Uno Scacchista

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I Tornei Internazionali di Scacchi del Banco di Roma: Gyula Sax

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Gyula Sax (Foto © Europress Fotóügynökség)

(Antonio Monteleone)
“La spia che venne dal freddo”, “La spia dagli occhi di ghiaccio”: sembrano quasi i titoli di film o di libri riconducibili allo scrittore John Le Carrè, scrittore britannico famoso per aver scritto quasi esclusivamente opere legate allo spionaggio e alla guerra fredda, e lui stesso al servizio della famosa agenzia di spionaggio MI6, per intenderci quella a cui faceva riferimento James Bond il famoso “Agente Segreto 007”.

Noi, naturalmente, parliamo di un giocatore di scacchi: Gyula Sax. Di media statura, magro, folta capigliatura nera e… due occhi che si chiudevano fino a diventare due fessure dalle quali, nei momenti concitati della lotta sulla scacchiera, sembravano fuoriuscire dei fasci di luce quasi a voler “affettare” l’avversario. Parco di sorrisi, sembrava quasi aleggiare su di lui quell’alea di mistero alimentata dal luogo di provenienza e dagli strascichi della Guerra Fredda che stava lì lì per finire. Questa, naturalmente, era una mia personalissima sensazione perché, altrettanto naturalmente, lui era solo un fortissimo giocatore di scacchi.

Partecipò a tre tornei del Banco di Roma, nel 1984, 1985 e 1986. Alla sua prima apparizione, che io ricordo meglio delle altre, mise fine al predominio del connazionale Pinter, che nelle sue tre precedenti apparizioni fece l’en plein vincendole tutte, imponendogli una sconfitta nello scontro diretto e avviandosi a vincere il torneo.

Il “Golden Team” ungherese campione olimpico nel 1978: da sinistra Portisch, Ribli, Sax, Adorjan, Csom e Vadasz (Dal sito azevlegjobbsportoloja.hu)

La sensazione fu subito quella di trovarsi di fronte ad un giocatore di livello superiore. Beninteso, non che Pinter non fosse forte, anzi era il nostro idolo, ma ci sono quelle sensazioni alle quali non sai dare un perché e questa era una di quelle. La cosa forse poteva essere stata influenzata dalla conoscenza dei suoi risultati, come la vittoria nel 1978 delle Olimpiadi di Scacchi tenute a Buenos Aires, ottenuta con la squadra ungherese che meritò l’appellativo di “The golden team”. Lui prese, tra l’altro, la medaglia di bronzo per il risultato conseguito in terza scacchiera. Questo trionfo interruppe il predominio assoluto delle squadre russe, predominio che però riprese con forza dopo questo “incidente di percorso”, cosa che diede ancora più valore a questo successo. In squadra c’erano nomi come Portisch, Ribli, Adorjan, Csom e Vadász come già menzionato quando abbiamo parlato di Pinter. La squadra ungherese sfiorò un’altra vittoria nel 1980, conquistando un argento che già era stato preso nell’Olimpiade del 1972.

Sax vinse anche due campionati ungheresi nel 1972 e 1977 e divenne Grande maestro nel 1974, presentandosi con un palmarès di tutto rispetto che mi fece pensare che questa volta per il nostro beniamino, Jozsef Pinter, sarebbe stata veramente dura.

Ricordo che guardai con interesse il suo modo di trattare la Difesa Siciliana nella variante Scheveningen che giocava di Nero, perché all’epoca era la stessa difesa che giocavo anch’io. Quello che più temevo era l’attacco Keres, ancor oggi considerata una delle armi più pericolose a disposizione del Bianco, e vederglielo giocare in diretta con il Nero, fu veramente emozionante.



Una partita sul filo del rasoio, tipico della Difesa Siciliana.

Ecco poi arrivato il giorno del grande scontro: il derby ungherese Sax – Pinter!

Guyla Sax al Torneo AVRO del giugno 1973 (Hans Peters / Anefo)


Pinter non la prese molto bene. Mentre rianalizzava la partita con Sax, lo si vedeva palesemente contrariato, con la faccia scura ed ampi gesti delle mani come a dire che la sua posizione era buona e indicando proprio il Cavallo in f4 come un suo punto di forza.

Alla fine, Sax vinse il torneo, arrivando a pari punti con uno strepitoso Tatai, che fallì la norma di GM e la vittoria del torneo in solitaria per un soffio, non riuscendo a vincere all’ultimo turno contro Mednis.

L’anno successivo approdò al torneo un altro grande nome, il forte e solido GM svedese Ulf Andersson che la spunterà su Sax, complice anche un imprevisto stop di quest’ultimo contro l’eclettico GM spagnolo Bellon Lopez, che non fece un gran torneo ma, nella sua unica vittoria, prese uno “scalpo” importante.

