Uno Scacchista

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Ding Liren: “Il significato della vita è in quei momenti scintillanti”

10 min read

(Uberto Delprato)
Il match mondiale di Astana ha fatto scoprire agli appassionati di tutto il mondo non tanto il giocatore Ding Liren, che aveva incantato tutti negli anni immediatamente prima della pandemia, ma il personaggio Ding Liren. L’ammissione delle sue difficoltà, la resilienza dimostrata nel recuperare un match apparentemente deciso, il coraggio di prendere decisioni ad alto rischio e anche la sua reazione emotiva alla vittoria ci hanno consegnato un Campione del Mondo molto diverso dai suoi predecessori.

Nessun atteggiamento di superiorità o misteriosa imperturbabilità, ma l’apparente semplicità di un eccellente giocatore con una ricca vita interiore, alla ricerca di tranquillità e stabilità in contrasto al tormento del combattimento e della anelata perfezione di calcolo alla scacchiera.

Di Ding Liren sappiamo poco sia perché non gradisce essere al centro dell’attenzione, sia perché non molto di ciò che viene scritto su di lui in Cina riesce ad arrivare sulle riviste e i periodici occidentali. Tempo fa mi sono imbattuto in un post su Reddit scritto dall’utente “Moon_riseat_noon” che ha raccolto un buon numero di frammenti da interviste al Campione del Mondo pubblicate sui media cinesi. A lui va il mio ringraziamento per il suo lavoro, senza il quale questo post non avrebbe mai visto la luce.

Quello che vi propongo oggi è la traduzione di quelle interviste, una compilazione di notizie e racconti che aiutano a comprendere meglio la complessità e la ricchezza interiore di un giocatore salla personalità decisamente non banale.


I genitori e l’infanzia

Il padre di Ding è un ingegnere elettrico e sua madre è un’infermiera. La coppia non era solita andare a vedere il figlio giocare: “È una competizione in cui la tua presenza non aiuta molto la performance e, anzi, potrebbe distrarlo“.

Ding ha imparato a giocare a scacchi quando aveva quattro anni; non poteva vedere la scacchiera stando seduto, quindi doveva giocare in ginocchio. Nei suoi ricordi, a parte la promessa di sua madre che gli avrebbe lasciato imparare a giocare a scacchi e il rumore della moto di suo padre che lo accompagnava e lo lo andava a riprendere, Ding “non riesce a ricordare” nessun altro dettaglio o emozione.

Il padre di Ding ammette di aver fatto affidamento su un manualetto per insegnare a Ding a giocare a scacchi a quattro anni, e ricorda di non aver mai più vinto dopo che Ding è andato alla scuola elementare.

Ding e la scuola

Nonostante i suoi risultati eccezionali, al liceo gli scacchi sono sempre stati un hobby per Ding, almeno fino a quando, nel 2009 e ancora ragazzo, Ding superò i migliori giocatori nazionali per vincere il torneo nazionale individuale. Suo padre ha detto: “Prima di allora, abbiamo sempre pensato a lui come a uno studente che sapeva giocare bene a scacchi; dopodiché, abbiamo capito che non avrebbe dovuto rinunciare ai suoi studi, ma che avremmo cominciare a considerarlo un giocatore di scacchi che è ancora uno studente.

Il padre di Ding aveva le sue buoni ragioni per ragionare così: “Tutti questi bravi giocatori studiano all’università, e alcuni di loro sono anche laureati e PhD. Pensiamo che sia possibile combinare lo studio e il gioco degli scacchi, e per i giocatori di scacchi professionisti, al giorno d’oggi, la richiesta di capacità di autoapprendimento è molto alta“. Il problema è che tale decisione ha reso la vita di Ding molto stressante, da quando era ancora al liceo fino ai tempi dell’università, dovendo barcamenarsi tra tornei ed esami. Nonostante ciò, Ding ha vinto il secondo premio alle Olimpiadi di matematica di Wenzhou e agli esami era il primo di una classe d’élite in una delle principali scuole superiori di Wenzhou.

Un giovane Ding Liren con orsacchiotto (da ChessBase) – “È un giocattolo comprato dai miei genitori dopo un torneo a Hangzhou”

Prima di andare al liceo, la vita di Ding tutto sommato non era molto diversa da quella degli altri bambini, giocando a scacchi nei fine settimana e frequentando le lezioni durante la settimana. Il ragazzo aveva anche qualche “pregiudizio” verso certe materie. “Ho buoni voti in matematica; di solito scelgo di fare prima i compiti di matematica, poi un po’ di tutto il resto e, per ultimi i compiti di cinese e inglese.” Gli è sempre piaciuto usare il cervello e odia imparare a memoria.

