Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

I Tornei Internazionali di Scacchi del Banco di Roma: Pierluigi Passerotti

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(Antonio M.)
Arriviamo finalmente, dopo aver peregrinato tra Francia, Spagna, Ungheria e Germania, ad un altro giocatore italiano: Pierluigi Passerotti per gli amici “il Passero”!

Pierluigi è stato per me l’incarnazione della “normalità” negli scacchi. Longilineo, di media altezza, bella presenza e con gli occhiali (che io ho sempre portato fin dai primi anni di età), che spesso nell’immaginario comune è il sinonimo del “giocatore forte”, era l’antitesi del personaggio che sembrava avesse fatto degli scacchi l’unica ragione di vita. Non l’ho mai visto tenere atteggiamenti arroganti e fastidiosi, ma sempre con una linea di condotta inappuntabile sia alla scacchiera che fuori e poi, quando le cose giravano bene, sfoderava un bel sorriso che lo faceva diventare anche simpatico!

E sì, perché è anche lui di Roma, e si sa quanto fuori dalla nostra città, spesso ma non sempre, il romano sia ritenuto simpatico e socievole e questo, per noi tifosi, era un valore aggiunto che andava valorizzato con un po’ di campanilismo che, in questi casi, non guasta mai.

Quando l’ho contattato per avere qualche informazione diretta di chi quei tempi li ha vissuti da protagonista, ho scoperto poi una persona sentimentale, che è stata travolta dai ricordi di un’epoca oramai andata.

La squadra del Banco di Roma con Mariotti, Passerotti, un inedito Zichichi con la barba e Valenti

Antonio, mi avevi chiesto ricordi e foto dei gloriosi tornei FIDE del Banco di Roma, il mio colpevole ritardo è causato dalla nostalgia. Rimpiango quel tempo, non mi rendevo conto di quanto fosse bello. Tu eri un po’ più giovane di me e io, come te, ero un appassionato di scacchi ma baciato dalla fortuna. Il funzionario del Banco di Roma e ottimo Maestro (poi divenne anche Maestro Internazionale) Alvise Zichichi, aveva proposto al presidente di quella banca di assumere l’astro nascente Sergio Mariotti e un paio di giovani emergenti maestri romani: Giuseppe Valenti e io. Impiegai un anno per decidere, allettato dall’idea di fare degli scacchi una specie di professione, ma attratto anche dallo studio di matematica e fisica…”

Sì, la genesi di questi tornei può essere attribuita all’indimenticato Alvise Zichichi, che con il suo intervento fece sì che i giovani più promettenti venissero assunti dal Banco di Roma per poter portare in alto, anche in ambito scacchistico, il nome della banca. L’idea era quella di creare una squadra competitiva a livello europeo e di fare dei tornei internazionali per permettere ai giovani scacchisti italiani di poter prendere i titoli di IM e GM. E nel gruppo entrò anche il Maestro pontino Olivier Tassi, anche lui assunto dalla banca, e il CM di Varese Ermanno Pernisco già dipendente della stessa. A rinforzare la squadra quando si giocavano i Campionati Europei, veniva schierato anche il forte IM Stefano Tatai, che ha fatto la storia dello scacchismo italiano, insieme al suo alter ego, il GM nazionale Sergio Mariotti.

Però, benedetto figliolo, ti offrono un posto in banca, e che banca (!), ti propongono di entrare nella squadra del loro gruppo scacchistico, un sogno per la maggior parte dei giovani scacchisti, e ci metti un anno per decidere?? Ma dai! E poi per studiare Matematica e Fisica, materie odiate dall’ottanta percento degli studenti? Quasi quasi mi viene da ritirare quel “…incarnazione della normalità“ sopra scritto!!

Un giovane Passerotti, con i classici basettoni anni Settanta in un incontro a squadre tenuto per il Banco di Roma

Dei tornei del Banco di Roma, iniziati nel 1976, ricordo il secondo del 1977, quando per la prima volta vi partecipai con un punteggio Elo di 2380, guadagnato anche in tornei importanti (Imperia, Venezia, campionati italiani assoluti), ma quando iniziai ad affrontare i veri GM dei tornei a inviti iniziò la discesa: giunsi ultimo. Tre anni dopo arrivai penultimo ma nel 1979 ebbi il piacere di rivedere il giovane GM ungherese Pinter che avevo conosciuto anni prima al campionato europeo under 20 quando avevo 16 anni. In quell’occasione Pinter fu secondo per spareggio tecnico dietro il russo Makarichev. Al Banco di Roma del 1979 arrivò primo con 7,5 davanti al nostro GM Mariotti con 7. Insomma, mi sentivo compartecipe dei grandi giocatori pur non essendone all’altezza.

