I Tornei Internazionali di Scacchi del Banco di Roma: Victor Korchnoi
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Victor Korchnoi con i suoi mitici occhiali a specchio (Mary Delaney Cooke/Corbis via Getty Images)
(Antonio Monteleone)
Eccoci a parlare di uno tra i più forti giocatori che non sono mai diventati Campione del Mondo pur meritandolo: Victor, “il Terribile”, Korchnoi. Nella lista di questi illustri secondi, inserirei anche Paul Keres e David Bronstein, per poi notare subito che tutti e tre non è che fossero poi così ben visti dal “Sistema” sovietico, ma lasciamo cadere il discorso per non entrare in commenti e polemiche che si sono rincorsi per decenni.
Ma più di tutti, Korchnoi fu quello che arrivò più volte vicino alla conquista del titolo, trovandosi però davanti un muro quale fu quello eretto da Karpov nei loro tre match disputati, di cui due con in palio il titolo e il primo, nel 1974, che si rivelò essere poi decisivo per la sua conquista, visto che Fischer si rifiutò di giocare il match contro Karpov, che conquistò il titolo per forfait. È pur vero che Karpov aveva ben vent’anni di meno e, agli altissimi livelli, può essere un gap importante, ma Korchnoi dimostrò che, nonostante la differenza di età, con la giusta determinazione e un’indubbia forza di gioco, niente poteva essergli precluso a priori.
Giocatore energetico e mai domo, è stato colui che ha materializzato l’idea di una lotta fino all’ultimo respiro, sia in giovane età, vincendo ben quattro titoli sovietici, che in quella più avanzata, divenendo il più anziano vincitore di un Campionato Nazionale, vincendo a 78 anni quello svizzero, nazione di cui aveva preso la cittadinanza.
Al Banco di Roma, Korchnoi si presentò da cinquantenne, ma a differenza di altri pari età che si presentarono con pacifiche intenzioni, lui fece subito capire chi comandava!
Nella sua prima apparizione, vinse il 5° Torneo del Banco di Roma del 1981 con uno stratosferico più due punti e mezzo sul secondo, realizzando un fantastico otto su nove, lasciando solo due patte a Parma e al nostro Tatai. Alla faccia del cinquantenni demotivati!
Una delle partite che più mi rimasero impresse fu la sua contro Matanovic già menzionata nel post dedicato a quest’ultimo. Qui Korchnoi andò in un feroce Zeitnot e, nonostante il tempo scorresse in modo inesorabile, si mise con il braccio destro a 90° sul tavolo di gioco, andando con la mano a sorreggere il gomito sinistro a sua volta con la stessa inclinazione, con il braccio però rivolto verso l’alto in verticale, con la mano sinistra a seguire pronta ad accogliere la sua guancia sinistra e rimanendo immobile per alcuni interminabili minuti. Poi si risvegliò da questa sorta di letargo cominciando a muovere fulmineamente i suoi pezzi e pedoni verso l’Ala di Re avversaria. Matanovic venne letteralmente travolto e abbandonò ben prima della quarantesima!
Che disastro! Matanovic in poche mosse ha sprecato una posizione almeno pari, con un grande vantaggio di tempo dalla sua. Lo ricordo agitato quando videro la posizione poco prima del suo epilogo, muovendo in continuo la sua di Donna avendo capito che le sue mosse erano state decisive. E con la mano continuava a prenderla e a sbatterla da una parte all’altra come a dire che qualsiasi altra mossa sarebbe stata migliore.
Impressionante: non ha vinto la partita dopo il raggiungimento della quarantesima, ma ben prima del suo raggiungimento! Dimostrando poi la differenza tra due Mister Cinquanta: uno ancorato a metà classifica con il 50% dei punti e l’altro veleggiare primo quasi a punteggio pieno!

Interessante la sua partita contro Rodriguez, dove lo spagnolo non vuole fare da vittima sacrificale e cerca di sorprenderlo con il sempre interessante gambetto Shara-Hennig nella Difesa Tarrasch del Gambetto di Donna.
Eh sì! Non solo lui andava in Zeitnot! Il suo avversario, una volta raggiunta una posizione pari, non ha saputo tenere a bada lo spettro dello scorrere del tempo, perdendo nella maniera, forse, più atroce possa capitare a uno scacchista.
Nella partita con Parma, Korchnoi ha rispolverato un suo vecchio cavallo di battaglia: la Variante Aperta della Partita Spagnola. È una partita dove ha azzardato un poco perdendo il sangue freddo che aveva nelle posizioni difficili, ritrovandosi inaspettatamente a mal partito.
Qui se l’è proprio vista brutta, ma è anche vero che il forte giocatore per raggiungere certi risultati, deve essere anche un poco fortunato!
L’anno successivo si presentò di nuovo ai nastri di partenza sempre agguerrito. Qui avrebbe potuto ripercorrere lo stesso tema se non fosse inciampato nell’inattesa sconfitta contro il nostro GM Nazionale, Sergio Mariotti. Arriverà primo a pari merito con l’ungherese Pinter, entrambi a sette punti, che lo sopravanzerà per lo spareggio tecnico.
Vediamo la sua vittoria con l’ultracinquantenne Wolfang Unziker, uno dei più forti giocatori che la Germania abbia mai avuto. Quindi quasi un coetaneo, ma con motivazioni, e obiettivamente anche forza, diverse.

Manovrare in posizione pari, cercando sempre di mettere pressione all’avversario. In questa partita Korchnoi ha dimostrato la sua classe superiore.
Vederlo dal vivo, fu una cosa decisamente emozionante, ma soprattutto vederlo “danzare” nei suoi mirabolanti Zeitnot fu quasi vivere dei momenti di adrenalina.. trasmessa quasi per osmosi.
Un grande giocatore che non poté fregiarsi del massimo alloro, ma che dimostrò di valerlo quell’alloro.
Ma a questi tornei partecipò anche chi, quell’alloro, se lo mise intorno al capo?
To be continued.