Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

[R] L’assassinio impunito di Igor Platonov

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R I S T A M P A

(Riccardo Moneta)
Era la sera del 13 novembre 1994. Nei giorni precedenti Igor Vladimirovich Platonov aveva chiesto agli amici del circolo di Kiev a che ora sarebbe iniziata la cerimonia scacchistica in memoria di Leonid Stejn, uno dei più grandi giocatori ucraini di quel secolo. Non poteva mancare proprio lui, Igor, che dello scacchismo ucraino era stato a lungo presidente e trascinatore e che aveva preparato anche un intervento per l’occasione.

[Nella foto di apertura, Platonov a Wijk aan Zee nel 1970; alle sue spalle un giovanissimo Ulf Andersson]

E la cerimonia ebbe inizio quella disgraziata domenica. C’era anche un ospite d’onore d’eccezione, il G.M. Eduard Gufeld. C’erano tutti i migliori giocatori di Kiev. Ma Igor tardava ad arrivare. No, non arrivò mai. Igor non sarebbe più tornato al circolo…

La mattina dopo il suo corpo fu trovato, nella sua abitazione, in un lago di sangue, con un paio di forbici conficcate nel collo. Un vicino di casa riferì di aver sentito dei rumori, e poi di aver visto due figure allontanarsi in strada. Ma gli assassini non vennero mai identificati e catturati.

Fu una rapina, conclusasi tragicamente. Igor viveva da solo in quell’appartamento, col suo fedele cane, che aveva raccolto gravemente malato in strada, e possedeva una preziosa collezione di rari francobolli che era stata certamente (così almeno suppose subito il G.M. Mikhalchishin) il primo obiettivo degli assassini, forse informati da qualcuno dei suoi allievi che conosceva la casa.

Una triste e ingiusta fine, che ricorda quella cui andò incontro un altro e magari più noto Platonov, il maestro elementare russo protagonista dell’omonimo dramma scritto nel 1881 da Anton Cechov.

Igor Platonov era nato il 16 gennaio del 1935 a Odessa (Ucraina). Imparò gli scacchi durante gli anni di guerra, dal padre che era ingegnere, anzi un famoso costruttore. Si trasferì a Kiev, dove anche lui si laureò in ingegneria nel 1957. Giocò i suoi primi tornei di scacchi negli anni ‘50, ma solo nel 1963, quindi in prossimità dei 30 anni, si affermò nel campionato di Kiev e divenne maestro. Troppo tardi per aspirare di raggiungere le vette, troppo tardi per poter sperare di essere preso in seria considerazione dal sistema scacchistico sovietico, ma non troppo tardi per decidere di tentare la via del professionismo, anche se in URSS di professionismo vero e proprio non si poteva parlare.

E poi gli scacchi erano solo uno dei tre amori di Igor, che si divideva fra l’equitazione (era istruttore di equitazione) e, soprattutto, la filatelia (fu consulente della società filatelica ucraina). Il suo amico Lazarev ricordava che Igor possedeva, a parte la preziosa collezione di francobolli, una magnifica biblioteca di scacchi, con edizioni molto rare. Non era una persona povera, insomma, l’ingegner Igor Platonov.

Nonostante i tanti interessi e l’essere giunto tardi ad incrociare i pezzi con i migliori giocatori del suo tempo, egli raggiunse la finale del campionato sovietico per ben 5 anni consecutivi, fra il 1967 e il 1971. Nel 1967 fu terzo, alla pari con Vasjukov e Taimanov (9,5 p. su 13) preceduto di mezzo punto da Polugaevsky e Tal. Nel 1969 fu settimo con una prestazione di altissimo livello, avendo sconfitto tra gli altri Tal, Smyslov, Geller e pattando con Petrosjan e Karpov. Gli venne assegnato il titolo di “Grande Maestro dell’Unione Sovietica”.

Platonov disputò il suo primo torneo fuori dall’URSS solo nel 1970, a Wijk aan Zee, dove purtroppo pagò forse lo scotto dell’esordio, giungendo appena quint’ultimo.

Si riabilitò al Memorial Capablanca de L’Avana nel 1972 (2° alle spalle del vincitore Anatoly Lein), dove conquistò la prima norma di Grande Maestro FIDE, che però restò unica in quanto Igor lasciò quasi del tutto, a partire da quell’anno, il gioco attivo per dedicarsi ad attività collaterali: era nel frattempo divenuto (1970-1974) il presidente della Federazione ucraina di scacchi e aveva fondato a Kiev un importante centro di formazione scacchistica che sarebbe stato la fucina di numerosi campioni.