Nel 1980 giunsi buon terzo nel torneo B: Zichichi aveva sdoppiato la manifestazione per non rendere troppo duro il confronto di noi giovani italiani. Nell’edizione del 1982 Korchnoi fu invitato per la prima volta ma Pinter fu primo!  Terzo il nostro Mariotti che l’anno dopo sconfisse Korchnoi facendo scoppiare in un grande applauso gli spettatori in sala. Del torneo B del 1981 ho un ricordo particolare: mi resi conto che Carlo D’Amore era diventato molto forte. Aveva resistito alla mia Spagnola di cambio e stava per cadere in una trappoletta che avevo teso, quando, nello zeitnot in cui si trovava, fermò la mano a mezz’aria… si era accorto dell’imboscata e scelse una replica adeguata. Fortunatamente per me il suo zeitnot lo indusse in imprecisioni e pareggiai una posizione nettamente inferiore. Nel 1983 il migliore degli italiani nel torneo B fu il napoletano Iannaccone (altro amico di cui non ho più notizie mentre ogni tanto sento Giacomo Vallifuoco, Mario Cocozza e vedo Antonio Martorelli che caparbiamente combatte ancora sulle 64 caselle). Nel torneo A non giocò Mariotti mentre Pinter arrivò di nuovo primo e il giovane Messa, appena laureatosi campione italiano e perciò inserito nel gruppo A, giunse ultimo, come accadde a molti di noi giovani in quei fortissimi tornei del Banco di Roma. Il confronto con giocatori davvero forti diede certamente dei frutti, Arlandi , Messa, Sanna, Ceschia, Cocozza, io maturammo anche grazie alle Olimpiadi di Malta e di Lucerna. Io fui nella squadra italiana in entrambe quelle olimpiadi e nel 1988 finalmente ottenni il mio migliore risultato, vinsi il torneo B con norma di maestro internazionale.”

Mamma mia cosa ho scatenato! Come un fiume in piena Pierluigi si è fatto travolgere dai ricordi e li ha buttati lì uno dietro l’altro, così come gli sono venuti in mente, senza filtri e ripensamenti e per questo più genuini.

È anche vero che questo tumultuoso elencare gli eventi a braccio, portano Pierluigi a sovrapporre qualche situazione e qualche data. Infatti, Korchnoi fu invitato per la prima volta nel 1981, e vinse il torneo con uno strepitoso 8 su 9, distanziando i secondi di ben due punti e mezzo! La famosa vittoria di Mariotti arriva l’anno dopo, con Pinter che vince il torneo per spareggio tecnico proprio su Korchnoi. Mentre per la partecipazione di Roberto Messa (il primo giocatore italiano di cui abbiamo parlato in questa serie dedicata ai Tornei del Banco di Roma), in realtà lui l’anno in cui era Campione Italiano in carica non venne invitato al torneo “A”, ma a quello “B”, con sua forte delusione: “Ricordo però anche la frustrazione per non essere stato invitato al torneo A nel 1982, quando ero campione italiano in carica,…”.

Di sicuro, Pierluigi è stato uno dei pochi italiani a raggiungere in questi tornei uno degli obiettivi prefissati: conseguire una norma internazionale e, nel suo caso, quella di Maestro Internazionale. Purtroppo, poi, non è riuscito a confermarla rimanendo in ogni caso a lungo un FM (Maestro Fide) di fascia alta.

È stato poi uno dei pochi a partecipare a quasi tutte le edizioni del torneo, risultando assente in quella del 1976, per assolvere all’obbligo del servizio militare e in quello del 1983, dove ho i bollettini cartacei del torneo a certificarlo.


Vediamolo ora in azione in una partita a cui tiene molto, perché giocata contro un forte e conosciuto GM inglese.


Ma quella che segue, a mio avviso, è sicuramente più prestigiosa, perché coglie un risultato importante contro uno dei più forti giocatori ungheresi dell’epoca e il primo in lista ELO del torneo.


Ancora una patta di prestigio contro un forte GM, il croato Marovic, sempre nel 1979, fa capire che il gioco c’è, ma certo, come ammesso dallo stesso Pierluigi, giocare con tanti giocatori forti non è facile e i miglioramenti sono un imperativo se si vuole competere ad alto livello.


Ed eccoci ora alle partite del 1988, che ha visto il suo apice in questi tornei, con la vittoria di quello B e il conseguimento della Norma di Maestro Internazionale.

Quella che segue è la vittoria contro il forte Maestro Mario Cocozza, figlio della scuola napoletana che generò altri giocatori importanti come Vallifuoco, Iannaccone e Martorelli che ebbero nel grande Giorgio Porreca il loro mentore.

Beh, diciamo che Pierluigi quando c’è da complicare non si tira indietro e questa partita ne è stato un buon esempio.


Finiamo questa carrellata con un’altra vittoria contro un maturo GM jugoslavo con l’ELO un poco in flessione, ma pur sempre di buon livello. Un esempio di come condurre una partita sempre sul filo dell’equilibrio, cercando di posizionare al meglio i propri pezzi per raggiungere un piccolo vantaggio che è la base per ottenere quello che poi può diventare decisivo.


E dopo la vittoria di questo torneo B del 1988, i Tornei del Banco di Roma terminarono, come se avessero aspettato la vittoria di un italiano per chiudere i battenti.

