Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Scacchi per sempre! (Rita Gramignani intervista Giovanni Diena)

5 min read

Giovanni Diena al Festival di Imperia 2023

di Rita Gramignani (nove volte campionessa italiana assoluta)

Cari lettori, mi chiedo e vi chiedo se esiste un altro sport capace di mettere insieme sul campo di gioco, a confronto diretto, bambini di oggi e bambini di un tempo. Miracolo dei nostri meravigliosi scacchi!

Giorni fa il sito www.imperiapost.it (da cui è tratta la foto sotto il titolo) ha dedicato un articolo al meno giovane partecipante all’ultimo Festival Scacchistico Internazionale di Imperia, che è a sua volta il meno giovane Festival italiano, dal momento che ha compiuto i 65 anni. Forse soltanto il “Tata Steel” di Wjik aan Zee, che si gioca ininterrottamente dal 1946, supera in Europa per longevità il Festival di Imperia.

Ebbene, fra i 144 giocatori c’era il nome di Giovanni Diena, anni (quasi) 97. Giovanni Diena (in privato farmacista di Recco con l’hobby dell’informatica) lo abbiamo incontrato anche noi del Blog UnoScacchista. Io, Rita Gramignani, ligure come lui, naturalmente lo conosco da un bel po’ di tempo. Eccolo qui per una breve chiacchierata, e lo trovo sempre perfettamente attivo e in splendida forma! Dimenticavo: Giovanni è tesserato per l’Associazione Scacchi Golfo Paradiso ”Giancarlo Musso” di Recco.


D.: “Giovanni, dimmi la verità, tu, come tanti altri scacchisti italiani meno giovani, hai iniziato a giocare nel 1972, col match Fischer-Spassky. Ebbene, nella breve intervista a Imperiapost.it hai denominato quell’evento come il match Russia-America: ecco, a tuo parere a spingere milioni di persone verso gli scacchi è stata di più la personalità dei due campioni di allora oppure il fatto che si trattò di un evento mediatico dalla enorme risonanza e che fu visto da giornali e televisioni come uno scontro al vertice fra le due culture e i due sistemi politici, occidentale e orientale?”

R.: “Il match Fischer-Spassky del 1972 è stato senza ombra di dubbio un incontro al vertice in tutti i sensi, sia perché giocavano i due più forti scacchisti del mondo sia perché in contrapposizione c’erano pure le loro nazioni USA e Unione Sovietica, che come ricordiamo a quel tempo vivevano e facevano vivere i terribili anni della guerra fredda. Per cui l’incontrò fu sia politico sia culturale. In quell’epoca facevo sport, sci per la precisione, mi fratturai una gamba e quindi, dovendo restare a riposo, ho seguito l’intero match e mi sono molto appassionato tanto da iscrivermi anni più tardi al mio primo torneo”. 

D.: “E dai tuoi tornei avresti un episodio particolarmente curioso e simpatico da raccontarci?”

R.: “Sì. Ad uno dei miei primissimi tornei, in Veneto, il mio avversario, di cui non faccio il nome, si dondolava sulla sedia. Quando poi io ho fatto una mossa molto forte, lui è caduto all’indietro!! Fu allora che capii che dovevo continuare a studiare gli scacchi!” 

D.: “E’ meglio per te pattare una partita insignificante di 15 mosse o perdere una gran bella partita di 51 mosse? Il tuo pensiero al riguardo è cambiato con gli anni o è rimasto sempre lo stesso?”

R.: “Assolutamente preferisco sempre fare una bella partita, allora come oggi e indipendentemente dal risultato! Non bisogna mai aver paura di perdere”.

D.: “Noti qualche differenza sostanziale nell’atteggiamento davanti alla scacchiera fra i giocatori degli anni ’70 e quelli di oggi? Insomma, i giovani di oggi hanno lo stesso approccio di quelli degli anni ’70?”