Il suo nome apparirà tuttavia ancora nelle classifiche dei tornei nazionali di Dubna 1973 e di Kiev 1978, al quale ultimo presero parte diversi suoi amici (Palatnik, Romanishin, Kuzmin) ed un altro sfortunato giocatore “minore” del quale vi ho già parlato in questo Blog: Vladimir Peresipkin.

E così a Igor Platonov restò un curioso record, quello di essere stato l’unico dei “Grandi Maestri sovietici” a non aver mai conquistato il titolo di “Grande Maestro FIDE”. Un’ingiustizia, ma, come scriveva il G.M. Vladimir Tukmakov in suo lavoro del 2010, “la scuola di scacchi sovietica era essa stessa un enorme frutto del mostruoso sistema sovietico”, dove la creatività e lo sport erano costantemente sacrificati sull’altare del pragmatismo e della competizione.

In Ucraina si tennero, fra il 1995 e il 2007, ben cinque edizioni di un “Memorial Platonov”. Nel 2012 il G.M. Anatoly Machulsky, amico di Platonov, organizzò a Baltimora uno specifico torneo in sua memoria.

Nello stesso anno Lev Alburt e Semyon Palatnik avrebbero pubblicato un libro sulla “Accademia di scacchi di Platonov”, la scuola da lui fondata a Kiev. Lo scritto prova come Igor sia stato uno dei più profondi teorici della scuola scacchistica sovietica.

Nel giugno del 2020 un bel ricordo di Igor Platonov è apparso su ChessPro.ru a cura del G.M. Vladimir Sergeev, suo grande ammiratore, un lungo post contenente alcune delle più belle vittorie del campione di Kiev (ad esempio quelle contro Tal, Smyslov e Gulko).

Sergeev scriveva che “agli inizi degli anni ’70 c’erano in Ucraina due soli grandi giocatori: Leonid Stein e Igor Platonov”  e che  “… il talento tattico di Igor è stato armoniosamente integrato dalla comprensione posizionale di schemi nascosti”.

Da quell’articolo riprendiamo alcuni giudizi e osservazioni su Platonov uomo e giocatore da parte di G.M. che lo conobbero bene.

Era una persona molto interessante, molto versatile. Ha persino scritto un romanzo di fantascienza, il cui manoscritto mi ha mostrato quando ero al raduno della squadra giovanile ucraina nel 1986; c’era anche Ivanchuk” (O.Romanishin).

Poteva abilmente destreggiarsi in posizioni di vario tipo, tanto è vero che riuscì a sconfiggere due volte Tal in partite molto combinative e Smyslov e Geller in mediogiochi e finali di pura tecnica” (E.Lazarev).

“Igor Platonov è il primo grande maestro con il quale ho avuto la fortuna di incontrarmi da bambino. Ho ascoltato spesso le sue lezioni e ricordo esempi che confermano l’utilità di studiare il patrimonio classico … Igor ha dedicato tutto il suo tempo libero alla filatelia, il che spiega perché un analista così profondo e un giocatore  di talento come lui sia stato un raro ospite dei tornei internazionali” (I.Dorfman).

Era un mio grande amico, sapeva essere aperto e generoso con tutti” (L.Alburt).

Igor fu buon amico anche di Tigran Petrosjan, col quale condivideva la passione per il mondo dei francobolli.

Oggi vi presentiamo una sua partita poco conosciuta, però poi ….

Igor Platonov – Arkadij Efimov
Yaroslavl 1966


…. Però poi …. (scrivevo) vi diamo un prossimo appuntamento con Platonov per scoprire uno dei suoi gioielli (nell’impossibilità, purtroppo, di scoprire ormai i suoi maledetti assassini), ovvero la partita giocata ad Alma Ata contro Tal nel gennaio 1969 nel corso del 36° campionato sovietico: una partita emozionante e ricca di risorse tattiche, nella quale il campione ucraino seppe replicare con sangue freddo e grande abilità ad un furibondo attacco di Mikhail e superare indenne una fase complicatissima che vide la presenza, verso la fine, di ben quattro Donne sulla scacchiera.

Sarà una partita da non perdere, dalla quale chiunque di voi lettori potrà imparare che non è impossibile battere un campione del mondo. Basta giocar molto bene ed avere nervi molto saldi! Vi pare poco?

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