Sempre seguendo le parole di Pierluigi: L’epopea del Banco di Roma stava finendo. Valenti si era licenziato, Mariotti si stava impegnando molto nella carriera bancaria mentre io scoprivo di essere incompatibile con quel tipo di lavoro. Soprattutto il Banco di Roma stava declinando e finirono le sponsorizzazioni sportive. Alcuni anni dopo il meraviglioso centro sportivo del Banco di Roma fu venduto. Io mi licenziai per diventare editore della Prisma affiancando il mio caro amico Domenico Malan che l’aveva fondata. Dopo un paio di anni passai editore di Torre & Cavallo e lasciai la Prisma. Poi lasciai edizione e direzione a Roberto Messa. Nonostante l’età ancora gioco con qualche successo in tornei e mi piace impegnarmi in ambito associativo regionale facendo tesoro dell’esperienza maturata in Consiglio FSI.

Dell’epopea del Banco di Roma ormai pochi sanno che cosa fu…P.S.: temo di apparire egocentrico parlando dei tornei a inviti del Banco di Roma con l’obiettivo puntato su di me, ma ero uno degli attori sempre presenti sotto la regia di Zichichi; c’è anche un messaggio che viene da quel passato che vorrei esprimere per l’utilità degli scacchisti. Da giovani si pensa facilmente che il passato sia roba vecchia, superata, di scarso interesse. Più si invecchia, però, e più si prova interesse per la storia e si scopre il senso che il passato dà al presente e al futuro. Gli scacchisti di oggi devono molto a coraggiosi autodidatti (oggi tutti hanno trainer, libri, riviste e strumenti informatici), editori, scrittori, commercianti di scacchi che hanno fatto appassionare e migliorare il movimento scacchistico. Quanto c’è di buono è il risultato di persone che si sono impegnate nell’organizzazione di eventi importanti; penso al Conte e presidente Giancarlo Dal Verme (mecenate quando la FSI era debolissima) cui succedette l’esplosivo organizzatore di grandi tornei Nicola Palladino che, grazie alle sue conoscenze politiche ed economiche poté organizzare il super torneo di Milano del 1975 (dove Mariotti pareggiò con Karpov!) e il match mondiale di Merano 1981 tra Karpov e Korchnoi, evento nel quale fui nello staff organizzatore. Poi si impegnarono come presidenti Mariotti e Zichichi, con i quali ho lavorato in Consiglio FSI. Tutti animati di spirito di servizio, spirito che ha animato anche Pagnoncelli e oggi Luigi Maggi, dalle grandi competenze amministrative. Mariotti e Zichichi sono stati, oltre che nell’agonismo, i personaggi più importanti nel panorama scacchistico italiano dagli anni ‘70 fino all’inizio del terzo millennio; ecco il messaggio del passato: che i giovani emulino la loro voglia di servire gli scacchi!”

Foto in qualche verso di carattere storico: scattata verso la fine degli anni Ottanta nella casa di Giulio Savelli (editore di Torre & Cavallo e uomo politico), con parte della squadra del Banco di Roma con Tatai, Mariotti, Passerotti e D’Amore e con la pittrice e scacchista, nonché Vicepresidente FSI nell’era di Mariotti Presidente, Daniela Romano. Abbiamo lasciato per ultima la ciliegina sulla torta della presenza dell’allora Campione del Mondo Anatoly Karpov, invitato a tenere una simultanea a Roma organizzata proprio dal vulcanico Savelli.


Che dire? Penso nient’altro, perché praticamente tutto l’ha scritto Pierluigi, che si è dimostrato un personaggio indomito, dalle scelte coraggiose e definitive, con una grande passione per gli scacchi viva ancora oggi nonostante abbia ridotto la componente agonistica, affrontata oramai solo per diletto e piacere.

Passerotti versione istruttore (Foto tratta dal sito www.unichess.it/istruttori/)

Penso che una figura come la sua possa ancora dare tanto ai giovani scacchisti, con la sua esperienza e le sue conoscenze che possono essere riversate nell’insegnamento. Infatti, tra le altre attività, lui fa parte dello staff degli istruttori di “Unichess – l’Università degli scacchi” del GM Roberto Mongrazini che propone corsi di scacchi a tutti i livelli.

Chissà, forse il trasferire la propria passione e le proprie conoscenze ai più giovani, è il suggello di un modo di vivere gli scacchi ad alto livello, perché questo non è solo rappresentato dai successi sportivi, ma anche dall’entusiasmo e dalla passione che si riesce ad infondere agli altri.


PS: Naturalmente, il riferimento alle “odiate” materie di Matematica e Fisica è da prendere come “un’esigenza scenica da copione”! Sono entrambe delle materie fondamentali e se è pur vero che non sono amate da tutti gli studenti, sono di grande importanza, sia nella teoria che nella pratica, anche di tutti i giorni. E Pierluigi, evidentemente, ne era un appassionato.

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