Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

“Winning the Won Game” by Ľubomír Ftáčnik

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(Riccardo Moneta)
E’ stata un’Olimpiade sensazionale, quella svizzera del 1982, sia per la nostra squadra, che percepì quell’argento come un oro, sia per me che ottenni 6 punti su 8, con 5 vittorie e due patte”. Sono parole del Grande Maestro cecoslovacco Jan Plachetka, che già riportai nel post a lui dedicato e pubblicato lo scorso aprile.

Ricordavo lì che a quell’argento della squadra cecoslovacca alle Olimpiadi di Lucerna 1982 portarono il loro contributo, oltre alla quarta scacchiera Jan Plachetka, un gruppetto di fortissimi giocatori quali Vlastimil Hort, Jan Smejkal, Ľubomír Ftáčnik, riserve Vlastimil Jansa e Jan Ambrož, con il capitano non giocatore Miroslav Filip.

Winning the Won Game” non è altro che il titolo del libro forse più noto del Grande Maestro di Bratislava Ľubomír Ftáčnik, scritto a quattro mani con il M.I. statunitense Danny Kopec e pubblicato da Batsford nel 2004. In realtà qualcuno ha parlato di un titolo parzialmente fuorviante in quanto i due autori, anziché focalizzarsi (come potrebbe immaginare un lettore) sulla precisa tecnica tendente a trasformare nel punto pieno il raggiungimento di un ottenuto vantaggio materiale, per lo più presentano nel loro lavoro una bella quantità di combinazioni vincenti che trasformano rapidamente nel punto pieno il raggiungimento di una posizione dinamicamente dominante.

Ftáčnik, che ottenne il massimo titolo nel 1980 (dopo le Olimpiadi di Malta), è stato 4 volte campione di Cecoslovacchia e ha partecipato a ben 14 Olimpiadi fra il 1980 e il 2008, 7 con la Cecoslovacchia e 7 con la nuova bandiera della Slovacchia.

E’ nato il 30 ottobre del 1957. I suoi principali successi: Cienfuegos 1980, Dortmund 1981, Esbjerg 1982, Trnava 1983, Altensteig e Baden Baden 1987, Trnava e Lugano 1988, Haninge 1989, Sydney 1991, Ischia 1996, Neuchatel 1996, Las Vegas 2006, Philadelphia 2008.

Hanno raggiunto una buona notorietà anche i due suoi fratelli, ma non negli scacchi: Jan è stato professore di fisica all’Università di Bratislava, e Milan fu sindaco della stessa città e poi ministro dell’Istruzione.

Parlando di sé e dei fratelli durante un’intervista di qualche anno fa, così Lubomir si esprimeva: “Forse tutti abbiamo del talento, ma la triste notizia è che il successo può essere raggiunto solo attraverso il lavoro. Devi lavorare sodo, devi studiare ed allenarti.” E ciò, come sappiamo, è fondamentale anche nell’ambito degli scacchi.

Ricordo ancora le Olimpiadi del 1982 e la mia brillante vittoria sull’URSS. Allora aiutai la Cecoslovacchia a vincere la medaglia d’argento. È stato il mio trionfo, la miglior partita della mia vita!”.

A Lucerna 1982 Lubomir Ftáčnik ottenne il 68% dei punti. Ed eccola questa partita, del quinto turno, che in quelle Olimpiadi vinse un premio speciale e che a quel tempo così descrisse quasi in diretta, sul mensile  “Due Alfieri”, il nostro Adolivio Capece:

Sulle prime scacchiere si registra la prima sconfitta individuale di un sovietico: Polugaevsky viene travolto da uno splendido attacco di Ftáčnik”.

Polugaevsky – Ftáčnik
Lucerna, 4 novembre 1982
(posizione dopo 25.Rg1-h1)

La partita effettivamente dimostra come da una posizione estremamente dinamica, con la coppia degli alfieri ottimamente puntata sull’arrocco avversario, possa scaturire naturale una brillante soluzione vincente.

Il nostro eroe di oggi mise il suo sigillo all’ultimo turno di quelle Olimpiadi di Svizzera, quando si affrontarono Cecoslovacchia e Olanda per un posto sul podio. Tre partite finirono patte, ma nella quarta Ftáčnik col Bianco spazzò via il G.M. Hans Ree con una imprevista miniatura, portando la Cecoslovacchia ad una medaglia di argento che certamente valeva assai più dell’oro conquistato a Parigi nel 1924. Vediamola.

Ftáčnik – Ree
Lucerna 15 novembre 1982

Ftáčnik durante una simultanea nel dicembre 2013 a Bratislava (dal sito “Bratislavska Sakhova Akademia”)

Lubomir Ftáčnik è in questi giorni in Italia, impegnato a Terrasini (Palermo) nel Campionato mondiale senior ‘over 65’.

Vorrei anche  ricordare come Ftáčnik (vedere un articolo di alcuni anni fa sul sito della Moravia “Sachy Vlcnov”) sia stato uno dei pochi scacchisti amici di Bobby Fischer, col quale restò in corrispondenza parecchi anni dopo il mondiale del 1972. Così Lubomir parlava del campione americano:

Fischer ebbe un ruolo da favola, perché realizzò qualcosa che merita ammirazione e riconoscimento. Negli USA, prima di lui, nella migliore delle ipotesi gli scacchi apparivano nelle notizie più brevi, sulle ultime pagine. E invece il ritratto di Fischer apparve poi sulla prima pagina di The Times! Fischer da solo seppe resistere alla macchina degli scacchi sovietici. In URSS gli scacchi erano amatissimi, e giravano molti soldi e molti campioni. E all’improvviso arrivò un ragazzo di Brooklyn a spezzare quel potere… È stato un peccato che il mondo reale sia stato per Bobby molto più complicato del mondo degli scacchi “.

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