La scalata al successo

Ancora durante gli anni del liceo, Ding fu selezionato per la squadra nazionale cinese di scacchi, lasciandosi alle spalle l’abitudine delle scuole medie di giocare a basket e calcio con i suoi compagni di classe. Di tanto in tanto si lamentava del fatto che, nella preparazione per gli esami di ammissione all’università, lui e i suoi compagni di classe “vivessero nello stesso tempo e nello stesso spazio ma in modi molto diversi”, con lui che doveva avventurarsi da solo verso la parte settentrionale del paese. Ding preferiva stare in silenzio durante i suoi giorni nel nord. In quel periodo decise di leggere un libro di Anni Baobei, “Mi sono sentito molto in sintonia con il suo libro in quel momento, e ha suscitato molte emozioni in me. Ma quando mio padre lo scoprì, mi vietò di leggerlo, imponendomi di leggere libri scritti da uomini. Ed io inziai a leggere una raccolta di racconti di Haruki Murakami.

All’inizio della terza media la pressione degli studi cominciò ad aumentare e quando iniziò a giocare contro gli adulti, anche la difficoltà del giocare a scacchi aumentò; in conseguenza di ciò, decise di non studiare più. Alla fine, su insistenza della madre, Ding Liren finì il liceo: “Non volevo studiare dopo il liceo, e mi sono preso un anno di pausa che ho dedicato interamente agli scacchi. Sentivo però che mi mancava davvero qualcosa, quindi sono andato all’Università di Pechino, visto che mi ero convinto di voler andare. Se non mi fossi preso quell’anno sabbatico, di certo non sarei andato all’Università“. Quando riuscì ad ottenere un posto confermato all’Università di Pechino, iniziò con entusiasmo a studiare legge, solo per scoprire che “Studiare legge è molto più difficile che giocare a scacchi“.

“In effetti, sono sempre andato meglio in matematica, ma sono cresciuto guardando Detective Conan e scelsi quindi legge. Ma quando ho iniziato l’Università ho scoperto che c’era troppo da memorizzare e che la mia memoria era probabilmente occupata principalmente dalle partite di scacchi, quindi mi sembrava sempre che studiare legge fosse più difficile che giocare a scacchi. Pensavo che la legge avesse qualcosa a che fare con le indagini e la gestione dei casi, ma ho scoperto che a scuola c’era solo un corso su ciò. Anche se è stato un “errore”, Ding non ha rimpianti: “Se scegli una professione che ti interessa, ma gli incarichi e i documenti possono farti sentire infelice, ti renderai conto che non devi necessariamente fare del tuo hobby una professione”.

La vita universitaria è stata molto utile per Ding. “Ho scoperto cosa mi interessava oltre agli scacchi, e poi mi sono preoccupato di più del mondo esterno. Inoltre, sono stato in grado di giocare a scacchi con un po’ di calma e compostezza.” dice. Tuttavia, non intende intraprendere una carriera legale in futuro e non ha intenzione di proseguire gli studi per il momento. I cinque anni di vita universitaria non solo hanno aiutato Ding a rimanere calmo e composto, ma lo hanno anche aiutato ad approfondire le sue abitudini di lettura. Ora ascolta spesso programmi audio e video sulla letteratura. Ogni volta che va a un torneo di scacchi, Ding porta sempre con sé un libro. Ha portato una copia di “The Three-Body Problem” per la Coppa del Mondo 2019 e l’ha finita prima della fine del torneo.

L’interesse per la filosofia

Ding legge molto e ha anche sviluppato un interesse per la filosofia, che apprezza per il suo modo di pensare e la sua natura discorsiva. “Se si tratta di un’opera letteraria seria, comporterà un po’ di questo tipo di esplorazione di proposizioni fondamentali. La letteratura popolare può essere letta e tralasciata, ma le opere serie stimolano la riflessione“.

“Quando mi sento frastornato, mi piace sempre guardare questo fiume che scorre lentamente.”

Come molti dei suoi coetanei, la notte è il momento in cui la mente di Ding è più attiva e i suoi pochi aggiornamenti sulla sua pagina personale sono spesso di notte. Ma a volte li cancella durante il giorno perché “è troppo pretenzioso”.

Quando guarda un dipinto sul muro di un bar, nota prima la strada bagnata, non il pedone solitario, perché la “pioggia” evoca sempre la sua “sensazione”: “Perché questo dipinto mostra una giornata piovosa? Perché la pioggia fa riaffiorare ricordi e nostalgia.”

Arte e nostalgia

Ding si classifica come un “appassionato d’arte” a cui piace sedersi vicino alla finestra e fissare la pioggia che cade, e talvolta pubblica persino sulla sua pagina personale senza punteggiatura: “Voglio giocare a una lunga partita di basket fare un bagno caldo giocare un po’ a scacchi leggere qualche pagina di un libro ascoltare la pioggia e dormire bene“.