R.: “Sì. I giocatori che io ho incontrato nel mio cammino scacchistico, molto lungo vista la mia età, hanno sempre il medesimo atteggiamento”. 

D.: “Credi che il gioco on line provocherà a breve il tramonto dei circoli o no? Ci parli un po’ dell’esperienza nel tuo circolo?”

R.: “No, non credo che il gioco degli scacchi online possa far tramontare il circolo. Gli scacchi, pur essendo un gioco uno contro uno, restano anche un gioco in team, e per il team serve necessariamente un luogo di incontro per confrontarsi, studiarsi, affrontarsi e crescere. Alla mia età anche per socializzare!” 

Giovanni Diena qui a destra a fianco del giovanissimo Luca Doronzo quest’anno ad Empoli – foto tratta dal Blog ALTRE/STORIE di Mario Calabresi

D.: “In un articolo, sempre su UnoScacchista, Lucio Rosario Ragonese ti citava quale inventore del primo programma elettronico approvato dalla F.S.I. Vuoi darci qualche informazione in più su questo programma, come ti è venuto in mente di farlo e perché?”

R.: “Avevo comprato il mio primo computer e insieme mi avevano regalato anche un libro sulla programmazione, tutto in inglese. Essendo appassionato di scacchi ho pensato di creare un software specifico per la turnazione nei tornei. Quando lo portai ad un torneo a Genova chiesi all’arbitro Prof. Tonna (che era professore dì matematica) di poterlo utilizzare, ma non mi fu permesso. Il professore dovette poi ricredersi, poiché la FSI lo adottò”. 

D.: “Per uno scacchista/farmacista di 97 anni in forma come te una domanda è d’obbligo: come deve alimentarsi uno scacchista per cercare di restare sempre al massimo della forma?

R.: “Dormire bene, bere spremute d’arancia e tenere la mente allenata, con gli scacchi ovviamente!”

D.: “Giovanni, se tu dovessi rinascere e imparare da bambino il gioco con buon successo, abbracceresti lo scacchismo professionista o a tuo parere è meglio che gli scacchi non occupino la parte più importante della vita di una persona?”

R.: “Io purtroppo mi sono approcciato in tarda età al gioco degli scacchi, ma se potessi rinascere e imparare a giocare sin da tenera età sicuramente oggi sarei un campione!”

D.: “Il G.M. Ratmir Kholmov una volta disse: ‘Ad un’età in cui molti si ritirano, senza sapere cosa fare durante le lunghe giornate, e finiscono per morire prima perché non sanno come occupare il tempo, io ho ancora qualcosa che mi dà gioia: io ho gli scacchi! Essi mi soccorrono in questi giorni. Sai, l’analisi è sempre l’analisi, ma giocare e giocare è sempre e ancora ciò che veramente voglio fare! Un miracolo!’ Anche tu sei dello stesso parere di Kholmov?”

R.: “Il GM Kholmov è un saggio. Io come lui tutti i giorni gioco a scacchi e frequento il circolo”. 

D.: “Giovanni, cosa hanno insegnato a te gli scacchi e cosa desideri che gli scacchi insegnino oggi ai giovani?”

R.: “Socialità e bellezza”.


Grazie, Giovanni e allora al prossimo torneo (che dovrebbe essere molto vicino e … a Palermo)! Auguri!


Sono nata il 12 ottobre, ho vinto 9 volte il Campionato femminile italiano e ho preso parte a 7 edizioni olimpiche. Mi piace essere sempre originale, e infatti sono l’unica donna che ha fatto arrossire Maia Chiburdanidze (con la mia 10.a4!) e anche (forse) l’unica che ha inserito il kazako Rashid Nezhmetdinov fra i 5 più grandi campioni di ogni tempo.

 

About Author

1 thought on “Scacchi per sempre! (Rita Gramignani intervista Giovanni Diena)

  1. Non mi piacciono le classifiche, ma basterebbe la Nezmethinov-Chernikov per renderlo assolutamente immortale!!

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: