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Kasimdzhanov: I top player di oggi saranno presto campioni del passato

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"La partie anglaise d'échecs" di Pierre Lohner (1934-2008)

(Uberto D.)
Se gli anni tra il 1990 e il 1994 sono stati un periodo d’oro per quanto riguarda i talenti scacchistici (da Karjakin a Giri passando per Carlsen, Nepomniachichi e Caruana), sembra proprio che i nati tra il 2003 e il 2006 siano destinati a sostituirli ai vertici del nostro gioco. Come scritto venerdì, sono già 5 i junior sopra i 2700 (con in testa Firouzja) e almeno altrettanti stanno rapidamente salendo le classifiche.

Al di là dell’osservazione che sembra puramente scacchistica, è vero che la possibilità per un giocatore di raggiungere i vertici agonistici dipende fortemente dal numero degli inviti a supertornei che riceve. Se infatti da un lato è ovvio che tutti devono iniziare dai vari Open in giro per il mondo, senza qualche invito a tornei di punta è difficile fare il salto sia di qualità sia di Elo che serve per essere riconosciuti e, quindi, ricevere altri inviti.

Le manifestazioni della FIDE per fascia di età sono sicuramente utili, ma probabilmente l’unico palcoscenico sul quale anche i giovani rampanti hanno modo di brillare sono le Olimpiadi, e le ultime di Chennai ne sono state la conferma. Addirittura i campioni hanno un’età media sotto i 20 anni e la squadra 2 dell’India (quella composta dai junior, con l’eccezione di Adhiban che ha sostituito Erigaisi promosso nella prima squadra) ha fatto meglio della squadra ufficiale.

Con queste premesse, il commento che ho sentito fare on line da Rustam Kasimdzhanov durante la recente Sinquefield Cup fotografa perfettamente la situazione “Questi giocatori, o almeno alcuni di loro, ancora si comportano come se fossero padroni del mondo, quando in realtà diventeranno presto i campioni dimenticati del passato“.

Kasimdzhanov non è uno qualsiasi. Oltre ad essere stato Campione del Mondo FIDE, è uno degli artefici della crescita del movimento scacchistico in Uzbekistan (culminato con la recente vittoria alle Olimpiadi); ha inoltre aIlenato per molti anni Caruana, accompagnandolo fino al match mondiale contro Carlsen. Il suo commento è decisamente tagliente, ma è basato sull’osservazione che molti dei giovanotti di oggi (ad esempio il citato Erigaisi) otterrebbero migliori risultati di qualche “big name” che è invitato regolarmente ai tornei principali. Senza mettersi a fare l’esegesi di ciò che ha detto o fare ipotesi sui giocatori a cui si stesse riferendo, è chiaro che l’ascesa meteorica di molti giovani male si accorda con i tempi degli organizzatori.

Con l’eccezione dei  molti tornei online (e da questo punto di vista il Meltwater Chess Champion Tour di Carlsen ne è il perfetto esempio), i tornei tradizionali sono organizzati con molti mesi di anticipo ed è praticamente impossibile prevedere che tra 6-8 mesi un junior sarà arrivato alla ribalta.  Ad esempio, la presenza di Niemann alla Sinquefield Cup è stata possibile solo grazie alla rinuncia di Richard Rapport, altrimenti la nuova ondata di cui parlavo all’inizio sarebbe stata rappresentata solamente da Firouzja (ormai di fatto un big).

Grand Chess Tour 2022 – Firouzja con le due coppe per i suoi primi posti (Lennart Ootes)

Solo il Tata Steel di Wjik aan Zee ha fatto sempre vanto di invitare giovani promesse, tipicamente al torneo minore e l’anno dopo, in caso di vittoria, al torneo principale. Questa è la trafila seguita da Carlsen, come da altri come Esipenko (che sconfisse addirittura Carlsen) e per l’anno prossimo da Erigaisi. Firouzja, invece, ha… saltato la fila, ma il suo talento era troppo evidente per aspettare un anno per vederlo nel torneo principale.

La domanda in effetti è proprio per gli organizzatori dei grandi tornei classici: darete la possibilità ai vari Gukesh, Abdusattorov (che ieri ha compiuto 18 anni, auguri!), Niemann, Praggnanandhaa, Keymer e colleghi di giocare sui grandi palcoscenici anche a costo di non invitare qualche giocatore tra i 30 e i 40 anni ai vertici della classifica Elo?

Una foto dal torneo di SItges del dicembre 2018, ben 4 anni fa!; da sinistra Raahil Mullick, Gukesh D., Praggnanandhaa, Nihal Sarin

Tanto per dimostrare quanto siano bravi questi ragazzi, riporto velocemente le due ultime partite giocate da Gukesh al Campionato a Squadre spagnolo: si va da un sacrificio di qualità posizionale a un attacco ricco di temi tattici. Due partite tutte da gustare, che vi propongo solo con qualche commento leggero.


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