Ecco Sax esibirsi lui, in questa edizione del torneo, in un Attacco Keres contro la Difesa Scheveningen. D’altronde, si sa bene che ci sono delle varianti che inevitabilmente ti troverai ad affrontare sia di Bianco che di Nero.



Il Torneo del 1986 vedrà di nuovo l’accoppiata Sax Andersson ai primi posti, con Sax che la spunterà per spareggio tecnico.

Di quel torneo ecco un fascinoso Gambetto Jaenish della Partita Spagnola, oramai scomparso agli alti livelli, ma che a me è sempre piaciuto e guardato con interesse. La partita, tra l’altro, presenta anche un quesito nella sua mossa conclusiva.



Ed ora il piccolo quesito accennato prima, considerato che io non vidi questa partita dal vivo: il Bianco avrebbe vinto facilmente con 32.♔e2 mentre dopo la mossa del testo il Nero, dopo lo scacco in g1, riesce a raggiungere un finale con due Torri contro la Donna, decisamente inferiore ma ancora giocabile. Quindi, il quesito è: il Nero nella posizione finale, ha abbandonato, ha perso per il tempo, oppure l’ultima mossa del Bianco è stata riportata errata? Naturalmente a questa domanda potrebbe rispondere facilmente chi vide la partita dal vivo! Insomma, una domanda thrilling in una partita altrettanto… thrilling!

Infine, che dire? Una partita intensa, che dimostra come le posizioni taglienti siano difficili da maneggiare anche agli alti livelli e dove, a volte, qualche “volo pindarico” viene fatto anche da forti giocatori alla ricerca del tatticismo a tutti i costi, con una lotta dalla quale emerge chi ha i nervi più saldi.

Guyla Sax al torneo IBM di Amsterdam del luglio 1979 (Hans van Dijk / Anefo)

Sax è stato uno dei più forti giocatori ungheresi, partecipò a ben dieci Olimpiadi con la squadra del suo paese e raggiunse il Torneo dei Candidati due volte, tornei che, in entrambi i casi, si giocarono con la formula dei match ad eliminazione diretta: dopo aver vinto l’Interzonale di Subotica nel 1987 e perdendo poi il match contro Nigel Short (giocato a Saint John l’anno dopo) e dopo essersi qualificato all’Interzonale di Manila nel 1990, perdendo poi il match agli spareggi rapidi contro l’inossidabile Victor Korchnoi (giocato a Wjik aan Zee nel 1991), allora sessantenne!

Scompare prematuramente e improvvisamente a soli sessantadue anni nel 2014, per un probabile attacco cardiaco.

Uno dei più toccanti ricordi è stato quello di Judit Polgar scritto nella sua pagina Facebook:

Gyula Sax was one of the greatest chess players of Hungary. He was the first GM who treated me as a fellow chess player when I was only 9 years old. He was ready to analyze positions with me, and shared ideas and by doing so he gave me a lot of self-confidence. Later I met him in many different occasions, we played against each other, and played in the national team together. He was also an Olympic gold medalist and a fantastically energetic attacking player!

“Gyula Sax è stato uno dei più grandi giocatori di scacchi d’Ungheria. È stato il primo GM che mi ha trattato come una compagna di scacchi quando avevo solo 9 anni. Era pronto ad analizzare le posizioni con me e condividere idee e così facendo mi ha dato molta fiducia in me stessa. Successivamente l’ho incontrato in tante occasioni diverse, abbiamo giocato una contro l’altro, e giocato insieme in nazionale. È stato anche medaglia d’oro olimpica e un attaccante incredibilmente energico!”

Guyla Sax contro Jan Timman al torneo Wijk aan Zee del 1981 (Rob Bogaerts / Anefo)

A me rimane il ricordo di un forte giocatore visto dal vivo, con un modo di giocare tagliente, sempre con l’obiettivo di prendere l’iniziativa e con quell’aria costantemente seria e misteriosa che mi è rimasta impressa, facendolo entrare tra i miei giocatori preferiti. Ma, soprattutto, mi rimangono impressi quegli occhi che sembravano farti una radiografia istantanea quando incrociavi il suo sguardo, occhi che si riducevano a fessure, come a guardarti di soppiatto quasi a interrogarti come, appunto, quelli di … una spia!

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1 thought on “I Tornei Internazionali di Scacchi del Banco di Roma: Gyula Sax

  1. Bel ricordo del GM Sax.
    Ci tengo a raccontare che ebbi il piacere di invitare a cena a casa mia Andersson, Sax e sua moglie (discreta giocatrice), non ricordo se ci fosse anche Mariotti, fu una bella serata. Sax e la moglie non erano affatto freddi, forse seri, sicuramente non erano superficiali. Chissà se la moglie è ancora viva, lo spero.

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