Dall’età di meno di 10 anni, Ding ha spesso lasciato i suoi genitori per allenarsi con la squadra provinciale dello Zhejiang, e all’età di 17 anni ha lasciato la sua città natale ed è andato a vivere da solo a Pechino. Ma man mano che i luoghi in cui viaggiava diventavano sempre più distanti, la sensazione di “nostalgia” cresceva fino a che improvvisamente esplose quando andò all’estero a giocare tornei completamente da solo.

Lo strano rapporto con le scarpe

All’età di 18 anni, Ding ha indossato per la prima volta un abito per un torneo. Voleva abbinare il suo sentirsi “bello” con un paio di scarpe da ginnastica, ma fu dissuaso dal commento dell’allenatore Ye: “Non sono abbastanza formali“. Ma a Ding tuttora non piacciono le scarpe di cuoio: “Le scarpe in pelle evocano sempre immagini di uomini d’affari, persone di successo, élite, maestri“. Questi non sono termini che gli piacciono. “Non ho voglia di essere chiamato maestro.

La pressione di essere un Top Player

Con un punteggio di 2777,4, (NdT: l’Elo di Ding al momento della pubblicazione di quell’articolo), per Ding Liren, che è al nono posto nel mondo della classifica mondiale, “top” è un aggettivo accurato. Ma dietro questo alone di successo, ciò che Ding sente davvero è che “essere in cima significa essere da soli“.

Ci sono sempre meno persone che mi accompagnano in questo percorso e tutti stanno guardando.” Ding ammette che la vera crudeltà e la sofferenza di giocare a scacchi possono essere vissuti solo dopo che si è diventati professionisti.

Anche la mentalità di Ding nei confronti degli scacchi sta cambiando man mano che matura: “Leggevo un’intervista di un grande maestro che era così concentrato sul gioco degli scacchi che non gli importava altro che giocare a scacchi. A quel tempo ero abbastanza affascinato da quello stato mentale, ma ora non credo.” Da bambino Ding a volte poteva giocare a scacchi a casa per tutto il giorno, ma ora Ding è attivo in tutti i tipi di sport organizzati dall’accademia degli scacchi oltre agli scacchi, e parlerà di basket con il suo compagno di stanza all’università, giocherà una partita di calcio, e se non c’è conflitto con qualche partita di scacchi, “sono pronto a stare sveglio a guardare qualche partita dei campionati Europei!“, e anche quando gli altri parlano di Zootopia, tornerà al vecchio film “Chungking Express” diretto da Wong Kar Wai.

Ambizioni e futuro

Per quanto riguarda le grandi speranze della gente su di lui per vincere il titolo di campione del mondo, Ding dice semplicemente lentamente: “A che serve pensarci ogni giorno?” È affascinato dal processo di gioco degli scacchi e istintivamente evita l’attenzione e l’elogio che il risultato genera. “Non mi piace molto essere il protagonista, sono solo un ragazzo normale”, dice.

Per i prossimi tornei, Ding Liren non si è posto obiettivi chiari. Insisterà solo per fare una doccia prima della partita e “assicurarsi di mettere le teste dei due cavalli una di fronte all’altra” quando prepara i pezzi sulla scacchiera, proprio come ha fatto prima di ogni partita che ha vinto.

Il significato degli scacchi e della vita

Qual è il significato di giocare a scacchi? La risposta di Ding è molto realistica: “Non c’è alternativa migliore per me“.

E il significato della vita? Ding riflette per un momento e risponde: “Il significato della vita dovrebbe essere in quei momenti speciali, scintillanti, non nella vita quotidiana, in quei giorni ordinari, ma nel vivere per quei momenti unici“.

Un Ding Liren finalmente rilassato, in posa come Campione del Mondo (Foto FIDE / Stev Bonhage)

“Probabilmente vorrei ottenere buoni risultati negli scacchi, essere famoso per secoli, essere ricordato dalle persone in futuro. Alcune persone possono aver vissuto una vita misera, ma hanno lasciato qualcosa dietro, hanno scritto qualcosa e il loro obiettivo era quello di essere immortali. Ma non sono così eccezionale, apprezzo anche la felicità nella mia vita.”


Ecco una recente intervista con i media cinesi, rilasciata subito dopo la vittoria nel match di Astana ed essere diventato Campione del Mondo, nella quale ringrazia esplicitamente sua madre per essere stata con lui durante il match per dargli quella “stabilità mentale” che da solo non riusciva ad ottenere.


Spero che questa carrellata di piccoli frammenti, non necessariamente ordinati o collegati, via abbia permesso di conoscere meglio una personalità decisamente interessante.


Articoli consultati da “Moon_riseat_noon” per la sua raccolta di interviste su Ding Liren:

Queste sono le canzoni citate nella playlist di Ding Liren

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1 thought on “Ding Liren: “Il significato della vita è in quei momenti scintillanti”

  1. …”Spero che questa carrellata di piccoli frammenti, non necessariamente ordinati o collegati, via abbia permesso di conoscere meglio una personalità decisamente interessante.”
    Grazie!

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