 26.Tc8+ Tg8 27.Txa8 Txa8 28.e6 1-0
Nonostante tutto, Gunsberg (1854-1930) restò famoso, più che altro, per essere stato per quasi 30 anni di seguito il redattore della rubrica di scacchi sul “Daily Telegraph”. E sapete perché invece è famoso Steinitz? Beh, per …. aver avuto la fortuna di portare lo stesso cognome di un celeberrimo circolo di scacchi romano di fine Novecento ed oltre.

Isidor Gunsberg, il “Mephisto” degli scacchi, seguì da bambino la famiglia in giro per l’Europa (il padre era un mercante ebreo), e a 13 anni imparò il gioco a Parigi, al Café de la Regence, dove faceva il barista. A 25 anni decise di diventare giocatore professionista.
Ancora era attivo nel 1911, quando in Italia partecipò al torneo di Sanremo e fu 6° con 5,5 su 9 (vinse lo svizzero Fahrni, ma Gunsberg aveva già 57 anni).
Una stranezza di quel match mondiale di New York ’90-‘91: nella diciannovesima e ultima partita fu siglata la patta, che a Steinitz era sufficiente per vincere il match. Ma Gunsberg propose di continuarla amichevolmente, “fuori gara” e con una piccola posta. Steinitz accettò e la vinse.
E qui sopra, invece, siamo balzati nel 1925 a Marienbad. Riconoscete Gunsberg (quella volta solo giornalista)? E riconoscete i due co-vincitori di quel torneo, cioè Nimzowitch e Rubinstein?
Ho accennato a Mephisto, l’automa dietro il quale si celava Isidor Gunsberg (gli era facile perché piccolo di corporatura). Nella sua “storiascacchi”, Claudio Sericano ricorda un curioso particolare: “nel 1879 Mephisto (Gunsberg) fece una trionfale tournèe, vincendo tutte le partite, eccetto quelle con le signore, nelle quali, dopo aver raggiunto una posizione vincente, si faceva battere”.
Se vi va di leggere qualcosa di più sul match, potete consultare questo sito.
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